europa euro

IL “BAIL IN” DELLE DEBUTTANTI – L’ACCORDO BANCARIO FIRMATO ALL’ECOFIN NEL SILENZIO DI TRIA È UN’ALTRA MAZZATA AI CORRENTISTI – C’È UN PARTICOLARE DELL’INTESA CHE DOVREBBE DESTARE PARTICOLARE PREOCCUPAZIONE: È IL ‘MORATORIUM TOOL’, CHE CONSENTE AL REGOLATORE EUROPEO DI SOSPENDERE I PAGAMENTI DI UNA BANCA COLPITA DA PROCEDURA DI RISOLUZIONE – COLPITI ANCHE I DEPOSITI INFERIORI AI 100MILA EURO

Antonio Grizzuti per “la Verità”

 

il bail in europeo cagata pazzesca

Un vecchio adagio recita che «il diavolo si nasconde nei dettagli». Ed è proprio ai piccoli particolari che occorre prestare attenzione, perché molto spesso celano conseguenze importanti. Pensiamo al bail in, la procedura di risoluzione della banche approvata dal Parlamento quasi in sordina nel maggio del 2014, quando al governo c' era Matteo Renzi. Due anni dopo, l' ex premier pianse lacrime di coccodrillo (il bail è «un disastro per la credibilità e la fiducia», ebbe a dire in un' intervista), ma ormai il latte era versato.

 

TRIA E MOSCOVICI

Durante l' ultima riunione dell' Ecofin, svoltasi martedì a Bruxelles, sono stati compiuti dei «significativi passi in avanti verso l' unione bancaria», come ha affermato Hartwig Löger, ministro delle finanze dell' Austria e attuale presidente dell' Ecofin. Il pacchetto licenziato dai ministri dell' Economia, come peraltro largamente previsto, è totalmente sbilanciato sul piano della riduzione dei rischi, più che sulla loro condivisione.

 

Un orientamento caro ai Paesi nordici, Germania in testa. Questi Stati, infatti, prima di esporsi ai pericoli derivanti dalla convivenza con altri partner ad alto rischio di azzardo morale (Italia, Grecia e Portogallo, tanto per citarne tre a caso), vogliono cautelarsi acquisendo più garanzie possibili. Una sorta di contratto prematrimoniale, nel quale uno dei contraenti non si decide a fare il grande passo senza che la controparte fornisca la certezza di essere immune da rischi di cadute finanziarie.

 

banca centrale europea

Lo diciamo chiaro e tondo per i pochi che si erano ancora illusi: nell' Europa di oggi c' è molto spazio per le regole (spesso astruse e di difficile applicazione), ma ben poco per la solidarietà. La pia illusione è che, a seguito dell' entrata in vigore di norme ancora più stringenti sul rischio, i «falchi» finalmente si decidano a dare il loro benestare allo schema europeo di assicurazione dei depositi (Edis), l' altro pilastro dell' unione bancaria. Contro questa visione, nel maggio scorso, si era schierato piuttosto duramente il nostro esecutivo.

 

EURO CRAC

Fonti del Mef, a margine dell' Ecofin svoltosi in quel periodo, avevano espresso insofferenza per tutti quegli anni spesi a elaborare «numerose misure per ridurre il rischio mentre non sono stati mossi passi sufficienti per condividerlo». Stavolta, invece, dalle parti di Via XX Settembre regna il totale silenzio. Eppure all' interno dell' accordo siglato questa settimana dai colleghi di Giovanni Tria c' è un aspetto dell' intesa che dovrebbe destare particolare preoccupazione. Si tratta del cosiddetto moratorium tool, vale a dire quella misura che consente al regolatore europeo di sospendere i pagamenti da parte di una banca quando questa è colpita da una procedura di risoluzione (ovvero il bail in).

 

banca centrale europea

I lettori più attenti della Verità ricorderanno che abbiamo già trattato questo argomento più di un anno fa. A novembre del 2017, infatti, a seguito di richiesta della Consiglio europeo e del Parlamento, la Banca centrale europea pubblicò un parere sulle proposte di riforma della normativa che regola il bail in. Proviamo a immaginarci l' eventualità nella quale una banca finisce nel mirino del regolatore. Nel concreto, è molto probabile che a seguito di ripetuti crolli sui mercati azionari oppure di indiscrezioni trapelate a mezzo stampa, scatti il cosiddetto bank run, cioè la corsa agli sportelli da parte dei correntisti allo scopo di salvare i propri risparmi.

 

Italia Crac

Una situazione dalla quale la liquidità di un istituto può risultare fortemente compromessa. È per questo motivo che, in quell' occasione, Francoforte si era raccomandata di introdurre una finestra temporale utile a «prevenire il grave deterioramento del bilancio di un istituto di credito». Ecco dunque spiegata la ratio del moratorium tool, un periodo di tempo seppur breve (2 giorni) durante il quale il regolatore si arroga il «superpotere» di ridurre al minimo i prelievi dallo sportello o al bancomat.

 

C' è di più: fino a oggi, la procedura di risoluzione ha escluso da ogni intervento i correntisti che risultano titolari di rapporti con saldo inferiore ai 100.000 euro. La Bce, tuttavia, in fase consultiva ha suggerito di considerare nella moratoria anche i depositi cosiddetti «garantiti», un' indicazione poi recepita dal Parlamento europeo lo scorso giugno proprio durante la discussione per la modifica del bail in.

 

BANCHE

Tra i documenti pubblicati a margine dell' Ecofin di martedì scorso, non risulta disponibile il testo finale della bozza, che dovrà passare il vaglio di Consiglio e Parlamento. Tutto fa pensare, però, che da questo vero e proprio «pre bail in» non rimarranno esclusi i conti che sulla carta dovrebbero invece essere oggetto di tutela.

 

Se da un lato è comprensibile che il nostro governo si trovi in una fase nella quale la priorità è smorzare i toni con le istituzioni europee, d' altro canto il silenzio su questa faccenda non fa ben sperare. Proprio come avvenuto con la liquidazione delle quattro banche a novembre del 2016, a rimetterci in futuro potrebbero essere ancora una volta i risparmiatori.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?