enrico letta mario draghi carlo de benedetti

“PERFINO NELL'OPINIONE PUBBLICA DI AREA PD LA LINEA BELLICISTA DI LETTA E DRAGHI STA FRANANDO” - ANTONIO SOCCI COMMENTA L’INTERVISTA DI DE BENEDETTI, IN CUI L’INGEGNERE SPARA A ZERO SULLO SCHIACCIAMENTO FILO-ATLANTISTA DI DRAGHI E DEL SOLDATINO DELL’ESTABLISHMENT ENRICO LETTA: “È UN CHIARO ALTOLÀ AL PREMIER ITALIANO CHE AMBISCE A PRESENTARSI A WASHINGTON COME IL GOVERNANTE EUROPEO PIÙ ALLINEATO AI DESIDERI DI BIDEN. COME DICE DE BENEDETTI IN GERMANIA (E NEL RESTO D'EUROPA) SI STA CONSOLIDANDO LA CONVINZIONE CHE SULL'UCRAINA L'INTERESSE DELL'EUROPA È OPPOSTO ALL'INTERESSE USA, QUINDI…”

Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

carlo de benedetti 5

Ieri Carlo De Benedetti - che si definì «la tessera numero 1 del Pd» - con un'intervista al "Corriere della sera" ha annichilito il Pd: la "linea Letta" sulla guerra in Ucraina è stata demolita, polverizzata.

 

La voce di De Benedetti non è importante solo per ciò che rappresenta come imprenditore. Anni fa Walter Veltroni (allora segretario del Pd) spiegava la battuta sulla "tessera n. 1" con il fatto che «i giornali di De Benedetti hanno avuto un ruolo molto importante nell'evoluzione della sinistra italiana. Ricordo quando, ai tempi del crollo del Muro e della trasformazione del Pci, coltivavamo con Scalfari il sogno di un partito che un giorno potesse unire i riformismi italiani. Quella spinta verso l'innovazione è stata la bussola della storia di De Benedetti editore».

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

 

Dunque per la sua storia la voce dell'Ingegnere pesa molto e oggi abbatte la narrazione dominante del Pd. Già a fine marzo, a "Otto e mezzo", aveva rifiutato la retorica bellicista esprimendosi contro l'aumento delle spese militari (deciso pressoché all'unanimità da governo e parlamento) e affermando che «questa guerra avrà conseguenze inenarrabili: anzitutto un enorme problema di fame nel mondo, uno shock energetico simile allo shock petrolifero del 1973 (che generò una recessione di anni), quindi recessione e crollo delle Borse».

 

joe biden mario draghi

Un quadro apocalittico che già confutava gli "esportatori di democrazia" atlantisti pronti ad abbracciare l'idea di Biden di una guerra infinita che serve a logorare e abbattere Putin. Nell'intervista di ieri De Benedetti fa un'autentica lezione di politica al "partito della guerra".

 

NEFASTE PREVISIONI

Anzitutto annuncia l'arrivo di masse enormi di affamati ora che la prospettiva della carestia planetaria, per il collasso del granaio del mondo e il blocco delle navi cariche di grano, si sta realizzando nei fatti. Quindi afferma: «La nostra priorità assoluta dev' essere fermare la guerra».

 

MARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO

Pur dando un giudizio durissimo su Putin, ribadisce che quella è la priorità: «Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l'Ucraina è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo». In questa guerra, spiega, «non ci guadagna nessuno tranne gli Usa, che fanno soldi a palate vendendo le armi e il gas senza subire conseguenze».

 

Non le armi, ma solo «una soluzione negoziale» può fermare le atrocità russe: «L'Europa ha un interesse comune: fermare la guerra anziché alimentarla». Ripete: «Se gli Usa vogliono usare l'Ucraina per far cadere Putin, che lo facciano. Se i russi vogliono Putin, che se lo tengano. Cosa c'entriamo noi?».

 

vladimir putin

Poi De Benedetti affonda la narrazione pseudo-idealista dei bellicisti: «Noi non siamo qui per combattere il Male, ammesso che si tratti del Male e il nostro sia il Bene... Ma davvero pensiamo ancora di poter esportare la democrazia con le armi?... Ebbene: non funziona. La democrazia si esporta con il successo sociale ed economico delle società organizzate democraticamente. Non con le armi». Dunque in Ucraina «l'unica soluzione è un compromesso».

 

LEGITTIMITÀ

L'Ingegnere afferma pure che la Nato «ora non ha più senso», invita a puntare sull'Europa (anche dal punto di vista militare) e ribadisce di nuovo: «Se l'America vuol fare la guerra a Putin la faccia, ma non è l'interesse dell'Europa. Non è una mia opinione personale: è quello che pensano in Germania».

 

mario draghi joe biden g20 9

Parole che sono un campanello di allarme per Mario Draghi a poche ore dalla sua partenza per Washington. De Benedetti, sostenendo di esprimere «quello che pensano in Germania», dà un chiaro altolà (pur non citandolo) al premier italiano che ambisce a presentarsi a Washington come il governante europeo più allineato ai desideri di Biden.

 

In effetti finora tutti i giornali filogovernativi hanno sostenuto che Draghi viene ricevuto da Biden per la sua "fedeltà" acritica. Ma - come dice De Benedetti- in Germania (e nel resto d'Europa) si sta appunto consolidando la convinzione che sull'Ucraina l'interesse dell'Europa è opposto all'interesse Usa, quindi «non si deve seguire Biden».

VLADIMIR PUTIN - DISCORSO ALLA PARATA DELLA VITTORIA

 

Del resto che credibilità può avere un Capo di governo che prende impegni a nome dell'Italia senza avere avuto alcun mandato parlamentare specifico sulle gravi materie che va a trattare (quantomeno essendosi rifiutato di andare alle Camere prima della visita a Washington)?

 

Che legittimità politica ha un premier tecnico la cui posizione sull'invio di armi in Ucraina è bocciata dalla maggioranza degli italiani e che - nei suoi possibili sviluppi relativi agli armamenti pesanti - è sconfessata dai maggiori partiti che sostengono l'esecutivo? L'intervista di De Benedetti mostra che perfino nell'opinione pubblica di area Pd la linea bellicista di Letta e Draghi sta franando. Il vento è cambiato.

mario draghi joe biden g20 1vladimir putinMARIO DRAGHI ED ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO joe biden mario draghi

Ultimi Dagoreport

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…