aquilanti boschi e gentiloni

IL DUO BOSCHI-AQUILANTI COLPISCE ANCORA! DOPO AVER TOPPATO LA RIFORMA COSTITUZIONALE, LA LEGGE ELETTORALE, L’INTERVENTO SU CANTONE, LA SOTTOSEGRETARIA E IL SEGRETARIO GENERALE INFIOCCHETTANO IN UN'ALTRA CAZZATA: LA CIRCOLARE ‘ACCENTRATRICE’ CHE VIENE SCONFESSATA DALLO STESSO GENTILONI - SEGNO DI GROSSA DEBOLEZZA PER PALAZZO CHIGI: VUOL DIRE CHE I DIRIGENTI NON SE LI FILANO

 

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera

paolo aquilantipaolo aquilanti

 

Doveva essere una soluzione, una pezza, un mezzo per non ripetere altri errori. Una svista sulle norme anticorruzione, modificate senza una ponderata valutazione un paio di settimane fa in Consiglio dei ministri, con conseguente coda di polemiche, era il caso che non doveva ripetersi. Il mezzo per conseguire l' obiettivo però, una circolare amministrativa interna, firmata dal segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, è divenuta la classica toppa che appare peggio del buco.

 

Il caso è scoppiato ieri e in qualche modo la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che la circolare interna vuole come destinataria di una supervisione «preventiva» di tutti gli atti e schemi di provvedimenti dei dipartimenti che fanno capo alla presidenza del Consiglio, è stata ufficialmente e formalmente «assolta». Una nota del governo ha fatto sapere che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni «non commenta retroscena e polemiche surreali su normali iter procedurali interni».

 

Eppure la storia ha risvolti che proprio al capo del governo non sono piaciuti affatto.

BOSCHI E GENTILONIBOSCHI E GENTILONI

«Un autogol, o se volete uno scivolone, un po' da maestrina», è la sintesi ufficiosa che viene fatta proprio dagli uffici alle dirette dipendenze di Gentiloni. Della circolare emanata il 28 aprile il premier non era informato, come non era informato il suo capo di gabinetto. E indubbiamente, quando il documento è arrivato sul suo tavolo, il presidente del Consiglio si è irritato non poco, in primo luogo con il segretario generale Paolo Aquilanti, che il documento ha firmato e inviato a decine di dirigenti dell' esecutivo.

 

Il presunto autogol è quello che lei, Maria Elena Boschi, di prima mattina, definisce, difendendosi, come «una fake news». Nella circolare, pubblicata dal quotidiano La Repubblica , si esige che ogni atto dei ministeri senza portafoglio, dunque quelli delegati dalla presidenza del Consiglio, in primo luogo i dicasteri diretti da Luca Lotti ed Anna Finocchiaro, da Marianna Madia e Claudio De Vincenti a Enrico Costa, debba «pervenire in preventiva visione alla Sottosegretaria», dunque proprio alla Boschi.

boschi gentiloni e renziboschi gentiloni e renzi

 

Il documento, di 17 righe, ha fatto storcere il naso a molti dirigenti che lo hanno ricevuto.

Giudicato in prima battuta come una sorta di commissariamento, o di eccesso di controllo, l' atto si riferisce ad «ogni schema del provvedimento, destinato ad essere adottato in forma di Dpcm o Dpr, sia quando l' atto dovrà essere emanato su proposta di un ministro, sia in caso di concerto».

 

Ma il problema, passati alcuni giorni, sembra essere di natura diversa: sia per i vertici dirigenziali dei Dipartimenti del governo sia per lo staff del premier, non è la sostanza, ma il tono e il metodo, in definitiva l' iniziativa, abbastanza inedita. «Bastava fare un giro di telefonate», dicono ancora a Palazzo Chigi. Almeno se l' intenzione era evitare che si ripetesse un incidente come quello sulle norme anticorruzione.

andrea orlando andrea orlando

 

Un errore che dovrebbe essere corretto in sede parlamentare, nelle prossime ore, secondo la promessa che lo stesso Gentiloni ha fatto a Raffaele Cantone.

Prima che inizi l' Assemblea nazionale del Pd la Boschi si difende: «Nessun commissariamento, semplicemente il segretario generale invita i ministeri a rispettare le regole che già esistono». Anche Andrea Orlando minimizza: «Boschi commissaria il governo? Io non me ne sono accorto».

 

Claudio De Vincenti Claudio De Vincenti

Ed è significativo il ministro alla Coesione, Claudio De Vincenti, che per lungo tempo ha fatto lo stesso mestiere della Boschi: «Se leggete bene la circolare è ineccepibile, è esattamente il compito del sottosegretario alla Presidenza istruire gli atti prima dell' arrivo in consiglio dei ministri». Di sicuro, per il futuro, Gentiloni ha chiesto di essere lui stesso informato, preventivamente, degli atti che escono da Palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...