FISK IL VENTO, INFURIA LA BUFERA! - IL FAMOSO CORRISPONDENTE BRITANNICO, ROBERT FISK, SMONTA IL MODO IN CUI VIENE RACCONTATO IL COLLASSO DEL CAPITALISMO: “È LA PROVA DELLA NOSTRA SUPINA OBBEDIENZA ALLE ISTITUZIONI E AGLI “ESPERTI” DI HARVARD CHE HANNO CONTRIBUITO A QUESTO DISASTRO CRIMINALE” - ‘’LE BANCHE, INSIEME ALLE AGENZIE DI RATING, SONO I DITTATORI DELL’OCCIDENTE NON DIVERSAMENTE DAI MUBARAK E DAI BEN ALI” - “CHI DAVA LA TRIPLA A AI PRESTITI SUB-PRIME DI LEHMAN E GOLDMAN SACHS, ORA RIPETE IL GIOCHETTO MINACCIANDO DECLASSAMENTI IN EUROPA”…

Articolo di Robert Fisk per "The Independent" pubblicato da "il Fatto quotidiano" - Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

Dal momento che vivo nella regione del mondo - il Medio Oriente - che produce più luoghi comuni per metro quadrato di qualunque altra parte del globo, forse dovrei pensarci un attimo prima di dire che non avevo mai sentito così tante sciocchezze e idiozie come sulla crisi finanziaria mondiale. Il modo in cui viene raccontato il collasso del capitalismo è la prova della nostra supina obbedienza alle istituzioni e agli "esperti" di Harvard che hanno contribuito a questo disastro criminale.

Facciamola finita con la "primavera araba" - grottesco artificio linguistico che non rende giustizia al risveglio degli arabi in Medio Oriente - e con le ridicole analogie con le proteste sociali nelle capitali occidentali. Ci hanno preso in giro raccontandoci che i poveri e gli emarginati dell'Occidente fanno parte della stessa famiglia dei giovani della "primavera araba" e che gli indignati americani, canadesi, britannici, spagnoli e greci si sarebbero "ispirati" alle dimostrazioni di massa che hanno rovesciato i regimi in Egitto, Tunisia e Libia. Sono solo sciocchezze.

L'analogia, inutile dirlo, è stata partorita dai giornalisti occidentali ansiosi di nascondere la vera natura delle proteste contro i governi "democratici" occidentali e di insinuare che si trattava di un semplice tentativo di imitare l'ultima moda del mondo arabo. La realtà è un po' diversa. Milioni di arabi sono scesi in piazza nelle capitali mediorientali spinti dal desiderio di dignità e dal rifiuto di dittature di tipo familiare. I Mubarak, i Ben Ali, i Gheddafi, i re e gli emiri del Golfo (e della Giordania), gli Assad vivevano nella convinzione di "possedere" i loro Paesi. I martiri arabi sono morti per dimostrare che il loro Paese apparteneva al popolo.

Quanto all'Occidente i movimenti di protesta hanno come bersaglio il Big Business e i governi. Le dimostrazioni sono servite a mettere a nudo una realtà: per decenni gli occidentali hanno vissuto in democrazie truffaldine e hanno votato partiti politici che hanno trasferito il potere del popolo alle banche, ai mercanti di derivati e alle agenzie di rating appoggiati dalla disonesta camarilla di "esperti" delle grandi università americane che continuano a perpetuare la favoletta che questa crisi è figlia inevitabile della globalizzazione e non una tragica truffa finanziaria ai danni degli elettori.

Banche e agenzie di rating sono diventati i dittatori dell'Occidente non diversamente dai Mubarak e dai Ben Ali. Le elezioni si sono trasformate in una tragica farsa. Non ci vuole un genio per capire che agenzie di rating e banche americane sono intercambiabili tanto che i dirigenti fanno la spola da un'agenzia all'altra, da una banca all'altra e spesso finiscono nei ranghi del governo degli Stati Uniti.

Quegli stessi truffatori che davano la tripla A ai prestiti sub-prime e ai derivati americani prima del 2008, ora stanno ripetendo lo sporco giochetto in Europa minacciando il declassamento dei governi e delle banche. Perché i giornalisti finanziari che stazionano in permanenza a Wall Street non ci illuminano? Come mai la Bbc, la Cnn e al-Jazeera trattano queste combriccole di criminali come rispettabili istituzioni? Come mai non si aprono indagini sui loro scandalosi comportamenti?

Il tutto mi ricorda il modo altrettanto ambiguo in cui molta stampa tratta il Medio Oriente evitando critiche dirette a Israele e spacciando per buona la favoletta dei bravi ragazzi "moderati" e dei cattivi "terroristi". E infatti appena i dimostranti di Occupy Wall Street cominciano a dare fastidio vengono bollati come "anarchici" e "socialmente pericolosi".

 

robert fiskfitch ratingsdagong RATINGLehman BrothersProteste in Egitto Proteste in Libiaaljazeera

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…