luca lotti

LOTTI COME LOTTA - PER ''L'ESPRESSO'', L'EX MINISTRO AVREBBE CHIESTO ALL'ENI I DOCUMENTI PER COMPROMETTERE IL PM IELO CHE INDAGAVA SU DI LUI E IL CASO CONSIP. LOTTI NEGA: ''SONO USCITI ESTRATTI DEL MIO COLLOQUIO CON I MAGISTRATI, CHE DOVREBBERO ESSERE COPERTI DA SEGRETO ISTRUTTORIO, E NON CORRISPONDONO A VERITÀ'' - DI SICURO, DI IELO PARLAVA CON PALAMARA E FERRO...

Da www.ilfattoquotidiano.it

 

L’ex ministro Pd Luca Lotti è stato interrogato dai magistrati milanesi all’inizio dell’estate e, secondo quanto rivelato da l’Espresso in un articolo che uscirà domenica in edicola, avrebbe ammesso l’esistenza di un tentativo di “complotto” contro il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo. Che però l’ex ministro nega con forza annunciando azioni legali.

 

LUCA LOTTI

L’Espresso: “Chiesti documenti da usare contro Ielo” – “L’ex renziano è stato sentito a inizio estate dai magistrati della Procura di Milano in veste di testimone – scrive l’Espresso – E ha ammesso di aver chiesto all’Eni documenti riservati da usare contro la toga romana“. Secondo il settimanale “il deputato Pd tira in ballo Palamara e il collega Ferri, ma discolpa il manager Descalzi e l’azienda: alla fine da loro non ho ottenuto nulla”. 

 

Luca Palamara, è il pm di Roma, già presidente dell’Anm ed esponente di Unicost, indagato a Perugia per corruzione che aspirava a diventare aggiunto a Roma, mentre Cosimo Ferri, anche lui indagato nella città umbra per rivelazione di segreto, è deputato del Pd e in passato esponente di un’altra corrente ovvero. Magistratura indipendente.

 

 

luca palamara

Lotti convocato come teste dai pm di Milano – I pm Laura Pedio e Paolo Storari, coordinati dall’aggiunto Fabio De Pasquale, hanno convocato Lotti come teste per “chiarimenti su alcune frasi ritenute rilevanti dai colleghi di Perugia”. La notizia che stesse indagando anche a Milano è stata diffusa il 20 giugno scorso. La procura umbra ha trasmesso alcune intercettazioni dell’inchiesta in cui è coinvolto Luca Palamara, ovvero dialoghi tra Lotti e lo stesso ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati che è indagato per corruzione.

 

Nelle conversazioni l’ex ministro dice di aver avuto dall’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi alcune carte sul fratello del procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo. Proprio Ielo è il magistrato che ha chiesto il rinvio a giudizio del braccio destro di Matteo Renzi per favoreggiamento, nell’ambito dell’inchiesta sulla Consip. Il 14 giugno, Lotti si è autosospeso dal Partito democratico in seguito allo scandalo sollevato dall’inchiesta nomine.

PAOLO IELO

 

Documenti chiesti ma non ottenuti da Eni – L’ex ministro dello Sport non avrebbe potuto negare le parole intercettate grazie al trojan nel cellulare di Palamara e ha messo a verbale di aver ricevuto dall’ex presidente dell’Anm, e da Ferri il suggerimento di cercare attraverso il gruppo petrolifero documenti che potessero mettere in difficoltà l’avvocato Domenico Ielo per poterli utilizzare contro il fratello Paolo. Lotti, però, ha contemporaneamente dichiarato di aver cercato i contratti del fratello di Ielo, ma invano. Escludendo di fatto l’Eni da questa partita di veleni deflagrata con il caso delle nomine del Csm. A chi indaga risulta un contatto da Lotti e top manager, Claudio Grana (estraneo all’inchiesta). Ma da quel fronte nulla è arrivato.

 

LUCA LOTTI MATTEO RENZI

Vale la pena ricordare che Paolo Ielo, procuratore aggiunto a Roma ha prima indagato e poi chiesto, a fine 2018, il rinvio a giudizio di Lotti per favoreggiamento in merito alla fuga di notizie sul Caso Consip, e che aveva dato il via all’inchiesta contro Palamara e l’imprenditore Fabrizio Centofanti, finita poi a Perugia per competenza.

 

Lotti: “Falso, fuga di notizia. Tutelerò la mia reputazione” – Lotti nega di aver parlato del complotto: “Sono stato sentito dai magistrati come persona informata sui fatti. Al di là del fatto che quell’interrogatorio è stato sottoposto a segreto istruttorio, leggo alcune anticipazioni giornalistiche che, per quanto reso pubblico finora, non corrispondono alla verità.

 

cosimo ferri 2

È falso che io abbia confermato l’esistenza di un complotto contro il Procuratore aggiunto dottor Paolo Ielo e non corrisponde al vero che io abbia chiesto all’Eni documenti riservati. Al di là del pieno rispetto del diritto di cronaca – continua Lotti – ho dato mandato ai miei legali affinché vengano chiariti i dettagli di questa ennesima fuga di notizie e perché dopo la pubblicazione di notizie false, venga tutela la mia reputazione”.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…