stefano bonaccini elly schlein

“ELLY CI VEDRÀ ARRIVARE” – I MILITANTI DEL PD DELL’EMILIA ROMAGNA, LEALI A STEFANO BONACCINI, PROMETTONO VENDETTA CONTRO LA SCHLEIN, DOPO LA BATOSTA DELLE AMMINISTRATIVE: “BISOGNA SEMPRE INSEGUIRLA E PER SAPERE LA LINEA BISOGNA GUARDARE I SOCIAL” – COME DAGO-DIXIT, LA CORRENTE RIFORMISTA VUOLE SOTTOPORRE UN ULTIMATUM ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER: “O SI CAMBIA TUTTO, O CE NE ANDIAMO”

 

 

 

Estratto dell’articolo di Olivio Romanini per www.corriere.it

 

stefano bonaccini elly schlein

«Ci vedranno arrivare». La frase pronunciata da un alto ufficiale delle truppe leali al governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, spiega meglio di ogni altro ragionamento qual è l’umore del Pd regionale dopo la cocente sconfitta rimediata alle amministrative dalla nuova timoniera della Ditta Elly Schlein.

 

Si tratta del capovolgimento della frase usata dall’ex vice di Bonaccini che commentò la sua clamorosa vittoria alle primarie contro il governatore con la citazione del libro della femminista Lisa Levenstein («They didn’t see us coming»): «Non ci hanno visto arrivare».

 

[…]  I cicli della politica però sono ormai cortissimi e il «ci vedranno arrivare» dell’ala riformista del partito, che a queste latitudini è ancora maggioranza, segna il ribaltamento della situazione e potrebbe aprire dei problemi nel rapporto tra l’Emilia e Roma.

 

[…] il governatore Bonaccini (al netto di qualche pesante incomprensione sulla recente alluvione) ha rapporti migliori con la segretaria dem rispetto ai suoi che ancora non hanno digerito lo smacco delle primarie.

ELLY SCHLEIN MEME

 

Tutta l’avventura politica di Bonaccini è stata caratterizzata dalla lealtà alla sua comunità e c’è una specie di «grazia di partito», da non confondere con la grazia di Stato che lo accompagna in queste settimane e che lo fa collaborare lealmente con lei. Non è così per i suoi che aspettano al varco Elly Schlein.

 

«Il Pd in Emilia-Romagna va di bolina — spiegano i bene informati — ma la pentola comincia davvero a bollire. La rabbia per la sconfitta alle primarie non è ancora stata smaltita, la ferita è ancora aperta e sanguinante e dopo la Caporetto delle elezioni amministrative il partito è in ebollizione, c’è grande fermento».

 

PD - CHI STA CON ELLY SCHLEIN E CHI CON STEFANO BONACCINI

Le critiche a Elly Schlein […] riguardano soprattutto i rapporti personali e politici. «Si fa trovare molto poco, bisogna sempre inseguirla e per sapere qual è la linea del partito dobbiamo solo guardare i social e aspettare un segnale» confidano dal Pd. Il problema è che il mondo di Elly Schlein e quello del partito in Emilia, forse l’ultimo avamposto dove c’è un minimo di struttura e di organizzazione, sembrano due rette parallele.

 

PEDRO SANCHEZ ELLY SCHLEIN - MEME BY OSHO

[…] Bonaccini rappresenta un altro mondo, più pragmatico, più localista che va dagli amministratori, agli industriali, dai camionisti, ai bagnini. Della sua rete fanno parte Davide Baruffi, il suo vero braccio destro, l’assessore regionale Paolo Calvano, ex segretario regionale dem, i parlamentari Andrea Rossi, Andrea Gnassi (ex sindaco di Rimini), Daniele Manca e Andrea De Maria, il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, gli assessori Irene Priolo e Raffaele Donini, l’attuale segretario regionale Luigi Tosiani.

 

Ma soprattutto è nei Comuni anche quelli più piccoli, tra i sindaci, che ha la sua struttura più capillare. Da queste parti Elly Schlein ha il sostegno importante del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dei consiglieri regionali, Stefano Caliandro e Antonio Mumolo ma nell’apparato è in minoranza.

 

ELLY SCHLEIN - SCONFITTA ALLE AMMINISTRATIVE - MEME BY VUKIC

Ci sono tante partite sulle quali il Pd emiliano aspetta al varco Schlein:  […] soprattutto ci sarà da gestire la partita delle Regionali, tutta da scrivere con due possibilità in mano a Bonaccini: un’ipotesi di terzo mandato o una candidatura alle Europee che aprirebbe il domino della successione.

 

I rapporti, visto il contesto, tra Elly e Stefano sono buoni anche se gira voce che lui le abbia fatto apertamente notare che nei primi giorni dell’alluvione non l’ha sentita presente e vicina. […]

 

C’è naturalmente un elemento psicologico che spiega la freddezza e la distanza perché per dirla con uno che ha visto le cose da dentro «la botta della sconfitta è arrivata forte e alla vigilia delle primarie non era nemmeno concepibile l’ipotesi della sconfitta» ma poi c’è la politica che può dividere ma anche aiutare a ricucire.

STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN

 

Politica che da queste parti non si fa sui social, ma davanti a lunghi tavoli dove tutti dicono la propria se serve anche fino a notte fonda. Meno Instagram e più odore di fritto che ci si porta addosso dalle feste dell’Unità e soprattutto l’idea della comunità: per decidere chi fa il sindaco di Modena si discute per mesi e per anni se serve.

 

[….]  In questi mesi c’è chi ha sussurrato a Schlein che era sufficiente essere di sinistra, chiuderla con il Jobs Act, dimenticare il tempo in cui la Regione di cui lei era vicepresidente autorizzava il rigassificatore, era favorevole all’autonomia.

 

stefano bonaccini elly schlein

Bisognava riscoprire se stessi, la sinistra, essere di sinistra, portarsi addosso la croce della sinistra, cominciare ad avere dubbi sul sostegno all’Ucraina, sul termovalorizzatore di Roma, abbracciarsi con i Cinque Stelle. Lì c’era una prateria e sicuramente si sarebbe tornati a riempire le piazze e le urne.

 

Solo che, ragionano a voce alta nel partito dell’Emilia, «abbiamo perso e di brutto, abbiamo vinto solo a Vicenza, dove non l’hanno vista arrivare». E dunque, palla al centro e torniamo a discutere in quei bei tavoloni lunghi fino a tarda notte a partire dai candidati alle prossime amministrative. Altrimenti? «Ci vedranno arrivare».

Articoli correlati

L'ULTIMATUM DI BASE RIFORMISTA A SCHLEIN: O SI CAMBIA TUTTO, O CE NE ANDIAMO DAL PD

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…