landini bonomi

“FUGGONO DALLE RESPONSABILITA’” – CONFINDUSTRIA ATTACCA L’AMBIGUITA’ DEI SINDACATI CHE DA UNA PARTE SI DISSOCIANO DAI NO VAX CHE MINACCIANO IL BLOCCO DEI TRENI MA NON SI ESPONGONO SULL'OBBLIGO VACCINALE IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO - BONOMI, CHE AVEVA GIÀ LAMENTATO L'ATTEGGIAMENTO DEI SINDACATI RISPETTO AL PASS, TUONA: “LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA PREFERISCONO GETTARE LA PALLA NEL CAMPO DEL GOVERNO, E DIRE…”

Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”

 

carlo bonomi 6

I sindacati si dissociano da chi minaccia il blocco dei treni: «Non avranno il nostro sostegno, auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta». E si schierano a favore del vaccino: «È l'unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, però, torna a bacchettare proprio i sindacati che sull'obbligo vaccinale in tutti i luoghi di lavoro, non si espongono: «Fuggono dalle responsabilità».

 

 La presa di posizione rispetto alle proteste nelle stazioni è dei segretari di Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia, e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. Allarmati dai disordini annunciati contro l'obbligo di green pass in vigore da oggi per viaggiare a bordo di treni, aerei e navi. Con la loro nota unitaria si chiamano fuori. Sia opponendosi alle modalità, sia prendendo le distanze dalle ragioni no vax.

maurizio landini e mario draghi

 

La preoccupazione dei rappresentanti sindacali è che il blocco della circolazione si ripercuota prima di tutto su chi lavora sui treni: chiamati a verificare che i passeggeri dispongano del passaporto vaccinale, si troverebbero in prima linea, in caso di violenze. E poi naturalmente sui viaggiatori, in gran parte anch' essi lavoratori, che non riuscirebbero a raggiungere i loro uffici. Quindi i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiariscono che «i sindacati sostengono la campagna vaccinale, tanto per i lavoratori quanto per gli utenti del servizio pubblico».

carlo bonomi 5

 

Così il testo diffuso da Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi: «Diciamo no alle minacce di bloccare i treni domani (oggi per chi legge, ndr ) nelle maggiori stazioni italiane. Auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta dei No green pass. I rischi connessi sono evidenti e serve un piano di sicurezza per tutelare lavoratori e utenti».

 

Quindi ricordano i limiti di legge al diritto di protestare: «Il trasporto ferroviario è un servizio pubblico essenziale, infatti è soggetto alle regole di legge sui servizi minimi, affinché lo sciopero non leda il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini.

 

Chi decidesse di interromperlo arbitrariamente in nome della libertà di non vaccinarsi, non avrebbe il sostegno del sindacato sia perché violerebbe la legge, sia perché il sindacato sostiene la campagna vaccinale. Il vaccino, fino a questo momento, è l'unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia e consentire alle persone di non ammalarsi, di vivere, di lavorare, di impegnare il tempo libero nelle diverse attività e di viaggiare in sicurezza».

maurizio landini

 

Solo due giorni fa gli stessi rappresentanti sindacati, in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo di green pass sui mezzi di trasporto, avevano chiesto rassicurazioni al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. Che aveva promesso «un lavoro congiunto con gli altri ministeri per garantire sicurezza al personale del trasporto e contrastare eventuali rischi di aggressione connessi al controllo sui mezzi».

 

carlo bonomi 4

La maggiore preoccupazione dei sindacati, infatti, è che i manifestanti - e gli eventuali violenti tra loro - individuino nei lavoratori incaricati della verifica del green pass i primi nemici sulla loro linea. Mentre la Fipe, federazione italiana pubblici esercizi chiede che eventuali estensioni dell'obbligo di esibire il green pass siano decise con gradualità solo in caso di aumento dei contagi, Bonomi, che aveva già lamentato l'atteggiamento dei sindacati rispetto al pass, tuona: «Le organizzazioni di categoria preferiscono gettare la palla nel campo del governo, e dire "Se volete e ve la sentite imponete con una legge l'obbligo vaccinale". Fuggono dalle responsabilità». Per il momento c'è da affrontare la giornata cruciale di oggi. Altri obblighi sono di là da venire. Ma a Imperia il sindaco Claudio Scajola già impone l'accesso solo con green pass negli uffici del Comune.

carlo bonomi 2LANDINI DRAGHI 9carlo bonomi 1carlo bonomi 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…