putin biden xi jinping

“SI CERCA UN'INTESA CON LA CINA PER ISOLARE MOSCA” – FEDERICO RAMPINI E IL CAMBIO DI STRATEGIA DI BIDEN: “L'ARGOMENTO AMERICANO È FORTE PERCHÉ FA LEVA SULL'EQUIVALENTE FINANZIARIO DELL'ARMA NUCLEARE: LA SOVERCHIANTE EGEMONIA DEL DOLLARO. LA CINA È UNA GROSSA AZIONISTA DELL'ECONOMIA GLOBALE, HA IMMENSI INTERESSI IN OCCIDENTE, DOVE TROVA I SUOI PRINCIPALI SBOCCHI COMMERCIALI.  NON HA INTERESSE AD APPIATTIRSI SULLE DISSENNATE AZIONI DI PUTIN E …” - DAGOREPORT

Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

xi jinping joe biden

C'è stata una correzione di rotta nella strategia americana verso i due grandi rivali, Russia e Cina. Ancora pochi mesi fa una corrente di realisti della geopolitica consigliava a Joe Biden di ricucire con Vladimir Putin per sottrarlo all'abbraccio cinese. La telefonata di due ore fra il presidente americano e Xi Jinping segnala l'approccio opposto: si cerca un'intesa con la Cina per isolare Mosca. La Casa Bianca non si fa troppe illusioni sull'aiuto di Pechino.

 

Però spera di spostare Xi su posizioni di neutralità vera, non fasulla. L'argomento americano è forte perché fa leva sull'equivalente finanziario dell'arma nucleare: la soverchiante egemonia del dollaro. Il messaggio di Biden è chiaro. La Cina è una grossa azionista dell'economia globale, ha immensi interessi in Occidente, dove trova i suoi principali sbocchi commerciali. La Pax Americana le ha consentito un trentennio di crescita spettacolare.

Xi Jinping e Vladimir Putin

 

Ora l'economia cinese subisce uno choc energetico, un rallentamento della crescita, e una diffidenza sempre più forte presso gli occidentali. Non ha interesse ad appiattirsi sulle dissennate azioni di Putin. Le aziende cinesi subirebbero danni enormi, se i loro affari con la Russia le mettessero nel mirino delle sanzioni occidentali, escludendole dal circuito universale del dollaro.

 

BIDEN XI JINPING

Xi è consapevole dei rischi che corre. Compie un esercizio di equilibrismo. Cerca di non chiudersi gli accessi all'economia globale. Ma non vuole tradire Putin a cui lo lega un rapporto stretto, cementato dalla comune analisi sulla debolezza dell'Occidente. Più crescono le difficoltà dell'armata russa in Ucraina, più i media di Stato cinesi smorzano i loro appoggi a Putin: forse è un segnale che Xi si sta cautelando.

 

putin xi jinping

Nel frattempo la Cina persegue un ordine mondiale alternativo. A cominciare dall'architettura finanziaria. È significativo il negoziato con l'Arabia Saudita, per convincere Riad ad accettare renminbi cinesi invece dei dollari, come pagamento per le forniture di petrolio. Il cammino verso una globalizzazione sino-centrica sarà lungo. La supremazia del dollaro non è soltanto un retaggio del secolo americano, un effetto collaterale della leadership militare ed economica dell'impero calante. Dietro l'accettazione del dollaro c'è l'affidabilità di uno Stato di diritto, la certezza delle regole, l'imparzialità dei tribunali.

 

videoconferenza joe biden

I valori dell'Occidente, in questo caso, hanno una funzione rassicurante per tutti gli operatori economici. Il nuovo ordine internazionale che Xi Jinping ha in mente assomiglia a quello di Putin ed è in costruzione da anni. Se partiamo dalla guerra di Cecenia o dall'invasione della Georgia nel 2008, poi l'annessione della Crimea, infine aggiungiamo la distruzione dello Stato di diritto a Hong Kong, il quadro è chiaro. L'aggressione all'Ucraina è la tappa di un'escalation che vede Mosca e Pechino allineate per cambiare le regole del gioco. Già oggi il 30% del Pil mondiale coincide con regimi autoritari: lo zoccolo duro del nuovo ordine globale è consistente. Per l'Impero celeste di cui Xi è l'erede, si tratta di ricostruire sfere d'influenza che la Cina già proiettava oltre le sue frontiere più di duemila anni fa.

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

 

Ancor prima che le Vie della Seta prendessero quel nome, una presenza cinese raggiungeva Giappone e Corea, Sud-est asiatico, Oceano Indiano e Corno d'Africa. L'equilibrismo cinese consiste nel tenere un piede nei due mondi: continuare a trarre il massimo beneficio dalla globalizzazione americano-centrica, e intanto costruire quella che la sostituirà. La brutalità di Putin rende più ardua l'acrobazia, gli aut aut americani si fanno più pressanti. Xi non vuol dare per sconfitto il suo compare e alleato. Sulle forniture di armi cinesi all'armata russa?

vladimir putin 2

 

Dice che sono di routine, non specifiche richieste per massacrare il popolo ucraino. Sull'effetto delle sanzioni occidentali, Pechino ricorda che il regime degli ayatollah in Iran è sopravvissuto ai tentativi di strangolamento economico. L'indebolimento oggettivo di Mosca si trasforma in opportunità. La Cina ha già firmato contratti per 118 miliardi di dollari di gas, ha fatto incetta di cereali russi, e gli investitori di Shanghai si avventano su aziende russe in liquidazione. L'esodo in massa delle multinazionali occidentali da Mosca e San Pietroburgo viene considerato un'opportunità per le loro concorrenti cinesi.

JOE BIDEN XI JINPING

 

È in atto una colonizzazione che non dispiace a Xi, è la rivincita sul periodo in cui l'Urss dominava e «modernizzava» i compagni maoisti. Negli scambi fra Biden e Xi affiora costantemente una richiesta cinese: l'America smetta di voler cambiare il sistema che governa Pechino. È uno dei tratti che uniscono Xi a Putin: la certezza che Washington vuole rovesciarli, aizzando «rivoluzioni arancioni» nelle loro popolazioni. Un'analisi equilibrata rivela che si tratta come minimo di esagerazione, con una punta di paranoia. Altra caratteristica che appaia i due autocrati: dopo tanti anni di accentramento del potere e culto della personalità, i due sono circondati di yesmen.

 

XI JINPING VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA DI GIANNELLI

Hanno una corte che li asseconda, chi osa criticare rischia il posto o peggio. In queste circostanze, avvistare e correggere gli errori diventa più difficile. Finora Xi ha sbagliato molto meno di Putin, ma neppure il suo equilibrismo è immune da rischi. Molto dipende da noi. Xi Jinping ha creduto che un attacco nel cuore dell'Europa avrebbe messo a nudo tutte le debolezze dell'Occidente, i suoi dubbi, la sua indecisione. Finora l'Occidente gli ha dato torto, ma i bilanci si fanno nel lungo periodo. Questa leadership cinese è convinta di avere il tempo dalla sua.

joe biden xi jinpingXI JINPING JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…