conte visco

“SUL MES CI SONO TROPPI PREGIUDIZI, DA UN PUNTO DI VISTA ECONOMICO CI SONO SOLTANTO VANTAGGI” - IL GOVERNATORE DI BANKITALIA, IGNAZIO VISCO, ENTRA A GAMBA TESA SUI TENTENNAMENTI DI CONTE: “È UN PRESTITO A CONDIZIONI MIGLIORI DI QUELLE DEL MERCATO E PER UN PERIODO PROLUNGATO, 10 ANNI. E LA CONDIZIONALITÀ È SOLAMENTE SPENDERE I SOLDI IN CAMPO SANITARIO. IL PROBLEMA DELLA TROIKA NON ESISTE”  

Marco Conti Giusy Franzese per “il Messaggero”

 

stati generali conte visco

«Il Mes dal punto di vista economico ha solamente vantaggi». Parola di Vincenzo Visco, governatore della Banca d'Italia, che ovviamente ne spiega anche i motivi: «È un prestito a condizioni migliori di quelle del mercato e per un periodo prolungato, 10 anni. E la condizionalità è solamente spendere i soldi nel settore per il quale è stato disegnato questo fondo, interventi in campo sanitario. Il problema della Troika non esiste».

 

Un ragionamento da supertecnico che però non manca di scatenare reazioni avverse, visto il dibattito politico - interno alla maggioranza con il Cinquestelle fieramente avversi ma che registra posizioni differenti anche tra le forze di opposizione - sull'opportunità di utilizzare i 36 miliardi del Meccanismo europeo di stabilità che l'Europa ci mette a disposizione per investimenti nel settore sanitario.

 

BANKITALIA 3

E così se per il leghista Bagnai l'intervento di Visco è solo «propaganda spicciola», per la forzista Gelmini il premier Conte non può ignorare le parole di Visco e quindi dovrebbe «prendere immediatamente posizione» a favore del Mes e «non far perdere altro tempo prezioso all'Italia». Ma il problema è interno alla maggioranza dove il Pd continua a premere il presidente del Consiglio mentre i grillini continuano a fare muro e il tema dell'utilizzo del Salva-stati alimenta quel congresso permanente che il M5S ha avviato da mesi. «Il passo in più», dopo l'abolizione di Quota 100, «è il Mes».

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Matteo Renzi lo auspica sui social dopo che il ministro Francesco Boccia, intervistato da La Stampa, prevede un'attivazione del meccanismo «entro l'anno». Qualche indicazioni in più sulla volontà dell'esecutivo si capirà dalla nota di aggiornamento al Def che dovrebbe essere presentata dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in settimana. I tempi slittano per l'incertezza che a Bruxelles ha avvolto l'entrata in funzione del Recovery fund che avrebbe dovuto erogare anticipi già dal primo semestre del nuovo anno, ma che ora sconta le frizioni tra i Ventisette.

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

LO STIGMA

Parlando al festival dell'Economia di Trento, il governatore ha anche ricordato i tre obiettivi che l'Italia si è data in questa fase di contrasto alla pandemia e di rilancio dell'economia: interventi infrastrutturali, assunzione di operatori sanitari e medici, rafforzamento della sanità territoriale. Per raggiungerli «è evidente che servono dei soldi. Si possono trovare sul mercato, costeranno un po' di più ma si trovano sul mercato» osserva Visco. Però ci viene offerta anche un'altra via, che è appunto quella di attingere alle risorse del Mes.

 

Visco ribadisce: «Non vedo un grave problema a utilizzare questi fondi: l'unico potrebbe essere quello dello stigma, legato a un cattivo utilizzo dei fondi o a una cattiva comunicazione».

 

klaus regling

Insomma il problema non è economico, ma politico e di reputazione, soprattutto se poi «resta soltanto un paese a utilizzare» il Mes. Ma una «discussione nell'ambito del Consiglio europeo» tra i capi di Stato e di governo - suggerisce - potrebbe «mettere in luce i modi migliori di far sì che chi utilizza questi fondi lo faccia senza subirne conseguenze». A ogni modo, secondo Visco, «il problema dello stigma» va «affrontato in modo ragionevole, trasparente, senza particolari grida». Di certo non è il momento di sprecare opportunità. Le previsioni sull'andamento del Pil restano drammatiche e il governatore della Banca d'Italia rivela di «credere poco a sorprese positive».

 

IGNAZIO VISCO

Troppo aleatorie le variabili in gioco. E «nessun economista ha la sfera di cristallo» spiega. A maggior ragione, quindi, bisogna fare scelte oculate. Anche per quanto riguarda i fondi del Recovery fund, stando attenti a evitare che troppe proposte diluiscano gli effetti positivi della valanga di soldi in arrivo.

 

La Banca d'Italia, comunque, non aggiungerà sue «proposte specifiche», ma sottolinea i «ritardi evidenti» nella banda larga ultraveloce, intesi sia a livello di infrastrutture che di «skills, competenze digitali». Tra le priorità del governo ci deve essere, secondo Visco, lo sviluppo del Mezzogiorno «il cui problema riguarda il paese intero». C'è da rafforzare il sistema produttivo, ma anche migliorare «l'efficacia dell'azione pubblica, sia a livello locale che centrale» e «puntare sulla legalità».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…