mattarella zingaretti conte

DUE MESI CHE SPAVENTANO GIUSEPPI - IL 3 AGOSTO 2021 SI APRIRÀ IL SEMESTRE BIANCO, DOPO QUEL GIORNO MATTARELLA NON POTRÀ SCIOGLIERE LE CAMERE. MA A GIUGNO CI SARANNO LE AMMINISTRATIVE, E SE IL PD DOVESSE USCIRNE RAFFORZATO, I MALUMORI PD POTREBBERO ESPLODERE. SEMPRE SE L'EMERGENZA DA COVID-19 SARÀ RIENTRATA…

Adalberto Signore per “il Giornale

 

Mancano 259 giorni esatti al prossimo 3 agosto, giorno in cui si aprirà il semestre bianco.

Politicamente parlando, una sorta di vera e propria zona franca, visto che - qualunque cosa accada - nei sei mesi successivi non si potranno sciogliere le Camere in attesa dell' elezione del nuovo capo dello Stato (in programma a inizio febbraio 2022). Con ogni probabilità, però, il «bimestre nero» di Giuseppe Conte inizierà qualche tempo prima.

conte mattarella

 

Forse già a inizio giugno, appena archiviate le amministrative della prossima primavera. Si voterà nella seconda metà di maggio, con eventuali ballottaggi due settimane dopo, in cinque città chiave per gli equilibri politici nazionali: Bologna, Napoli, Milano, Roma e Torino. Con il centrosinistra a trazione Pd che - almeno ad oggi - dovrebbe avere gioco facile in tutte le piazze, ad eccezione della capitale (tra tutte, la partita certamente più complessa e meno prevedibile).

 

Dopo quella tornata elettorale - soprattutto se i dem ne usciranno rafforzati - i malumori che si registrano da tempo nel Pd e in un pezzo importante del M5s potrebbero esplodere. Al netto del fatto, ovviamente, che l' emergenza Covid-19 sia sostanzialmente rientrata e la politica si possa «permettere» di imbarcarsi in una crisi di governo. Conte lo sa bene e, non a caso, teme l' avvicinarsi della morsa amministrative-semestre bianco che potrebbe saldare l' insoddisfazione che si registra nei suoi confronti in molti ambienti della maggioranza.

 

conte franceschini

Che il Pd stia ragionando su futuri scenari Conte-free non è certo una novità delle ultime settimane. Peraltro, la gestione dell' emergenza sanitaria - soprattutto le ripetute discussioni tra il premier e il capo delegazione dem, Dario Franceschini - non ha fatto che esacerbare gli animi. Al punto che ieri Goffredo Bettini, ascoltato consigliere di Nicola Zingaretti, ha messo nero su bianco la disponibilità del Pd a valutare altre soluzioni.

 

«Nella stretta di oggi, si tratta di praticare tutte le vie possibili per raccogliere con generosità i contributi delle forze politiche consapevoli e democratiche», ha scritto in una lettera al Corriere della Sera. Un' apertura di credito diretta a Forza Italia, ma nei fatti anche un avviso di sfratto per Conte. Che, per quanto abbia l' ambizione di diventare una sorta di riserva della Repubblica in quota M5s, certo non potrebbe restare a Palazzo Chigi se si realizzasse l' auspicio di Bettini. Che, poi, è lo stesso di Matteo Renzi, altro socio di maggioranza assolutamente favorevole a un rimpasto di governo. Fosse per il leader di Italia viva, anche oggi stesso.

 

giuseppe conte sergio mattarella

Più variegato il fronte grillino, perché il premier gode ancora dell' appoggio di un pezzo importante del Movimento. In particolare quello che fa capo al presidente della Camera, Roberto Fico. I rapporti con Luigi Di Maio, invece, sono al minimo storico, praticamente assenti ormai da tempo. E il termometro del grande gelo sta nel fatto che i due non si parlano da mesi, nonostante i rispettivi ruoli - premier uno e ministro degli Esteri l' altro - imporrebbero un contatto praticamente quotidiano.

 

D' altra parte, la svolta istituzionale di Di Maio - che ormai da diversi mesi non scivola più in piazzate scomposte tipo la richiesta di impeachment per Sergio Mattarella o i festeggiamenti per aver «abolito la povertà» - toglie spazi di manovra proprio a Conte, che prima poteva proporsi come unico volto rassicurante del Movimento. Insomma, se in primavera l' emergenza Covid-19 dovesse rientrare e nella maggioranza si aprisse il dossier del dopo Conte, il ministro degli Esteri non avrebbe alcuna esitazione ad abbandonare il premier al suo destino.

 

Conte Zingaretti

Che le prospettive nel breve periodo non siano troppo rosee e che nella maggioranza - anche in queste ore - si stia lavorando a un nuovo assetto di governo, Conte lo sa bene. Chissà non sia anche per questa ragione che ieri pomeriggio ha deciso solo all' ultimo minuto di rinunciare alla prevista ospitata a Otto e mezzo su La7.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”