giuseppe conte

“DALLE CINQUE STELLE AI QUATTRO GATTI” – “IL GIORNALE” TUMULA LE AMBIZIONI ELETTORALI DI GIUSEPPE CONTE, COMMENTANDO I FLOP DEI COMIZI DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO: “SOGNA I BAGNI DI FOLLA DI QUANDO ERA PREMIER, MA ORA CHE È LEADER DI UN PARTITO ALLO SBANDO FATICA A RADUNARE GENTE” – “HA SCOPERTO CHE GUIDARE UN PARTITO NON È COME FARE IL PREMIER (VENUTO DAL NULLA), È UN LAVORACCIO. E SI RISCHIA L'OSSO DEL COLLO, COME FARÀ LUI DOMENICA, AL SUO PRIMO VERO TEST ELETTORALE DA LEADER M5S…”

Paolo Bracalini per “il Giornale”

 

giuseppe conte 2

Dalle Cinque stelle ai quattro gatti, quelli che Giuseppe Conte incontra nel suo tour elettorale in giro per l'Italia, già infatti ribattezzato flop tour. L'ex premier si sogna i bagni di folla di quando era premier.

 

Ora che è solo un leader di un partito allo sbando, con più nemici che amici al suo interno e in caduta libera nei sondaggi, nei comizi fatica a radunare gente. Le immagini della tappa a Civitanova Marche, con poche decine di persone mobilitate dal M5s locale sennò manco quelle, sono eloquenti.

 

Una scena che fa pensare a un candidato al consiglio comunale, non a un ex presidente del Consiglio leader del primo partito in Parlamento. Anche altrove stessa cosa, come a Guidonia, dove pure (o proprio per questo) il sindaco uscente è M5s, al comizio di Conte c'erano solo «pochi intimi», raccontano le cronache locali e le foto.

 

D'altronde i primi a sperare in un disastro elettorale di Conte sono proprio dentro il M5s.

il comizio flop di conte a guidonia

In testa Beppe Grillo, che già lo aveva tumulato definendolo «privo di visione politica e capacità manageriale», salvo poi fingere di chiarirsi davanti a una spigola al forno con verdure a Marina di Bibbona. E poi il governista Luigi Di Maio, con cui è in guerra aperta su tutto. Conte paga anche una linea politica incomprensibile, un po' nel governo ma con la voglia matta di farlo cadere, ovunque a rimorchio del Pd un tempo schifato, a cominciare dalla Genova di Beppe Grillo (e del Ponte Morandi, quello dei Benetton).

 

giuseppe conte ardea

E un movimento che si è rimangiato tutti i princìpi in nome delle carriere e delle poltrone. I sondaggi danno ormai il M5s al 13%, nei capoluoghi non ha nessun candidato sindaco. E come se non bastasse, incombe un secondo ricorso di attivisti contro lo statuto e quindi la sua carica: domani l'udienza al Tribunale di Napoli. Ma Conte sogna lo stesso un ritorno a Palazzo Chigi sulle ali del Pd, che un tempo lo aveva gasato all'inverosimile presentandolo come «un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste».

 

giuseppe conte 4

La sua è in effetti una caduta verticale, da base jumping. Quando era premier i sondaggi (pompatissimi dal suo fidato Casalino) lo davano ai massimi storici, con il suo governo oltre il 71% di fiducia tra gli italiani.

 

La Demos lo aveva decretato nientemeno che «premier più amato degli ultimi 25 anni».

Non solo, si ipotizzava la nascita di un partito tutto suo, il partito di Conte, stimato come minimo al 15%,. Ad un certo punto era diventato quasi un sex symbol, nacquero le «Bimbe di Conte», le fan del premier con il ciuffo e la pochette: bravo, intelligente e pure bello.

GIUSEPPE CONTE IN VERSIONE BARBIERE

 

Un successo che aveva travalicato anche i confini nazionali, con l'imprimatur degli Usa quando Donald Trump lo elogiò pubblicamente in un tweet chiamandolo «Giuseppi». Uscito da Palazzo Chigi, è finita la magia. Conte ha scoperto che guidare un partito non è come fare il premier (venuto dal nulla), è un lavoraccio. E si rischia l'osso del collo, come farà lui domenica, al suo primo vero test elettorale da leader M5s.

giuseppe conte a civitanova giuseppe conte a guidonia giuseppe conte ardea le foto ufficiali del tour di conte giuseppe conte silvia squadroni le foto ufficiali del tour di conte il tour di giuseppe conte giuseppe conte comizio a civitanova marche le foto ufficiali del tour di conte 1lucio zito giuseppe conte ardea

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?