teresa bellanova

“PANZER BELLANOVA, RENZIANA DI SFONDAMENTO” – RITRATTONE BY "LIBERO" DELLA MINISTRA CHE MATTEUCCIO MANDA AVANTI NELLE RISSE DELLA TRAGICOMICA MAGGIORANZA GIALLOROSSA – EX BRACCIANTE E SINDACALISTA, È LEI A IMPUGNARE LA CLAVA QUANDO DI MAIO E I SUOI ACCOLITI METTONO IN DISCUSSIONE I CAPISALDI DEL WELFARE RENZIANO, A COMINCIARE DAL JOBS ACT...

Alessandro Giuli per “Libero quotidiano”

 

teresa bellanova

Teresa Bellanova non è affatto buona ed è appunto per questo che Matteo Renzi ha deciso di metterla alla guida della delegazione governativa del suo nuovo partito, Italia Viva. È lei che partecipa agli estenuanti tavoli negoziali della tragicomica maggioranza giallorossa; è lei a impugnare la clava quando Luigi Di Maio e i suoi accoliti mettono in discussione i capisaldi del welfare renziano, a cominciare dalla difesa del Jobs act («vogliono tornare al Novecento!»); ed è sempre lei a tenere sotto pressione l' esecutivo sui provvedimenti bandiera del Conte 1.0: la quota cento e il reddito di cittadinanza varati nella spericolata stagione gialloverde.

 

MARIA ELENA BOSCHI TERESA BELLANOVA

Di suo Bellanova sarebbe ministro dell' Agricoltura, nota com' è per le sue storiche battaglie contro il caporalato e soprattutto per via delle sue origini da bracciante (ha iniziato a quattordici anni). Il physique du rôle non le fa difetto: rocciosa, energica e ben piazzata come gli ulivi della sua ferace terra salentina; sempre accompagnata dal sorriso soddisfatto di chi sembra avere appena schiaffeggiato un rivale incontrato lungo la via. In Bellanova, nel suo eloquio assertivo e nelle sue movenze spicce, percepisci subito i limiti e le virtù millenarie dello strapaese (Ceglie Messapica, fra le colline carsiche del brindisino) che nella terra del rimorso si è fatta gilda sindacale e Quarto Stato in marcia verso l' ascensore sociale.

teresa bellanova foto di bacco (2)

 

COMUNISTA SOTT' OLIO E lei è appunto questo: comunista all' olio d' oliva, tessera Cgil agroindustriale, poi operaia tessile, un ingresso in politica nei primi anni Duemila dalla via maestra della sinistra pugliese: la corrente diessina di Massimo D' Alema. Scarpe nuove e cervello fino. Di lì in poi il romanzo di formazione della nostra Teresa, deputata dal 2005 a oggi, prende una direzione sempre più istituzionale fino a incontrarsi, anzi a scontrarsi dapprima con il suo futuro leader di riferimento: Renzi.

 

Anno 2012, il bullo di Rignano comincia la sua personale battaglia contro l' apparato della Ditta e lei lo osteggia, mettendosi a guardia dell' ortodossia laburista con la faccia cattiva e il pugno chiuso. Ma durerà poco, giusto il tempo che Pier Luigi Bersani completi il proprio suicidio politico (elezioni 2013) e la Bellanova, devota allo spirito del tempo, cede al corteggiamento renziano con uno spettacolare testacoda: meglio avere le idee giuste nel modo sbagliato - deve aver pensato - che restare coerentemente dalla parte del torto.

teresa bellanova foto di bacco

 

NUOVA MUSA Ed eccola dunque, nel 2014, sottosegretaria al Lavoro e poi viceministro allo Sviluppo economico nel governo gigliato con il temerario compito di gestire il percorso parlamentare della riforma che porterà alla riscrittura dello Statuto dei lavoratori, all' abolizione dell' articolo 18, al culto delle tutele crescenti in assenza del posto fisso.

 

Ed è così che la ragazza che si fece da sola diventa l' inamovibile biglietto da visita della Leopolda, novella Musa del «merito come qualità di sinistra». I nemici le danno subito della rinnegata convertita al verbo bocconiano ma lei, la contadina che ce l' ha fatta, terza media e via a lavorare, scrolla le spalle tornite continuando a solcare il Transatlantico con il piglio del latifondista inveterato. Un po' come l' antico arbitro Lo Bello faceva sui campi di gioco nelle sontuose descrizioni lasciateci da Gianni Brera.

TERESA BELLANOVA - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

 

Ci sarà una ragione, pertanto, se la Bellanova è anche la donna-immagine del renzismo crepuscolare che si affaccia in televisione con l' improntitudine di sempre. Sa di cosa parla quando deve esternare, regge il conflitto con tenacia matronale, aggredisce i temi del dibattito pubblico con l' esperienza della veterana.

 

E sa imporsi non senza una dose di studiata civetteria, riconoscibile ad esempio nei vestiti prescelti per il giuramento del governo ribaltonista, con tutte quelle balze blu che hanno offerto il destro alle solite truculente contumelie social alle quali la nostra Teresa ha replicato con indifferenza ("#vestocomevoglio") o con altre provocatorie mise a pois, indossate con la voluttà di un' orgogliosa scazzottata cromatica. Soltanto lei, insomma, per spessore e carattere, poteva reggere il confronto con Madonna Boschi dalle braccia candide, la dea del renzismo al suo zenit.

teresa bellanova

 

Ma se Maria Elena irradiava un' inaccessibilità vertiginosa e letale, da Teresa promana un effluvio di bonomia dispotica che l' avvicina ai mortali, e rende dunque più pericoloso contrariarla.

 

teresa bellanova

LA CORAZZATA Della sua presenza nell' attuale compagine giallorossa ancora non si colgono tracce destinate a futura e indelebile memoria (il grattacapo dei dazi americani sui prodotti agricoli è ancora lontano da una soluzione e la ministra dovrà presto riferirne in Parlamento). Ma in fondo il suo ruolo non è quello di andare in avanscoperta per tracciare sentieri rivoluzionari: Bellanova è la divisione corazzata che intimidisce i pulcini a Cinque stelle e protegge le retrovie d' Italia Viva dalle cattive coscienze ritorsive dei democratici di Nicola Zingaretti. Tanto basta. E avanza pure.

teresa bellanovateresa bellanova 2teresa bellanova 1teresa bellanovateresa bellanovateresa bellanova 1

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...