grano africa

ISIS E AL QAEDA RINGRAZIANO PER LA GUERRA DEL GRANO – QUIRICO: "IL FANTASMA DELLA GRANDE FAME ALEGGIA SUL TERZO MONDO, RILANCIA LO SCONTRO TRA BLOCCHI (OCCIDENTE CONTRO EURASIA RUSSO-CINESE) E SPINGE I PAESI AFRICANI PIÙ POVERI AD APPOGGIARE IL MIGLIORE OFFERENTE" – LA MANCANZA DI GRANO SCATENERÀ NUOVE RIVOLUZIONI. E AL QAEDA E L’ISIS SONO PRONTE A CAVALCARE LE RIVOLTE E FORNIRE PAROLE D'ORDINE ALLA DISPERAZIONE...    

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

Un fantasma si aggira nel (terzo) mondo: è antico come è antico il grano, immobilizzato nei silos ucraini dove ogni giorno che passa rischia di marcire inutilmente; rinchiuso nelle stive di mercantili che non possono salpare perché i porti sono in guerra; biondeggia inutilmente nei campi del Donbass, quelli non devastati dalle bombe e dai cingoli dei carri armati, dove forse non c'è nessuno che possa mieterlo in pace come ogni anno.

 

La guerra del grano in Ucraina

Oppure il grano in altri luoghi c'è, è pronto per essere venduto. Ma chi lo ha immagazzinato, lo commercia, ne fissa ogni anno i prezzi aspetta ben lontano dal fragore della guerra. Aspetta che la carestia ne faccia crescere ancor più il prezzo, fino a trasformarlo in oro. Gli speculatori non hanno bandiere.

 

È il fantasma della Grande Fame. In fila davanti ai forni i poveri del pianeta, dall'Africa alla Asia meridionale, osservano, finora con disperata rassegnazione, i prezzi che salgono ogni giorno come noi guardiamo quella dei carburanti alla pompa di benzina. Possiamo definirla la globalizzazione della fame.

È l'eterno flagello dei conflitti dai tempi in cui gli eserciti quando a primavera (marzo è sempre stato un mese crudele) invadevano il territorio del nemico subito tagliavano il grano ancora in erba o lasciavano che i cavalli pascolassero liberamente nei campi.

La fame, ahimè, è sempre stata un'arma efficacissima. Dura nel tempo, appassisce le solidarietà, scatena rivolte.

 

Raccolta del grano in Egitto.

Si dirà: se ne parla, si organizzano soccorsi, i capi di governo studiano rimedi, promettono «ristori» universali. Nella infinita galleria delle ipocrisie del Terzo millennio occidentale l'allarme per il Terzo Mondo affamato dovremo collocarlo ai primi posti. Certo, ci sono gli encomiabili della misericordia, i volontari e i professionisti della carità internazionale, eterne cassandre che levano la voce contro l'effetto collaterale della guerra europea ai danni degli umiliati e offesi degli altri continenti.

 

Ma siamo sinceri: l'improvvisa attenzione delle cancellerie per il Terzo Mondo puzza di zolfo e di bugia, il timore che le muove, lasciato cadere con noncuranza, è che le inevitabili rivolte della fame determinino un nuovo 2011 con fughe in massa dai Paesi travolti dalla carestia verso le coste europee.

 

putin crisi del grano in ucraina 1

Dopo dieci anni fruttuosamente impiegati per nascondere i migranti sotto il tappeto dei «campi di accoglienza» africani ecco che si ripresenta la peste dei barconi stracarichi, delle invasioni, delle rotte della disperazione da bloccare e presidiare.

 

Ma nel Sud del mondo, che in larghissima parte si è rifiutato di allinearsi con gli Stati Uniti, l'Europa e i loro più stretti alleati nella condanna e nelle sanzioni alla Russia, la guerra e la possibile catastrofe incombente vengono letti in modo diverso. La contrapposizione tra democrazie e tirannidi, che costituisce il pensiero unico occidentale per spiegare la guerra ucraina, non seduce e convince presidenti-padroni, raiss e Colonnelli supremi di regimi, quasi tutti autoritari, di questa parte del pianeta.

 

I più audaci la interpretano come un esempio di prepotenza ai danni di un Paese confinante per arraffare territori e cambiare con la forza le frontiere: un tema che costituisce una regola intoccabile in una parte del mondo dove i confini non sono certo storici o naturali, ma tracciati con la matita e il compasso dai vecchi colonialisti (europei). Accettare il principio della loro modificabilità significherebbe l'apocalisse.

 

Africa

La guerra offre ai padroni del mondo povero una grande occasione politica, una miracolosa acqua della giovinezza. Nello scontro tra i blocchi, Occidente e Eurasia russo cinese, che ormai si delinea come scenario del futuro, possono lucrosamente mercanteggiare il proprio appoggio ora all'uno ora all'altro dei contendenti.

 

Perfino gli alleati più servili fino ad ora dell'America o della Francia potranno alzare il prezzo della loro fedeltà al «mondo libero» minacciando di passare con disinvoltura alle tenebre confortevoli delle autocrazie a cui peraltro assomigliano. Il Mali dei golpisti che hanno cacciato i francesi che erano lì da due secoli con i loro pantofolaio tran tran da neocolonialisti per far posto, negli affari e nella sicurezza, ai russi, è un pioniere da studiare come caso scuola. Nella nuova situazione geopolitica molti sono tentati dall'imitarli.

 

jihadisti

Il rischieramento dei Paesi del Terzo Mondo non avverrà più come ai tempi della prima Guerra fredda. Negli anni Sessanta e Settanta, i «non allineati» si legarono al campo del socialismo reale sovietico e cinese in nome di una nuova organizzazione più equa del mondo e dell'opposizione al Nord imperialista. Questa volta sceglieranno in nome dei propri interessi.

 

Nella Seconda Guerra fredda, rubando le parole a lord Gladstone, americani ed europei non avranno più amici e soci permanenti e sicuri ma solo alleati liquidi, perennemente in bilico, a scadenza. Il mondo passato dal defunto Nuovo Ordine americano al caos retto dal diritto del più forte offre al resto del pianeta larghi spazi di manovra. Proviamo ora a guardare alla carestia dal punto di vista delle plebi affamate.

 

JIHADISTI DELL ISIS

La rivolta del pane è spesso l'anteprima del meccanismo rivoluzionario. Si saccheggia il supermercato soprattutto in Africa e poi si passa alla caserma di polizia, al palazzo di Giustizia al ministero degli Interni. Sorgono le barricate, i Gavroche lanciano pietre, il vecchio mondo va in pezzi. La rivoluzione è soprattutto un regolamento di conti.

 

La Prima Guerra fredda offrì ghiotte occasioni anche ai rivoluzionari invocati da Fanon, contribuì al crollo definitivo della catapecchia colonialista. Allora esisteva una classe rivoluzionaria, leader che si erano abbeverati al pensiero ribelle alla Sorbona o alla moscovita università Lumumba. C'era già tanfo di caserma e di monopartitismo nel loro pensiero, ma erano rivoluzionari.

 

Oggi la società civile che si oppone con coraggio e tenacia ai regimi africani dall'Algeria al Sudan alla Nigeria è ideologicamente debole, assomiglia agli spontaneisti delle ingenue e sconfitte primavere arabe. A trarre profitto dalle rivolte della fame potrebbero essere i rivoluzionari con la bandiera nera dei califfati, gli uomini di al Qaeda e dell'Isis che guardano con golosa soddisfazione alla guerra in cui «i crociati cristiani», russi e occidentali, lottano tra loro aprendo radiose occasioni per il jihad universale. Ad armare le rivolte del pane, a disciplinarle, a offrire parole d'ordine alla disperazione, saranno loro.

 

Articoli correlati

L'UE SI MOBILITA PER PORTARE LE OLTRE 22 MILIONI DI TONNELLATE DI GRANO RIMASTE BLOCCATE IN UCRAINA

UN MERCANTILE RUSSO CON GRANO RUBATO IN UCRAINA ATTRACCATO IN SIRIA

 

 

 

 

 

 

 

 

silos di grano in ucraina 6Nave russa con il grano rubato in Ucraina

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”