saddam haftar 2

LIBIAM I CALICI! – IL MISTERO DEL VIAGGIO IN ITALIA DI SADDAM HAFTAR, IL FIGLIO DEL GENERALE KHALIFA: SAREBBE PASSATO DA GENOVA E NAPOLI, FERMATO E POI RILASCIATO DALLE AUTORITÀ DEL NOSTRO PAESE. SU DI LUI PENDE UN MANDATO D’ARRESTO EMESSO DALLA SPAGNA, CHE TRAMITE REPSOL GESTISCE IL PIÙ GRANDE GIACIMENTO PETROLIFERO LIBICO. CHE ORA, COME RITORSIONE, HAFTAR HA CHIUSO - IL RILASCIO SAREBBE UNA VIOLAZIONE DELLE NORME INTERNAZIONALI. MA I SERVIZI ITALIANI HANNO UN PATTO "INFORMALE" CON HAFTAR PER STOPPARE I MIGRANTI DALLA LIBIA -IL CASO SI AGGIUNGE ALL'"INCIDENTE" NEL PORTO DI GIOIA TAURO PER IL SEQUESTRO DI DRONI CINESI DESTINATI, VIA MOSSAD, AL BAFFO FORTE DELLA CIRENAICA. UNA SETTIMANA DOPO UN INCAZZATO HAFTAR FA PARTIRE I GOMMONI PER LAMPEDUSA...

Articoli correlati

DAGOREPORT!MOLTO MALCONTENTO NEL CORPO DIPLOMATICO ITALIANO. SOTTO PROCESSO IL...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa e Fabio Tonacci per www.repubblica.it

saddam haftar 1

 

Il viaggio in Italia di Saddam Haftar diventa un giallo internazionale. Dove spuntano doppie identità, un presunto mandato di arresto spagnolo, trattenimenti agli aeroporti e, notizia di queste ore, la chiusura improvvisa di Sharara, il più vasto giacimento petrolifero in Libia. Una storia scivolosa che Repubblica, dopo aver consultato sei fonti qualificate, è in grado di ricostruire dal principio.

 

saddam haftar

Il mese scorso il 33 enne figlio degli generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, è allo stadio dei Marmi di Roma. E’ il 23 luglio. Saddam Haftar, capo della Brigata Tariq Ben Zayed, considerata una delle milizie più feroci responsabile, secondo Amnesty international, di violenze, stupri e traffico di esseri umani, presiede con grande serenità la cerimonia delle Final Six del campionato di calcio libico vinto dall’Al Nasr, la squadra di cui è proprietario.

 

Attorno a lui ci sono quattro guardie del corpo. Le partite si sono tenute in quattro stadi tra la Campania e l’Abruzzo in base a un accordo siglato tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dello Sport Andrea Abodi e le autorità dei due governi libici, durante la visita istituzionale di maggio a Tripoli e Bengasi.

petrolio libia 2

 

Adesso le agenzie di stampa libiche, citando fonti ufficiali, battono la notizia della chiusura del campo di Sharara decisa da Saddam Haftar come rappresaglia per “il recente tentativo di arresto in Italia dovuto a un mandato di cattura emesso dalla Spagna”.

 

Sharara è di proprietà e sotto la gestione della Repsol, il colosso petrolifero spagnolo. Le stesse agenzie collocano il tentativo di arresto in questo weekend e a Roma, riferendo che Haftar junior è stato fermato e poi immediatamente rilasciato dalla polizia italiana.

 

giorgia meloni e il generale khalifa haftar

Circostanza che, se confermata, sarebbe una violazione gigantesca delle norme della cooperazione internazionale nonché un trattamento di favore nei confronti di un famigliare del generale libico difficilmente spiegabile al governo di Madrid.

 

Cosa è successo veramente? Stando a quanto risulta a Repubblica, il 21 luglio un jet privato atterra all’aeroporto di Genova. A bordo ci sono cinque passeggeri libici forniti di passaporti, nessuno dei quali, però, porta il nome di Saddam Haftar. Gli agenti di frontiera sottopongono i cinque al controllo di routine: non ci sono degli alert specifici legati a quei nomi. Quanto dura la procedura […] non è certo, ma niente che possa far pensare a un fermo di polizia.

 

saddam haftar 3

I cinque fanno un altro volo sullo stesso aereo, questa volta lo scalo è a Capodichino. Qui la faccenda si complica, viene fuori che tra i cinque libici c’è anche Saddam Haftar […]. La fonte consultata da Repubblica ricorda che sia stato lui […] ad essersi rivelato con quella identità. A quel punto il trattenimento dura più di un’ora, perché, a differenza dei nomi scritti sui passaporti, il database si accende su Saddam Haftar.

 

[…] Nella banca dati comune risulta una richiesta di segnalazione di “riservata vigilanza” inserita dal governo spagnolo: è un atto di cooperazione che impone alle forze di polizia del circuito Schengen di avvertire l’autorità che ha emesso la segnalazione nel caso ravvisino la presenza del soggetto attenzionato sul proprio territorio. Motivo per cui Saddam Haftar rimane all’aeroporto di Napoli per più di un’ora.

saddam haftar 2

 

Nel 2023 infatti la Spagna lo ha accusato di essere coinvolto in un traffico di armi destinato alla sua milizia. A gennaio di quest’anno il quotidiano spagnolo Cronica ha pubblicato un rapporto investigativo secondo cui la Policia Nacional aveva intercettato il carico, che era in viaggio verso gli Emirati Arabi Uniti e poi verso Bengasi con bolle di transito falsificate che attestavano, al posto delle armi, il trasporto di cibo e altra merce. Anche allora il figlio del generale libico, per reazione, fece chiudere il giacimento di Sharara per una settimana.

 

petrolio libia

[…] Come detto, però, le agenzie di stampa libiche parlano proprio di un mandato di arresto e, implicitamente, di un favore fatto dall’Italia. E ribadiscono che il tutto si sia svolto negli ultimi giorni, non a luglio. E’ una storia scivolosa e da trattare con cautela, da alcuni già bollata come fake news diffusa ad arte da esponenti del Governo libico di unità nazionale per colpire il rivale Haftar e metterne in crisi i suoi rapporti con Giorgia Meloni.

 

Chi conosce come funziona il sistema della cooperazione europea ritiene impossibile che la nostra polizia possa aver fatto passare un soggetto di cui uno stato membro dell’Ue chiede l’arresto. E’ un fatto, però, che Saddam Haftar, rientrato a Bengasi, ha ordinato alla sua milizia di chiudere Sharara, che produce quotidianamente 350 mila barili di greggio. E’ il più grosso e redditizio giacimento singolo in Libia. […]

giorgia meloni e il generale khalifa haftar petrolio libia 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”