di maio

IMPEGNO CIVICO O IMPEGNO A GARANTIRSI LA POLTRONA? NEL PARTITINO DI DI MAIO SCOPPIA LA SOMMOSSA - IL MINISTRO DEGLI ESTERI SI UNISCE AI DEM, INSIEME A TABACCI, PERÒ LE CONDIZIONI IMPOSTE DAL NAZARENO NON CONTEMPLANO TUTTA LA SUA TRUPPA. I 62 TRANSFUGHI DEI 5 STELLE, DOPO AVER ABBANDONATO IL MOVIMENTO PER SEGUIRE GIGINO NELLA SUA NUOVA AVVENTURA, SONO SUL PIEDE DI GUERRA. DIRE CHE SONO INCAZZATI È DIRE POCO…

MASSIMO SANVITO per Libero QUotidiano

 

di maio

I ferri sono corti. Cortissimi. Gigino, il gran trasformista che sguazza nella grande accozzaglia di partiti e partitini uniti solo dal terrore che il centrodestra possa prendere le redini del Paese, si inchioda al muro da solo. Ed eccolo lì al fianco di Enrico Letta e del nuovo compagno di viaggio, Bruno Tabacci, nella sede del Nazareno per suggellare l'accordo di poltrone in vista del 25 settembre. Sorrisi e strette di mano davanti ai fotografi che servono solo a nascondere il cadavere di Impegno Civico. «Sono molto contento di poter annunciare l'accordo raggiunto per andare insieme nella parte degli uninominali della legge elettorale», dice Letta. «Abbiamo convenuto una relazione fra noi di 92 a 8 per cento.

 

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista virginia raggi

L'interesse di tutti noi è il successo della lista di Impegno Civico. Il rapporto che lega Pd e Impegno Civico è un rapporto intenso. Siamo stati la parte del Parlamento e del governo a sostegno della continuità dell'esecutivo.

 

Mi sento di poter dire che c'è un ragionamento sul futuro». Certo, come no.

 

La realtà, ovviamente, è un'altra. Ben diversa dai convenevoli che spingono l'ex capo politico grillino a dichiarazioni suggestive. Dice Di Maio: «Parlare di territori mai come ora significa parlare di politica estera. Difendere l'agenda Draghi significa difendere i risultati economici». Con Tabacci a reggergli il gioco: «Oggi inizia un lungo cammino per disegnare una nuova Italia.

 

DI MAIO CONTRO IL PD

Si apre una campagna elettorale difficile e molto più contendibile di quello che si pensa». La verità è che i 62 transfughi dei 5 Stelle, dopo aver abbandonato il Movimento per seguire Gigino nella sua nuova avventura, sono sul piede di guerra. Dire che sono incazzati è dire poco.

 

SENZA FIRME Tanto è vero che non ci vogliono nemmeno pensare di firmare le proprie candidature. Con un accordo del genere, sciolti all'interno di quello che chiamavano il Partito di Bibbiano, che fine faranno? Ora ne sono consapevoli: si sono infilati in un vicolo cieco, traditi dallo stesso che li aveva convinti a tradire. Salva (forse) la poltrona di Di Maio, chissenefrega di tutti gli altri. Il mirabolante progetto di Impegno Civico non ha fatto nemmeno in tempo a vedere la luce che è già morto. Sepolto.

 

L'ape disegnata nel simbolo non sbatte più le ali: si è suicidata col suo stesso pungiglione.

BRUNO TABACCI LUIGI DI MAIO MEME

 

E dire che Gigino, con il solito piglio da imbonitore, nella sede del Pd un tempo nemico numero uno, per spostare l'attenzione lontana dalla condanna a morte dei suoi pretoriani ha avuto persino il coraggio di attaccare il centrodestra con tesi da fantascienza. «Tutto dipende dalla credibilità internazionale dell'Italia. Dubito che la coalizione di destra e gli estremismi possano assicurare quella credibilità, visto che prima ancora di andare al governo, e noi vogliamo evitarlo, ha già litigato con l'Europa sui blocchi navali, un esponente era pronto a farsi pagare i biglietti aerei in rubli da Mosca e hanno già annunciato idee economiche che spaccheranno tutti gli impegni presi in Europa e sostanzialmente sfasceranno i bilanci pubblici».

 

MEME SUL SIMBOLO DI IMPEGNO CIVICO

Poi ci pensa Letta ad alzare il tiro, sempre che- arrivati a questo punto - sia possibile farlo. «Quella del Conte 2 è una alleanza della quale non mi pento di nulla e non ci pentiamo di nulla. Luigi Di Maio è presente a testimoniare il lavoro ottimo fatto in questi anni. Tutto questo ha portato al governo Draghi che ha fatto bene all'Italia in questi 18 mesi e che avrebbe potuto fare molto bene anche in prospettiva futura».

 

LE BRICIOLE Tutti d'amore e d'accordo nel nome della sacra seggiola imbottita. Poi tocca ancora a Di Maio. La butta quasi sul sentimentale mentre la base gli mostra già le spalle: «Le persone possono fare la differenza, nel rappresentare le comunità. Questa è una grande sfida, la grande ambizione di Impegno Civico è aggregare. A Impegno Civico si aggiungeranno altre realtà civiche e politiche che vogliono intraprendere questo percorso con noi. Il nostro obiettivo è quello di mettere insieme coloro che rappresentano i territori e che possono fare la differenza rispetto alla competizione elettorale. Immaginiamo che gran ressa... Intanto, dentro la stessa coalizione - pardon, ammucchiata - serpeggiano i malumori.

 

L APE MAIO

A partire da Calenda, che piccona dall'interno. Sull'accordo nero su bianco tra Pd e Impegno Civico non si è pronunciato. Resta in silenzio, per ora. Ma potrebbe parlare oggi, anche perché così ci smena lui stesso. Alla fine il Pd dovrebbe presentarsi nel 58% circa dei collegi uninominali, il 24% dovrebbe essere destinato a esponenti di Azione-+Europa, il 14 a Verdi e Sinistra italiana, il 4% a Impegno Civico. La sommossa è appena cominciata.

LUIGI DI MAIO E BRUNO TABACCI

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO