martelli craxi

“LA TRAGICA VERITÀ È CHE CRAXI DALL’87 IN POI NON NE AZZECCÒ PIÙ UNA” - PARLA CLAUDIO MARTELLI, EX DELFINO DEL LEADER SOCIALISTA: "LA SCELTA DI HAMMAMET? CAPIVO CHE ERA UN ERRORE, MA BETTINO STAVA MALE E SAPEVO CHE..." - "INSOPPORTABILE LA SCENA DEL SUO CORPO RANNICCHIATO IN UNA BARA TROPPO PICCOLA” – E POI L’INCONTRO CON MADRE TERESA (“SONO FUGGITO”. ECCO PERCHE’) E SULLA FIDANZATA DEL PD LIA QUARTAPELLE DICE CHE…

martelli craxi

Vittorio Zincone per "Sette" - corriere.it

 

Claudio Martelli è stato il numero due del Psi travolto da Tangentopoli, vice premier di Giulio Andreotti e ministro della Giustizia molto vicino a Giovanni Falcone. Nella piccola guerra civile che divide gli italiani tra chi rimpiange Bettino Craxi come uno statista costretto all’esilio e chi lo considera un delinquente morto latitante, lui appartiene ovviamente alla prima categoria.

 

Ha appena scritto un libro (L’antipatico, Nave di Teseo) per ribadire i meriti craxiani e per denunciare la coalizione di poteri che si adoperò per plasmare il mito nero del leader socialista e per favorirne la caduta. L’intervista si svolge nel suo appartamento romano. Il citofono non funziona e Martelli è costretto a scendere quattro piani per aprire il portone. Si accende un piccolo dibattito sulla totale assenza di manutenzione che avvolge la Capitale e sulle differenze con Milano, dove lui è nato e cresciuto, e dove vive metà della settimana. Lo sfogo prosegue sulla politica di oggi: ministri incompetenti, aggressioni sui social-network, nessuna riflessione o visione di lungo periodo: «Si salva poco».

 

Che cosa si salva?

stefania craxi martelli

«Situazioni come quella dell’attuale Pd milanese, dove è nato un gruppo di giovani che non ha nulla a che fare con la storia del PSI, del PCI o della DC. E poi Beppe Sala. È bravo».

Nel Pd milanese c’è anche la sua compagna, la deputata Lia Quartapelle. Avete quasi quarant’anni di differenza.

«Eheh, che ci posso fare? Succede, quando uno ne ha settantasei come me».

Come e quando vi siete conosciuti?

«Un paio di anni fa, a Milano, alla presentazione di Revolution il libro autobiografico di Emmanuel Macron».

 

È vero che le è capitato di darle una mano nella stesura di un discorso parlamentare sui migranti?

«È una balla. Un falso. Non ne ha proprio bisogno».

Parliamo dei leader negli anni del “Si salva poco”. Il premier Giuseppe Conte...

«Abile nelle mosse e nel gioco tattico. Certo, in campo internazionale il difetto di leadership fa paura».

 

Il ministro degli Esteri è Luigi Di Maio.

martelli

«Non si impara in un giorno a guidare la diplomazia italiana. Tra l’altro, grazie al populismo del signor Di Maio e dei suoi urlatori, la mia pensione da parlamentare è stata tagliata del 57,9%: ridotta a duemiladuecento euro. In politica l’onestà consiste nella capacità. E di capaci se ne vedono davvero pochi».

 

Il nome di un capace?

«Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia. La sua esperienza nel Parlamento europeo lo ha reso di sicuro competente. Però mi chiedo se sia chiaro un punto che Craxi aveva evidenziato già nel 1993: il trattato di Maastricht va rinegoziato».

 

Nel suo ultimo libro lei sostiene che gli ex comunisti italiani si siano consegnati all’europeismo liberista.

«È così. Complice l’ubriacatura per la Terza via blairiana, la sinistra italiana di governo ha abbracciato un riformismo puramente liberale e una costruzione dell’Europa che difetta in solidarietà sociale. Il Pd si è fatto establishment. Identificandosi principalmente con l’Unione europea e dimenticando la nazione, i democratici hanno spalancato un’autostrada elettorale a Matteo Salvini».

pierluigi battista claudio martelli marida lombardo pijola foto di bacco

 

 

Discute mai della linea euro-lib del Pd con Quartapelle?

«È un continuo. Viviamo insieme!».

Voterà Pd per quiete domestica?

«Non lo so. Dipende da che cosa proporrà il Pd».

 

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti...

«Se la sua idea di rinnovamento della sinistra è un ritorno alla Ditta, ci saranno sorprese amare. Lui non è un leader, è il segretario, l’amministratore. Il Pd è la scuola dei bravi amministratori emiliani. Zingaretti ha frequentato la versione romana, con alle spalle il genio oscuro di Goffredo Bettini».

 

 

Bettini è stato per anni il dominus dei dem capitolini.

«Sono andato una volta a trovarlo, a casa della madre. Era scalzo. Mi sembrava di essere tornato in India, quando durante un lungo viaggio mi portarono a trovare un guru che se ne stava stravaccato su un divano».

A quando risale questo viaggio in India?

martelli falcone

«Al 1994, quando è crollato tutto. Ci sono rimasto tre mesi. Sono anche andato a trovare Madre Teresa di Calcutta. Mi fece sedere accanto a lei e la prima cosa che mi disse fu: “Come sta il mio amico Giulio Andreotti?”. Poi mi fissò e chiese: “And you? Why are you so unhappy?”.

 

Le spiegai che era crollata la Prima Repubblica e che ero sotto processo. Lei scosse la testa e insistette: “Perché sei così infelice? Dimmi, hai mai ucciso qualcuno?”. Replicai che ovviamente non avevo mai tolto la vita a nessuno. E lei, più insistente: “Hai mai spinto la tua compagna ad abortire?”. A quel punto capii che era meglio interrompere il colloquio».

 

Perché?

pierluigi battista claudio martelli foto di bacco

«Avevo già tanti guai, non volevo subire pure un’invettiva perché da ragazzo una mia fidanzatina era ricorsa all’aborto. Quando io avevo diciannove anni non si faceva tanta prevenzione».

Martelli si accende un sigaro. Lo invito a un piccolo Amarcord sugli esordi giovanili in politica. Il primo incontro con Craxi...

«Non avevo ancora vent’anni, frequentavo i giovani repubblicani. Ero in piazza Cavour, a Milano, con Antonio Del Pennino...».

 

Esponente storico del PRI milanese.

«Aspettavamo sotto il palazzo dei Giornali i risultati elettorali delle elezioni politiche del 1963. Si avvicinò questo signore alto, calvo. Era Craxi. Del Pennino me lo presentò e lui cominciò a farmi molte domande: studi, romanzi preferiti... Alla fine sentenziò: “Hai letto troppo Cesare Pavese e troppo poco Gian Burrasca”».

claudio martelli foto di bacco

 

Lei è stato per molti anni il delfino di Craxi.

«Dal 1976, anno in cui Bettino diventò segretario, al 1983, quando arrivò alla presidenza del Consiglio, abbiamo vissuto sette anni a Roma in simbiosi mutualistica».

 

Tra di voi ci sono stati anche momenti di forte contrapposizione.

«Decisamente. Nel 1986, quando mi impegnai per i referendum sulla giustizia e provai ad allineare il Psi su posizioni anti-nucleariste, Bettino mi mandò a dire, tramite Cornelio Brandini, che la mia testa era già tagliata e che se avessi fatto un passo in più sarebbe rotolata. Poi nel 1987...».

 

Che cosa accadde?

claudio martelli foto di bacco (3)

«Era caduto il governo Craxi e io ero andato a trattare il sostegno del Psi a un governo Andreotti. Andreotti nel suo studio di Montecitorio ci promise, tra le altre cose, una forte apertura al presidenzialismo. Tornai entusiasta in via del Corso...».

Sede storica del Psi.

«... Ma Craxi respinse l’accordo fulminandomi: “Non ti immischiare”. Da parte sua fu un errore clamoroso. L’incarico venne dato ad Amintore Fanfani e dopo due mesi si andò a elezioni. La tragica verità è che dal 1987 in poi Craxi non ne ha più azzeccata una».

 

Lei ha raccontato una conversazione a tre, con Craxi e Marco Pannella, in Transatlantico, durante la quale il leader radicale sconsigliò a Craxi di partire per la Tunisia.

craxi martelli

«Io invece non lo contrastai. Capivo che era un errore, ma Bettino stava male e sapevo che se fosse rimasto in Italia lo avrebbero massacrato».

 

È mai stato a Hammamet sulla tomba di Craxi?

«Sono corso a Hammamet il giorno della sua morte. Ho visto la scena insopportabile del suo corpo rannicchiato in una bara troppo piccola. E poi ci sono tornato negli anni successivi, anche con il mio figlio più grande, Giacomo. Craxi ci giocava quando era bambino. E mi ha chiesto di lui pure durante la nostra ultima conversazione».

 

Quando vi siete parlati per l’ultima volta?

«Una telefonata alla vigilia del Natale 1999. Era molto stanco. Gli dissi che sarei andato presto a trovarlo e lui mi chiese di aspettare perché si era operato da poco. Morì qualche settimana dopo».

 

claudio martelli bettino craxi gianni de michelis

 

BETTINO CRAXI E CLAUDIO MARTELLIclaudio martelli margherita boniverclaudio martelliCRAXI MARTELLIclaudio martelli foto di bacco (1)lia quartapelle 5lia quartapelle 6lia quartapelle 7LIA QUARTAPELLElia quartapelle 8 pisapialia quartapelle 9LIA QUARTAPELLE lia quartapelle foto di bacco (1)LIA QUARTAPELLE NAZIONALE DI CALCIO PARLAMENTARIlia quartapelle foto di bacco (2)martelli falconemartelli craxiMARTELLI LIBRO SU CRAXI COVER

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)