LETTA NON SI E’ NEANCHE INSEDIATO CHE LE CORRENTI DEL PD GIÀ LITIGANO - L’ALA ZINGARETTI-BETTINI HA COMINCIATO A RACCOGLIERE LE FIRME (PIÙ DI 600) PER SOSTENERE LA CANDIDATURA DI ENRICHETTO: UN MODO PER PESARSI E PER FAR VEDERE DA CHE PARTE PENDONO I RAPPORTI DI FORZA INTERNI - GLI EX RENZIANI DI “BASE RIFORMISTA” MASTICANO AMARO - LA STILETTATA DI LETTA A BONACCINI, SPESSO IN SINTONIA CON SALVINI: “LE INCURSIONI DELLA LEGA HANNO CARATTERE STRUMENTALE E DESTABILIZZANTE…”

-

Condividi questo articolo


Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

ENRICO LETTA ALLA SEZIONE PD DI TESTACCIO ENRICO LETTA ALLA SEZIONE PD DI TESTACCIO

 

È stata una delle prime condizioni che Enrico Letta ha posto quando i big del suo partito gli hanno chiesto di prendere le redini del Pd in mano per salvare i dem dal disastro: niente «tutele» e niente «imposizioni». Tradotto: se volete che io faccia il segretario devo avere un mandato pieno e carta bianca, perché i miei referenti non saranno i capi corrente ma gli iscritti e gli elettori. Ebbene, il futuro leader non ha ancora pronunciato il suo discorso di investitura (lo farà oggi alle 11.45, all'Assemblea nazionale), che l'armistizio tra le diverse componenti del Pd si è già rotto.

 

Ieri, infatti, soprattutto per volontà degli «zingarettiani», la maggioranza che aveva eletto alla guida del partito il presidente della Regione Lazio ha cominciato a raccogliere le firme (più di 600) per sostenere la candidatura di Letta. Un modo per pesarsi e per far vedere da che parte pendono i rapporti di forza interni anche con il nuovo corso lettiano.

Enrico Letta Enrico Letta

 

I supporter di Andrea Orlando hanno poi tenuto a diffondere alle agenzie di stampa una nota per precisare che di quelle 600 firme 260 erano loro. A quel punto, Base riformista, il correntone di minoranza di Lorenzo Guerini e Luca Lotti, non l'ha presa bene ed è passata alla controffensiva per precisare che i suoi esponenti firmeranno solo la candidatura di Letta, «come prevede lo Statuto direttamente in Assemblea». Sempre fonti di Base riformista hanno poi aggiunto: «I documenti che vengono presentati rischiano di essere tentativi di condizionamento abbastanza inutili».

 

ENRICO LETTA ZORO ENRICO LETTA ZORO

Dunque, ancora le contrapposizioni tra le correnti, benché il futuro segretario abbia spiegato di volere «un partito aperto» e di avere tutte le intenzioni di imprimere «una svolta importante» al Pd. Ma che cosa dice il documento sottoscritto dalla maggioranza che aveva eletto Zingaretti, quello che ha riaperto la guerra interna, sebbene poi tutte le componenti voteranno Letta? In quel testo si chiede di respingere «le incursioni della Lega e di Salvini, con il loro carattere strumentale e destabilizzante».

 

bonaccini salvini bonaccini salvini

Ogni riferimento a quei dem come Stefano Bonaccini, che a suo tempo hanno appoggiato la richiesta di Salvini di riaprire, è puramente voluto. Nel documento una parte importante è poi dedicata alle alleanze: al leader che verrà eletto oggi in Assemblea nazionale si chiede di «mantenere un rapporto positivo con l'arco di alleanze consolidate a sinistra; con il M5S che sarà investito da una trasformazione molto grande, con la leadership di Giuseppe Conte, che ci chiamerà a una più stringente competizione, anche se virtuosa e non distruttiva; con le formazioni laiche, liberali, moderate e di centro disponibili ad arricchire il campo democratico».

 

luca lotti foto di bacco (1) luca lotti foto di bacco (1)

Ma, al di là delle beghe tra le correnti, quel che conta veramente è ciò che dirà oggi Letta. Quel Letta secondo cui il «partito è uno strumento del Paese». Quel Letta che farà di tutto, come ha spiegato lui stesso in un'intervista a Le Monde , per evitare che il Pd «diventi come il Psf, in cui l'ala destra se n'è andata con Macron e l'ala sinistra con Mélenchon». Già, il Pd che il nuovo segretario sogna dovrà essere «il baricentro del riformismo». L'ex premier ieri ha lavorato tutto il giorno al testo del suo discorso. E ha anche postato su Twitter una sua foto in cucina, al computer, mentre lima l'intervento. Però Letta ieri ha fatto un'interruzione.

 

ANDREA ORLANDO ANDREA ORLANDO

A metà mattinata è andato nel suo circolo, quello di Testaccio. I militanti lo hanno accolto con un grande striscione con su scritto: «Daje Enri'... Ripiamose sti cocci». Il riferimento è all'intervista di Letta a Propaganda Live su La7, in cui il futuro leader dem si era detto pronto a «raccogliere i cocci» del suo partito. Letta ha chiesto suggerimenti ai militanti del Testaccio: «Cosa vorreste sentirmi dire? Secondo voi da dove deve ripartire il Pd? Cos' è mancato in questi anni?». Non si è trattato di frasi di rito: «Sono davvero convinto che il Pd - spiega Letta - debba ricominciare ad ascoltare i suoi iscritti e non solo. C'è tanta gente fuori alla quale dobbiamo parlare».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…