giorgia meloni 1

LA DUCETTA SENTE GIÀ PROFUMO DI PALAZZO CHIGI - GIORGIA MELONI GONGOLA DOPO LE AMMINISTRATIVE IN CUI FRATELLI D'ITALIA HA SUPERATO DAPPERTUTTO LA LEGA: "C'È CHI DICE CHE CHI VINCE QUESTE ELEZIONI VINCE LE PROSSIME POLITICHE. IO NON SO SE È COSÌ…" - IL PROBLEMA È CHE UN ANNO È LUNGO E IL CENTRODESTRA AL SUO INTERNO RESTA DIVISO: GIÀ SUL CANDIDATO IN SICILIA C'È MARETTA - "SONO DISPOSTA AD ANDARE AL GOVERNO SOLO SE CI SONO LE CONVINZIONI, NON A OGNI COSTO. SIAMO PRONTI A GOVERNARE SE..."

Mario Ajello per “Il Messaggero

 

giorgia meloni 1

Raggiante. Ma cerca di non farsi trascinare dalla gioia. Ecco Giorgia la vincitrice. E appare in pubblico dopo quasi un'intera giornata in cui il bollettino del successo di FdI, primo partito italiano e di gran lunga più forte dell'alleato-rivale salviniano, comincia a scandirsi con queste cifre che cambiano e si modificano ma la realtà del sorpasso è clamorosa: 18,8 per cento all'Aquila, con la Lega al 12,5 e Forza Italia al 5,4; 11,3 a Verona (la Lega al 6,3 e FI al 4); 6,9 a Genova e Carroccio al 4,6 (FI 2,6); a Parma 6,9 e salvinisti al 4,6 e berlusconiani al 2); a Palermo il 9,3, con la Lega al 5, 1 (e FI all'11).

 

giorgia meloni 4

Per non dire del profondo Nord dove Fratelli d'Italia irrompe e sconquassa la terra leghista: a Monza il 14,9 contro l'8,5 del Carroccio; a Padova 11,6 contro 6,1; a Belluno 14,2 contro 9,5; e via così con Lodi, Alessandria e con tutto quel nord-est e nord-ovest che parla ormai la lingua di Giorgia.

 

giorgia meloni 2

Ne è consapevolissima e perciò evita eccessi di gloria: «C'è chi dice che chi vince queste elezioni amministrative vince le prossime politiche. Io non so se è così...». Ma si sente mezzo biglietto d'ingresso a Palazzo Chigi nella tasca, pur capendo che nei pochi mesi che mancano al fatal appuntamento del voto politico può accadere di tutto.

 

GIORGIA MELONI

E comunque: «Grande affermazione del centrodestra in questa tornata amministrativa». Ma anche, o soprattutto, «molti sindaci di FdI rieletti al primo turno. Biondi all'Aquila, Tomasi a Pistoia, Sinibaldi, che era uscente come vicesindaco, a Rieti. Che cosa significano questi e tanti altri successi del nostro partito? Che non è vero il racconto che sento fare, secondo cui FdI non avrebbe classe dirigente. Ce l'ha eccome!».

 

giorgia meloni 3

La vittoria all'Aquila è particolarmente inebriante per lei. E anche Crosetto, il gigante di Giorgia, ci mette del suo: «Vorremmo che l'energia di Fratelli d'Italia servisse all'Aquila per diventare di nuovo un punto di eccellenza e rivivere al 200 per cento quello che viveva prima del sisma».

 

LE MOSSE

Proprio perché ha vinto, la Meloni si muove già da leader dell'intera coalizione: «Sono disposta ad andare al governo solo se ci sono le convinzioni, non a ogni costo. Siamo pronti a governare se gli italiani ci daranno questa occasione».

 

GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI

E ancora: «Vedo che è iniziata la storia della scarsa affidabilità di FdI. Agitare l'uomo nero non funziona più». Si sente forte e legittimata ma sa che da sola non basta. L'importante, per la Meloni, è che il centrodestra sia unito. E questo è il problema.

 

«Mi pare che con queste elezioni - incalza nella conferenza stampa a via della Scrofa, sede del partito - ci sia il ritorno a un sano bipolarismo dell'alternanza. Il centrodestra non deve essere ondivago, deve avere una posizione chiara. Quanto accaduto dovrebbe far definitivamente dissuadere chi ancora nel centrodestra continua a ragionare di sistema proporzionale...».

 

nello musumeci foto di bacco (1)

Ovvero: Salvini e Berlusconi non provate a fermarmi passando al proporzionale per inciuciare con il centrosinistra. Non è affatto sicura Giorgia (convinta che «noi dobbiamo continuare a difendere maggioritario e sistema bipolare») che Silvio e Matteo vogliano continuare a stare con lei che ormai li sopravanza. Infatti FdI tornerà a chiedere nei prossimi giorni agli alleati la firma del cosiddetto patto anti-inciucio e loro continueranno a negarglielo.

 

Non solo. «A Palermo si è vinto perché noi abbiamo ritirato la nostra candidata sindaco, sapendo che Lagalla era il più competitivo»: e in base a questo principio vuole che i partner del centrodestra il via libera a Musumeci come candidato presidente regionale in quanto il più attrezzato a vincere.

 

gianfranco micciche

Ma arrivano subito le docce fredde: Berlusconi non ci pensa proprio, Miccichè spara su Musumeci e Salvini sostiene, in maniera fredda se non liquidatoria, che «in Sicilia va trovato qualcuno che unisca». Ovvero non Musumeci, evidentemente. E la Meloni non ci sta, incalza, non arretra: «Noi non diamo aut aut, ma neanche gli altri devono darne».

 

Dunque non si annunciano affatto tranquilli i prossimi passaggi nel centrodestra. Il modo di Giorgia di incassare la vittoria è mettere il dito nella piaga di Salvini (doppiato nei voti di lista) e anche di Berlusconi (quadruplicato e quintuplicato nei consensi di partito).

 

matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia

E rivolge loro un discorso molto netto: «Questo voto ci interroga, lo dico agli alleati, se bisogna sostenere Draghi e questo Parlamento». Poi indurisce: «Se fossi in Salvini e Berlusconi lascerei l'esecutivo». Il primo dei due risponde piccato: «Lasciare il governo? Non confondiamo i problemi».

 

Giorgia è convinta che a confondere gli italiani, spezzando in due il centrodestra tra governo e opposizione, siano i suoi partner. E fa della parola «chiarezza» - quella che lei pretende da loro, ossia nessun cedimento a schemi estranei al bipolarismo come quello in corso nell'attuale maggioranza - il suo leit-motive della giornata.

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

COME WINNIE

Ma intanto c'è ancora da godersi in pieno il successo. A L'Aquila FdI conferma il rapporto speciale con l'Abruzzo, sfiorando il 20 per cento, primo partito della città, e staccando di oltre sei punti gli uomini di Salvini. Stesso copione, più o meno, dappertutto.

 

giorgia meloni matteo salvini

E sono lontani i tempi in cui FdI, a Verona, collezionava appena il 2,7 per cento, quattro volte meno della lista leghista. Ora è 11,3 a 6,3. E a Alessandria? 15 a 10. Con numeri che durante la notte cambiano un po' ma dicono sempre la stessa cosa: il sorpassone.

 

Ed è psicodramma da una parte (in via Bellerio) e festa dall'altra (in via della Scrofa). Con tanto di foto di Giorgia su Fb in posa da Churchill che sorridendo fa il segno di vittoria con le dita. Lo stesso Winnie diceva però che «i problemi della vittoria sono più dolci ma spesso non meno difficili di quelli della sconfitta». Giorgia se n'è accorta subito.

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...