vladimir putin nucleare atomico bomba atomica

UN GOLPE CONTRO PUTIN È POSSIBILE? A MOSCA SI MOLTIPLICANO VOCI DI DISSENSO: OLIGARCHI (POCHI), STAR, SOCIETÀ CIVILE. MA LE ÉLITE POTREBBERO ROVESCIARE "MAD VLAD"? O IL POTERE È ANCORA SALDAMENTE NELLE MANI DELLO “ZAR”? VALERIJ SOLOVEI, POLITOLOGO E STORICO: “PUTIN PUO’ ANCHE CADERE, MA NON ADESSO, CI VUOLE DEL TEMPO” - “SAREBBE IN PERICOLO SE LE ÉLITE PERCEPISSERO CHE NON HA PIÙ L’APPOGGIO DEI SERVIZI E SI VERIFICASSERO DELLE..."

Paolo Valentino per corriere.it

 

 

VLADIMIR PUTIN

L’offensiva contro l’Ucraina sarebbe costata finora alla Russia oltre 10 mila morti . «Abbiamo avuto un numero di perdite tremendo: in una sola settimana abbiamo perso lo stesso numero di soldati della missione in Siria in otto anni», rivelano al Corriere fonti militari russe.

 

Se confermata, si tratterebbe di una cifra spaventosa, che la dice lunga sulle difficoltà incontrate dall’esercito del Cremlino, nonostante la soverchiante superiorità di mezzi e uomini.

 

Ma soprattutto sarebbe una cifra che amplifica i problemi di Vladimir Putin, alle prese con la scommessa della vita. Quella che lo potrebbe consacrare come restauratore della Santa Russia, il nuovo zar che ha unificato il Russkij Mir, come sogna. Ovvero potrebbe infliggere un colpo contundente al suo prestigio e alla sua autorità, al punto da farne vacillare il potere.

 

PUTIN

Le notizie dal terreno dicono che i comandi russi hanno cambiato tattica e che ora la linea di attacco si sta facendo più brutale, meno attenta ai costi civili dei bombardamenti. «Putin vuole una vittoria militare e la vuole presto, la conquista di Kiev è diventata la priorità», dicono le fonti, secondo cui il regime change, il cambio di regime con la cacciata di Zelensky, indicato come obiettivo all’inizio, non è più nei desiderata del Cremlino. Anzi. «Una vittoria militare permetterebbe di dettare le condizioni di un negoziato con l’attuale governo».

 

putin

È solido Vladimir Putin, sul piedistallo finora intoccabile e intoccato dal quale, da oltre due decenni, «regna» sul Paese degli undici fusi orari? O anche per lui varrà la legge non scritta degli autocrati e dei dittatori, il cui destino spesso si intreccia con le avventure militari?

 

La prima risposta di molti analisti e imprenditori è che Putin sia ancora in pieno controllo di tutte le leve del potere e inoltre disponga di uno zoccolo duro nell’opinione pubblica, che ne appoggia le scelte anche grazie alla forza e penetrazione della sua propaganda.

 

«Ha un potere totale – dice un manager italiano da molti anni in Russia – e anche se la situazione sta spingendo alcuni fra gli oligarchi a esprimere insoddisfazione, queste voci non hanno al momento alcuna sponda politica o militare».

 

PUTIN RISCHIO BOMBA ATOMICA

Certo, a renderlo forte è anche uno scetticismo di fondo che permea una parte della popolazione russa quanto alla possibilità di un cambiamento: «Il bombardamento di Kiev è uno shock per molti russi, che lì hanno parenti o amici. Ma la maggioranza non protesta, c’è un’apatia di fondo perché sono convinti che non serva a nulla, che tutto è stato già deciso da Putin e dai cinque o sei fedelissimi che lo spalleggiano».

 

Nessuno però nega gli scricchiolii, i sussulti, segnali che qualcosa si stia muovendo dentro un Paese che scende progressivamente verso una fase di incertezza, durezze economiche e isolamento dal mondo.

 

alisher usmanov vladimir putin

Sono i 6 mila arresti operati dalle forze di sicurezza in pochi giorni nelle manifestazioni spontanee. È il fremito di petizioni e lettere aperte, moderni samizadt contro la guerra che fioriscono da un capo all’altro del Paese, per tutte quella dell’oppositore Lev Schlossberg che ha raccolto 700 mila firme. Sono le prese di posizione pacifiste di alcuni oligarchi come Fridman e Deripaska, di 300 eletti locali che chiedono di trattare, di personaggi dello sport e dello spettacolo, di tre deputati comunisti della Duma, che hanno detto di aver votato il riconoscimento delle due Repubbliche del Donbass «in nome della pace e non della guerra». O le decine di migliaia di post sui social media, che invitano a cessare l’aggressione. E sono i fiori, migliaia di bouquet depositati davanti all’ambasciata dell’Ucraina a Mosca.

 

«Io credo che Putin possa anche cadere, ma non adesso, ci vuole del tempo», dice Valerij Solovei, politologo e storico che ha diretto il Dipartimento di Affari Istituzionali al celebre MGIMO, l’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università di Mosca, prima di esserne licenziato per le sue opinioni indipendenti. Secondo lo studioso, «la situazione è destinata ad aggravarsi, la guerra in Ucraina colpisce la nostra coscienza e il nostro livello di vita e avrà gravi conseguenze sociali ed economiche, che possono sfociare in crisi politica».

PROTESTE CONTRO VLADIMIR PUTIN

 

Solovei considera lo scontento delle élite, oligarchi e imprenditori, un fattore importante e decisivo: «Al momento non sono pronti a parlare a voce alta, ma se la deriva proseguisse potrebbero unirsi, hanno collegamenti con alcuni gruppi politici e insieme possono mettere una fortissima pressione su Putin. Ma questo non accadrà prima dell’autunno, il regime è forte e stringe le viti della repressione, ha già dimostrato che non è disposto a tollerare alcun dissenso».

 

PUTIN

È anche una questione di fedeltà degli apparati di sicurezza, sui quali al momento Putin mantiene un dominio pieno e incontrollato: «Egli sarebbe in pericolo se le élite percepissero che non abbia più l’appoggio dei servizi e allo stesso tempo si verificassero proteste di massa della popolazione scontenta», dice Abbas Gallyanov, un analista che ha fatto lo speechwriter per Putin e adesso lavora come consulente politico indipendente. E aggiunge: «Se lo vedessero abbastanza indebolito e se si convincessero che possono farlo senza rischi, allora le élite potrebbero tradire Putin. Ma non è per domani».

 

Come la Storia ci insegna, quando la Russia entra in uno smutnoe vremya, un periodo dei torbidi, sono i boiardi che finiscono per sbarazzarsi dello Zar.

Vladimir PutinVOLODYMYR ZELENSKY FA IL PUGNO CHIUSO IN VIDEO CONFERENZA AL PARLAMENTO EUROPEO MERCENARI WAGNER ZELENSKY putin

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…