1. INCREDIBILE! IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE CI ARRIVA DAL PASSATO SU SKY UN OGGETTO NON IDENTIFICATO ALTAMENTE RADIOATTIVO. IL BERLUSCONI MOVIE CHE NESSUN DISTRIBUTORE HA MAI VOLUTO MOSTRARE NELLE SALE, CHE NESSUN DIRETTORE DI FESTIVAL HA MAI AVUTO IL FEGATO DI FARCI VEDERE. SI TRATTA DI “LA BRUTTA COPIA”, ANDATO IN ONDA IERI SERA, MA RIANDRÀ IN ONDA ANCHE IL 24 SERA, CON LA REGIA DEL COMICO FIORENTINO MASSIMO CECCHERINI, PRODOTTO DA CECCHI GORI NEL 2002, SCRITTO DA GIOVANNI VERONESI, CON CARLO MONNI E ROCCO PAPALEO (DEL FILM NON ESISTONO FOTO DI SCENA!) 2. ESISTONO ALTRI DUE PELLICOLE MAI ARRIVATE IN PUBBLICA SALA SU SILVIO BANANONI, COME “BYE, BYE BERLUSCONI” DI JAN STAHLBERG (ACQUISTATO PER 60 MILA EURO DA MASSIMO FERRERO) E LO STRACULTISSIMO NAPOLETANO “HAMMAMET VILLAGE” DI NINÌ GRASSIA

Marco Giusti per Dagospia

Incredibile! In piena campagna elettorale ci arriva dal passato su Sky un oggetto non identificato altamente radioattivo. Il Berlusconi movie che nessun distributore ha mai voluto mostrare nelle sale, che nessun direttore di festival ha mai avuto il fegato di farci vedere. Si tratta di "La brutta copia", andato in onda ieri sera subito dopo "Ballarò" con gli scazzi fra Tremonti e Fini, ma riandrà in onda anche il 24 sera, terzo film da regista del comico fiorentino Massimo Ceccherini, prodotto da Vittorio Cecchi Gori nel 2002 e scritto assieme a Giovanni Veronesi.

Ufficialmente il film si perse nei disastri produttivi del gruppo Cecchi Gori e poi del fallimento della società, ma mentre, anche se con ritardo, i film diretti quello stesso anno da Sergio Rubini, Paolo Virzì e Vincenzo Salemme, alla fine uscirono, quello del Ceccherini non ha mai visto la luce.

"Cecchi Gori non me lo ha mai fatto uscire", diceva qualche anno fa il Cecche, che è rimasto ferocemente attaccato al suo film, che riteneva un piccolo capolavoro. Come lo pensavano i suoi attori principali, Carlo Monni e Rocco Papaleo. "Mi è rimasta solo 'sta cassettina marcia in casa... Io lo ritengo un capolavoro. Se lo doveva nascondere allora non me lo doveva far proprio girare".

Ovviamente Ceccherini sapeva benissimo che il motivo di questa (auto?)censura stava nell'argomento di uno dei tre buffi episodi che compongono il film. Quale? Siamo nel 1996, in piena e feroce campagna politica e la città è piena di manifesti elettorali di Berlusconi con le celebri frasi "Meno tasse per tutti" e così via. Tre pazzi, cioè Ceccherini, il grosso Carlo Monni e lo spiritato Rocco Papaleo, evadono dal manicomio e cercano di raggiungerlo a Milano. "Sono convinti che Berlusconi sia un extraterrestre e che possa salvarli dai loro problemi."

Il bello è che quando i tre arriveranno a Arcore, superata una sfilata di olgettine che riescono a concupire facilmente solo pronunciano le frasi storiche dell'ex Presidente del Consiglio ("vieni con me, sono un presidente operaio!"), scopriranno che Berlusconi è davvero un extraterrestre, una specie di cervello luminoso, e nominerà proprio loro tre direttori di Rete 4, Italia 1 e Canale 5.

Anche se non c'è satira pesante o battute volgari, solo il fatto di vedere i tre pazzi di fronte ai suoi manifesti giganti e di sentirli fare commenti sulla grandezza dell'alieno rende il film imperdibile e di grande comicità. Non parliamo poi di quando i tre, per pagarsi il biglietto del treno per Milano, raccattano soldi solo proclamando gli slogan miracolosi di Forza Italia.

Capolavoro o meno, è uno dei pochi film che si siano fatti in Italia su Berlusconi e meriterebbe di essere visto non fosse altro che per la sua originalità. Ricordiamo che esistono altri film, sull'argomento, che sono stati girati e mai sono arrivati in sala. Come "Bye, Bye Berlusconi" del tedesco Jan Stahlberg, uscito in ben otto paesi ma mai da noi. Prodotto con 100.000 euro, girato in digitale a Genova, il film ha avuto perfino un lancio di tutto rispetto al Festival di Berlino nel 2006.

"Avevo visto ‘'Buongiorno, notte'' di Bellocchio", raccontava il regista, che avevo intervistato su Rai2 per Stracult, "e non capivo perché in Italia si potesse fare un film su Aldo Moro, una storia di vent'anni prima, e non su Berlusconi, argomento ben più attuale. Il film racconta il rapimento di Berlusconi da parte di un gruppo di terroristi, a Genova".

Il problema principale, per Stahlberg, è stato proprio nel costruire una storia che permettesse la realizzazione stessa di un film su Berlusconi. Così il rapimento diventa la messa in scena di un film dove si filma il rapimento del leader, e Berlusconi stesso prende il nome di Topolino.

"Abbiamo lavorato con tanti avvocati che ci hanno consigliato il modo migliore per non farlo bloccare durante la lavorazione e ne permettessero poi l'uscita." Ovvio che questa piccola satira antiberlusconiana non avrebbe mai trovato un distributore italiano. Ma il fatto più clamoroso è che il film era stato venduto subito già durante il Festival di Berlino. Come ricordava lo stesso regista: "Lo avevamo venduto a una società romana, la Blue Film International di Massimo Ferrero, che lo ha comprato per 60.000 euro, che non è poco. Solo che non lo hanno mai fatto uscire. Dopo un anno, però, i diritti sono tornati liberi."

Il protagonista era Maurizio Antonini, sosia storico di Silvio Berlusconi che ci disse: "Era chiaro già durante la lavorazione che il film non sarebbe mai uscito". Già titolare di un negozio di scarpe, Antonini aveva smesso la sua attività commerciale da quando si era scoperto la sua grande somiglianza con Berlusconi. E' stato non solo il suo sosia ufficiale al Bagaglino, ma anche in film come "Le comiche 2" o "Fantozzi: la clonazione", prima di incappare in due film mai usciti, il tedesco "Bye Bye Berlusconi" e lo stracultissimo "Hammamet Village" di Ninì Grassia, nome storico della sceneggiata napoletana e del trash movie anni '80, oggi scomparso.

Ma Grassia, che aveva girato più di venti film popolari con Nino D'Angelo, Gigi D'Alessio, Mario e Sal Da Vinci, si vantava da sempre di essere più che un simpatizzante del Partito della Libertà. Il suo "Hammamet Village", commedia coi sosia di Berlusconi (Antonini) e Craxi (Pierluigi Zerbinati) era rimasto inedito per altri motivi. "Il film, girato nel 2002", ci diceva in una vecchia intervista per Stracult, "era pronto per uscire quando venne a mancare Craxi e per rispetto a questo grande uomo non l'ho voluto distribuire. La storia vedeva Berlusconi che voleva fare un film su Craxi e per farlo andava a girare proprio a Hammamet".

Un altro film nel film. Che diventerà poi un'altra cosa ancora. Bloccato il film, il folle Grassia cercò di farlo uscire nel 2006 spostando tutto sul tema della "munnezza" di Napoli in versione anti-Bassolino. "Ho girato nuove scene con tanti caratteristi napoletani. Ora ha un nuovo titolo, si chiama "Casinopolis - A me me pare proprio ‘na strunzata". Ho tolto molte scene dove Craxi si dava da fare, ma molte altre con lui e Berlusconi sono rimaste. La munnezza? Certo che c'è. E che mi volete togliere la cosa più bella del film? E quanta ce ne sta.

Nel film ci sono dei carabinieri che scoprono che Napoli è diventata pulita grazie proprio a Berlusconi. C'è un benessere totale. Ma i napoletani non sono contenti. Preferivano Napoli sporca e piena di munnezza. E si dicono: Perché 'stu Berlusconi nun se fa i fatti suoi. Noi stavamo così bene colla munnezza. Prima c'era un casino meraviglioso e ora c'è l'ordine, ma noi non siamo abituati all'ordine". Neppure "Casinopolis" ha mai trovato la sua via d'uscita e il povero Grassia è scomparso mentre cercava i fare uscire il film per amore di Silvio.

 

DAL FILM La brutta copiaDAL FILM La brutta copiaHAMMAMET VILLAGECASINOPOLISNINI GRASSIAbyebye berlusconiMassimo_Ceccherinimassimo ceccheriniVittorio Cecchi Gori Giovanni Veronesi ROCCO PAPALEO IN VIVA L ITALIA MASSIMO FERRERO

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