vincenzo de luca napoli proteste

DE LUCA FA DIETROFRONT: NIENTE PIÙ LOCKDOWN IN CAMPANIA - IL GOVERNATORE SI E’ RESO CONTO DI NON POTER DARE UN CENTESIMO ALLE CATEGORIE MESSE IN GINOCCHIO DA UN NUOVO BLOCCO. E CON LE PROTESTE DI PIAZZA, MEGLIO NON ESASPERARE GLI ANIMI - ORA APRE GIÀ UN ALTRO FRONTE: DELL'IMMINENTE DPCM HA GIÀ FATTO SAPERE DI NON CONDIVIDERE LA QUOTA DI DIDATTICA A DISTANZA, CHE PER LUI DOVRÀ ESSERE DEL CENTO PER CENTO, COME GIÀ HA STABILITO IN UNA ORDINANZA IN VIGORE DA UNA SETTIMANA

Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

 

VINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVID

C'era tutto, nel discorso di De Luca dell'altro giorno. I toni da ora più buia, i numeri da allarme sanitario, le frasi da capo decisionista che dice: «Io non voglio trovarmi di fronte, qui da noi, ai camion militari che portano via centinaia di bare», e quindi annuncia per la Campania «la chiusura di tutto». Ogni parola, ogni dato portava in direzione del lockdown, persino la lastra polmonare del povero paziente ignaro che in tv un signore senza competenze mediche spiegasse le sue funzioni respiratorie mentre lui è intubato e incosciente in un reparto di terapia intensiva.

 

VINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVID

C'erano tante informazioni tranne una: come avrebbe fatto De Luca a dare sostegno economico a tutti quelli - commercianti, artigiani, ristoratori e tanti altri - che a causa del blocco di ogni attività avrebbero smesso di guadagnare? Con un piano di aiuti socio-economici da chiedere al governo, diceva lui. Un piano che non aveva ancora nemmeno chiesto. Sarà per questo, che 24 ore dopo quell'annuncio così solenne («Si chiude e basta»), l'ordinanza che dispone il lockdown in Campania non è stata emessa e che non sarà emessa affatto.

 

meme su vincenzo de luca e il pugno di ferro sul coronavirus 9

Si è scatenato l'inferno per quella comunicazione che il presidente della Regione ha scelto di dare senza nemmeno il più vago accenno di dubbio, e adesso, lontano dalla diretta Facebook e dall'attenzione mediatica che ormai il venerdì alle 15 è tutta concentrata su di lui, fa sapere che dalla conferenza Stato-Regioni (che si è svolta ieri) «è emersa l'indicazione del governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale, e in queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori, quindi, di una decisione nazionale».

 

RIVOLTA A NAPOLI CONTRO LE MISURE ANTI COVID

Che cosa è cambiato nei piani del governo tra venerdì e ieri rispetto all'ipotesi lockdown? Assolutamente niente. Mai Conte ha lasciato intendere di avere intenzione di tornare alla chiusura totale del Paese, e quindi l'indicazione che secondo De Luca è emersa durante i lavori della conferenza Stato-Regioni, non è altro che una scontata conferma di quanto già si sapeva, e che lo stesso governatore della Campania sapeva benissimo prima di andare in tv a dire che avrebbe chiuso la Campania.

RIVOLTA A NAPOLI CONTRO LE MISURE ANTI COVID

 

È evidente quindi che De Luca abbia dovuto fare una retromarcia che (forse) non aveva messo in conto. Ma più che le già note determinazioni del governo in tema di restrizioni, è altrettanto chiaro che a bloccarlo sia stata la mancanza di fondi, con la quale non aveva fatto i conti. E non è un caso che in conferenza Stato-Regioni la sua prima proposta sia stata proprio l'approvazione di un piano socio-economico che prenda a modello quello adottato nei mesi scorsi dalla stessa Regione Campania. Ma De Luca apre già un altro fronte.

rivolta a napoli per le misure anti covid 6

 

Dell'imminente Dpcm ha già fatto sapere di non condividere la quota di didattica a distanza, che per lui dovrà essere del cento per cento, come già ha stabilito in una ordinanza ormai in vigore da una settimana che tiene le scuole sia primarie che secondarie (non gli asili). Ma soprattutto, lui che voleva il lockdown, adesso non accetta che bar e ristoranti chiudano alle 18 e intende mantenere l'attuale orario delle 23. Perché, spiega, «in assenza di una misura restrittiva generale, non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio intere categorie».

 

 

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