giulio tremonti

“L’IDEONA SVILUPPATA NEL LABORATORIO EUROPEO È QUELLA DEL DOPPIO DEBITO” - GIULIO TREMONTI: “EUROBOND VOLEVA DIRE DEBITO EUROPEO. TUTTO QUELLO CHE SI STA ORGANIZZANDO È DEBITO NAZIONALE CON STRUMENTI VECCHI, COME IL MES, O DA INVENTARE. AVREMO TASSI PIÙ CONVENIENTI? LE CONDIZIONI NON SONO NOTE, MA IN OGNI CASO IN TEMPO DI TASSI BASSI UN PAESE SI VINCOLA MOLTO E RISPARMIA POCO. MA SE TI INDEBITI IN QUESTO MODO, PRIMA O POI IL CREDITORE TI CHIEDERÀ CONTO…”

Andrea Bassi per “Il Messaggero”

 

Professor Giulio Tremonti, il governo ha adottato un decreto legge per fornire alle imprese liquidità per 400 miliardi. Il premier Giuseppe Conte ha definito l'intervento poderoso. Concorda?

giulio tremonti

«Forma e sostanza».

 

Prego?

«La forma è quella del decreto legge, la sostanza cuba 400 miliardi di oggi più 300 miliardi di ieri, pari a 700 miliardi. Si tratterebbe della manovra più grande d'Europa».

 

Usa il condizionale?

«In base alla Costituzione un decreto legge si fa per necessità ed urgenza. Necessità ed urgenza devono coesistere. La logica della Carta è un decreto efficace da subito. Un atto legislativo prende la forma straordinaria del decreto invece della forma ordinaria della legge, perché deve produrre subito i suoi effetti».

Gualtieri Conte

 

E non è così in questo caso?

«Questo decreto ha prodotto subito un effetto annuncio, ma sarà molto dopo che produrrà forse i suoi effetti sostanziali. Per una grossa parte il decreto presuppone il passaggio a Bruxelles per l'approvazione. E questo è un punto. Poi ce n'è un altro».

 

Quale?

«Il passaggio in Parlamento e la contorsione delle procedure. Sono a monte l'effetto di una lotta di Palazzo, che a valle comporta di riflesso una contorsione delle norme e delle procedure che svilupperà il dibattito in Parlamento. La regola dei decreti è: effetti subito salvo qualche successivo cambiamento».

conte gualtieri

 

E in questo caso?

«Qui è certo che ci saranno tanti di quei cambiamenti, e sostanziali, da paralizzare la manovra. Da quando la bozza, che oggi è ancora un fantasma, sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e poi infine approvata, passeranno più di 60 giorni. In casi come questo il tempo è strategico. Anzi vitale».

 

Come cambierebbe il decreto?

«Fondo perduto o almeno 10 anni invece di sei per rimborsare».

 

Le imprese sostengono che la liquidità gli serve, come si dice, entro ieri.

«Per essere chiari, in altri Paesi la pandemia è arrivata dopo, ma l'aiuto economico alle imprese è già arrivato».

 

Se lei si riferisce alla Germania e al piano finanziato con 156 miliardi di deficit, si può dire che i tedeschi partono da condizioni di bilancio diverse da quelle italiane?

giulio tremonti

«Trecento miliardi prima, 400 miliardi oggi, lottizzati tra il Ministero dell'Economia e quello degli Affari esteri, effettivamente cubano la più grande manovra della storia italiana e d'Europa. Messa giù così, se vai in Europa a chiedere gli eurobond, puoi aspettarti che una rauca voce nordica ti dica: ma se hai già tutti questi soldi, perché ne vuoi ancora?».

 

E cosa dovrebbe rispondere il governo?

«Che un conto è parlare in televisione in Italia, dire che hai una enorme potenza di fuoco. Un conto è il giorno dopo in Europa. Tanto è vero che hai costruito procedure complicate proprio per non spenderli».

 

Che avrebbe dovuto fare il governo?

«Copiare dalla Germania, che a sua volta ha copiato dalla Svizzera, e poi starsene tranquilli nella quiete domestica».

 

Olaf Scholz e Merkel

Il governo sembra aver temporeggiato sulle misure anche in attesa di un segnale proprio dai partner europei. Ma i Paesi del Nord insistono sull'attivazione del Mes, il Fondo salva-Stati, per affrontare la crisi.

«L'Europa che abbiamo conosciuto e che abbiamo amato, era semplice e per questo popolare. Carbone, acciaio, agricoltura, ecc. Questa nuova Europa passa attraverso acronimi. Per capirla devi aver fatto un semestre, o almeno uno stage, in una banca d'affari americana o inglese. Detto questo, eurobond voleva dire debito europeo. Tutto quello che si sta organizzando è debito nazionale operato attraverso strumenti vecchi, come il Mes, o nuovi da inventare in Europa».

giuseppe conte roberto gualtieri mes

 

Strumenti in qualche misura ideati anche quando lei era ministro.

«Guardi, nel 2008, semestre di presidenza francese, il governo italiano fece alcune proposte. Rilevò che nei trattati europei non c'era la parola crisi. E ovviamente non c'erano gli strumenti per affrontarla. La discussione fu lunga. Poi una notte un notaio venne all'Eurogruppo e fu costituito il primo fondo europeo. Così nacque l'Esm. La discussione era: serietà sopra nel fare i bilanci, solidarietà sotto verso gli Stati in crisi e in mezzo il fondo per emettere eurobond».

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

Poi che è successo?

«È arrivato il caos, la passeggiata di Deauville, la crisi delle banche tedesche e francesi, troppo esposte sulla Grecia, la caduta della fiducia, le troike, il salvataggio dell'euro fatto da quelli che il caos avevano causato. Da questo caos è venuto fuori l'attuale Mes».

 

Resta l'idea di far emettere all'Esm, o Mes, titoli di debito?

«La ideona che pare si sia sviluppata nel laboratorio europeo, è quella del doppio debito. Sopra una kombinat di attrezzi vecchi e/o nuovi che raccoglie i capitali a debito, sotto gli Stati che si indebitano per acquisire a loro volta a debito una quota di quei capitali a loro volta presi a debito. Il segreto di fabbrica sarebbe il doppio debito. La produzione di debito a mezzo di debito».

 

Magari l'idea è che almeno si ottengano tassi più convenienti?

«Le condizioni non sono note, ma in ogni caso in tempo di tassi che sono già bassi un Paese si vincola molto e risparmia poco. Ma se ti indebiti in questo modo, prima o poi il creditore ti chiederà conto dell'uso che hai fatto dei suoi soldi. Questo è certo, come è certa un'altra cosa».

 

EUROBOND

A che cosa si riferisce?

«Se anche si sviluppasse uno strumento nuovo europeo, avremmo sempre il problema del nostro debito che cresce. Credo che in un contesto finanziario complicato, e in prospettiva drammatico con il serpeggiare non infondato di paure come quelle della patrimoniale o del prestito forzoso, l'alternativa sia la fiducia».

 

In che senso la fiducia?

«La formula per iniziare un percorso di fiducia sul debito pubblico è quella secolare esente da ogni imposta presente e futura. Su questa base, che ha un forte valore simbolico oltre che economico, fare emissioni di titoli di Stato da offrire. Aggiungendo che i capitali così raccolti saranno non solo sicurezza oggi, ma sviluppo domani».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...