luigi di maio - beppe grillo - giuseppe conte

DALLE STELLE ALLE STALLE! GRILLO PIOMBA A ROMA PER RIPRENDERE LE REDINI DEL MOVIMENTO LACERATO DAL DUALISMO CONTE E DI MAIO E DALLE BEGHE LEGALI – L’ELEVATO VORREBBE RIUNIRE INTORNO ALLO STESSO TAVOLO PEPPINIELLO APPULO E LUIGINO E PENSA A UN COMITATO DI ATTIVISTI PER RIPARTIRE - IL PIANO B DI GRILLO: SOSTITUIRE CONTE CON LA SUA COCCA VIRGINIA RAGGI (A DI MAIO NON DISPIACEREBBE)

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

Incontri bilaterali a certificare la frattura interna al gruppo e intenzioni chiare, in primis quella di riportare gli attivisti al centro della scena: Beppe Grillo torna a Roma e lo fa per gestire la crisi del Movimento, capire come uscire dall'impasse senza correre rischi.

 

Il garante dei Cinque Stelle non vuole bruciare le tappe, né essere tantomeno tirato per la giacca in una direzione o in un'altra. Il pericolo - dopo l'ordinanza del tribunale di Napoli che ha di fatto azzerato i vertici del Movimento - è finire in una spirale di cause, che prosciugherebbero le casse e le risorse politiche.

 

La parola chiave in questa fase è prudenza. L'avvocato dei ricorrenti a Napoli, Lorenzo Borrè, ha fatto intendere che vede un iter preciso con tre punti: la nomina di un comitato di garanzia, quella del comitato direttivo e il voto su Rousseau. Un percorso alternativo potrebbe dare il la ad altre querelle giudiziarie. Gli avvocati sono al lavoro per trovare una sintesi, ma l'ala contiana propende per evitare sia il passaggio sulla vecchia piattaforma sia sul comitato direttivo: preferirebbero un voto sul nuovo statuto appena possibile. Per Grillo quella di oggi sarà una giornata scandita da una serie di incontri.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

A certificare la frattura nel Movimento, non si terrà il solito tavolo all'hotel Forum, ma appunto incontri bilaterali. Incerta anche la sede: il garante potrebbe optare per spostarsi nei vari palazzi romani evitando l'assedio all'albergo capitolino che lo ospita. Grillo vedrà comunque diversi Cinque Stelle: dal presidente «congelato» Giuseppe Conte, ai membri del comitato di garanzia (il dimissionario Luigi Di Maio, Virginia Raggi e - impegni istituzionali permettendo - Roberto Fico), i capigruppo, Davide Crippa e Mariolina Castellone. Ad alcuni incontri parteciperanno i legali. Quello con Conte sarà certamente lo snodo centrale della giornata.

 

Da ambienti vicini all'ex premier filtrano voci di «una sintesi vicina» tra gli avvocati del garante e di Conte. Il presidente in pectore viene descritto come «sereno» e il clima «molto positivo». C'è soddisfazione anche per la decisione di incontri singoli. «Conte è comunque il leader», viene fatto notare. Di Maio, invece, è concentrato su dossier istituzionali. Il ministro degli Esteri, ieri a Lione, sa che si tratta di un passaggio cruciale e non farà mancare il suo contributo. Ma Grillo - secondo i ben informati - avrebbe già qualche idea in testa sia in prospettiva per il Movimento, sia per il primo step della questione, il comitato di garanzia.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Il fondatore dei Cinque Stelle vorrebbe rimettere i militanti (proprio da tre di loro nasce la causa a Napoli) al centro della scena. Non è nemmeno escluso che Grillo possa pescare da una rosa di attivisti i nomi per il comitato di garanzia: persone di sua fiducia, che si sono spese per anni per il Movimento lontano dalle luci della ribalta politica. Intanto tra i parlamentari cresce la preoccupazione per il futuro - almeno a breve termine - del Movimento.

 

Molti sperano che l'intervento del garante possa essere risolutivo. C'è anche chi la prende con ironia e canticchia con le parole di Dargen D'Amico: «Balla, tra i rottami balla, per restare a galla». E la situazione non è migliore sui territori. I big nazionali hanno invitato a non presentare liste se il rischio è essere a percentuali minime: un gesto che ha creato altro malessere a livello locale.

 

 

ROMA TORNA IL CAPOCCIA

Antonio Bravetti per "la Stampa"

 

Aspettando Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle vive ore di apnea, in attesa che il fondatore si palesi nella capitale e tiri fuori la sua creatura dal pantano in cui l'ha gettata il tribunale di Napoli.

 

CUPIO DISSOLVI - IL POST CRIPTICO DI BEPPE GRILLO SULLA GUERRA DI MAIO CONTE

L'arrivo era previsto tra ieri sera e questa mattina, ma con l'ex comico le certezze sono sempre poche. «Se vedrò Grillo? Sì certo, ci incontreremo, ci confronteremo, stiamo studiando anche con i legali le varie soluzioni», confermava ieri mattina Giuseppe Conte. L'invito al silenzio di Grillo, «a non assumere iniziative azzardate», ha colto nel segno: c'è un clima teso nei palazzi della politica, deputati e senatori non si sbilanciano. Sanno che l'arrivo di Grillo a Roma potrebbe portare a colpi di scena. A lui guardano preoccupati, ansiosi, curiosi.

 

Il fondatore, raccontano, vorrebbe riunire intorno allo stesso tavolo Conte e Luigi Di Maio: con loro c'è da affrontare un chiarimento politico, oltre a quello legale che coinvolge lo statuto. Grillo vedrà altri big del Movimento, forse anche Virginia Raggi. Conte, intanto, si muove su due tavoli: quello legale e quello politico. Da una parte ci sono gli avvocati dell'avvocato, al lavoro per trovare una soluzione che permetta a Conte di continuare a gestire il Movimento in qualità di presidente.

luigi di maio giuseppe conte meme by carli

 

«L'azione di una forza politica non può interrompersi per un provvedimento giudiziario, peraltro provvisorio, cautelare, e quindi stiamo trovando delle soluzioni per procedere ancora più forti», spiega l'ex premier. Il presidente dimezzato non può permettersi un mese di stallo, il tempo necessario al tribunale di Napoli per arrivare a una sentenza. Vuole agire prima. Sa che la partita vera è quella politica. Ha bisogno di riguadagnare al più presto l'interezza della sua leadership, per non offrire varchi a chi nel Movimento non fa il tifo per lui.

 

Intanto Beppe Grillo sta cercando di scongiurare nuove impugnazioni da parte di Lorenzo Borrè, il legale che ha curato il ricorso dei militanti di Napoli. Eccola: un voto per formare il nuovo comitato di garanzia ovvero l'organo che, stando al vecchio statuto ritornato in auge, determina «le modalità di svolgimento e votazione dell'assemblea» degli iscritti. Il comitato è composto da tre membri eletti mediante consultazione in rete, fra una rosa di almeno sei nomi proposti dal garante. In assenza del capo politico, questo organismo è considerato essenziale per portare al voto le modifiche dello statuto o per procedere all'elezione del comitato direttivo. Ma qui viene al pettine un altro nodo: dove votare? Si torna a Rousseau o si procede su SkyVote, la rete scelta dopo lo strappo con l'associazione di Davide Casaleggio? Il figlio del cofondatore dei 5 Stelle, raccontano, sarebbe disponibile a concedere l'utilizzo della sua piattaforma.

conte di maio

 

Ma l'operazione ha un costo e soprattutto ripropone l'annosa questione dei dati degli iscritti, dei quali il Movimento 5 Stelle è tornato in possesso l'anno scorso dopo un lungo e sfibrante braccio di ferro con l'Associazione Rousseau. Intanto sul Movimento continuano a piovere carte. Ieri il Senato, con la firma della presidente Elisabetta Casellati, ha annullato l'espulsione di sei senatori grillini dal gruppo, rei di non aver votato la fiducia al governo Draghi lo scorso 22 dicembre. Si tratta di Barbara Lezzi, Elio Lannutti, Rosa Silvana Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado e Fabio Di Micco.

 

«Nel regolamento del M5S l'autonomia del gruppo viene schiacciata dall'influenza decisoria del partito - si legge nella decisione del collegio di garanzia di Palazzo Madama - che esautora gli appartenenti al gruppo dalle decisioni dell'associazione della quale fanno parte». Il provvedimento, a differenza di quello del tribunale di Napoli, non è impugnabile. Non proprio il massimo per il partito guidato da un avvocato.-

giuseppe conte virginia raggi luigi di maio foto di bacco (6)

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…