claudio durigon massimo giordano lega

MA CHE C’AZZECCANO I FASCI CON LA LEGA? - LA NOSTALGIA MUSSOLINIANA DI DURIGON FA INCAZZARE I MILITANTI DEL CARROCCIO AL NORD: PRIMA DELLE SBANDATE E DEI FLIRT DI SALVINI CON CASAPOUND IL PARTITO ERA FIERAMENTE ANTI-FASCISTA. E FINO ALLA SVOLTA DI FIUGGI, I MISSINI ERANO VISTI COME IL DIAVOLO - IL POST DELL’EX SINDACO DI NOVARA MASSIMO GIORDANO CHE STA GIRANDO MOLTO TRA I LEGHISTI: “SONO RIMASTO STUPITO DALL'ASSENZA DI REAZIONI ALLA ORMAI NOTA USCITA DI DURIGON. SONO NELLA LEGA DA 28 ANNI E HO SEMPRE RESPIRATO UNO SPIRITO ANTICOMUNISTA E ANTIFASCISTA...”

 

 

 

CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI

Stefano Rizzi per https://lospiffero.com/

 

Il caso Durigon non investe soltanto i rapporti della Lega con gli alleati di governo, ma pone una questione non meno importante all’interno dello stesso partito di Matteo Salvini. Il sottosegretario al Mef che ha arringato la folla di Latina, sua città e suo feudo elettorale strappato alla destra missina storicamente forte nell’Agro Pontino, perorando il ritorno alla denominazione in onore di Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, del parco cittadino intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha (ri)aperto la visione e la rivendicazione su una parte importante del dna leghista.

MASSIMO GIORDANO

 

Poco c’entra o comunque non può essere ricondotto esclusivamente ad esso, il periodo in cui il partito oggi nelle mani del Capitano fu guidato con spregiudicatezza e abilità ma senza mai derogare al principio dell’antifascismo dal Senatur. Sarebbe fuorviante e riduttivo classificare come nostalgia di quei tempi lo sconcerto e la repulsione provocata in buona parte della Lega, soprattutto al Nord, dalla sortita dell’ex sindacalista dell’Ugl divenuto un capataz in quell’Italia che proprio Umberto Bossi vedeva come zavorra e che si sarebbe poi tramutata in zatterone con timone a destra (forse troppo) offerto da Salvini nel suo processo di nazionalizzazione del partito.

 

MATTEO SALVINI A CENA CON I LEADER DI CASAPOUND E FRANCESCO POLACCHI

C’è di più della linea scolpita nella pietra padana dall’Umberto. C’è la radice del movimento che non fu come volle dire Massimo D’Alema una costola della sinistra, ma neppure qualcosa che richiamasse ceneri di una fiamma mai appartenuta al movimento che da autonomista e addirittura secessionista non ammiccò mai, e sarebbe stato ben strano, a nazionalismi quelli sì nostalgici. Neppure il tanko, il trattore trasformato in carro armato dai serenissimi arrampicatisi sul campanile di San Marco, riportò per un istante alle immagini dell’Istututo Luce o, peggio, ai tentati golpe artatamente sminuiti in commedia stile Vogliamo i colonnelli.

 

CLAUDIO DURIGON

Figurarsi in Piemonte dove la prima classe leghista (e pure parte della seconda) quella sì poteva apparire come una costola del Pci. Da Gipo Farassino a scendere, gli ex compagni conquistati dal diplomato alla scuola Radio Elettra di Cassano Magnano rivelatosi un genio della politica, non si sarebbero contati. Con i missini, prima della svolta finiana di Fiuggi, ancora nella catacombe, la Lega dalla sorgente di Pian del Re, mai volse lo sguardo da quelle parti. L’unico a farlo, guadagnandosi il titolo di mosca nera con conseguente messa ai margini, fu Mario Borghezio.

 

MASSIMO GIORDANO.

“Comandante quando il nostro popolo sente il bisogno di una rivoluzione nazionale, noi dobbiamo metterci alla guida di questa rivoluzione. Questo è il compito anche tuo”, disse l’Obelix torinese al cospetto di Stefano Delle Chiaie fondatore di Avanguardia Nazionale, primula nera del neofascismo italiano. La mosca nera piemontese era stata candidata nel Lazio alle Europee, proprio per quell’essere tale. Certo, poi Salvini avrebbe filato con CasaPound, ma al di sopra delle linea gotica la Lega, salvo rarissime eccezioni, è rimasta lontano da quegli ambienti.

 

claudio durigon

Dunque non stupisce, ma sorprende per l’effetto e il peso che avrà sul dibattito interno, l’esternazione (una delle rare) di Massimo Giordano, già assessore regionale, ex sindaco di Novara e tuttora voce importante e ascoltata nella Lega piemontese. “Sarà per il periodo estivo ma sono rimasto stupito dall'assenza di reazioni alla ormai nota uscita di Durigon sul fratello di Mussolini. Sono nella Lega da 28 anni – scrive Giordano – e ci sono entrato perché ho sempre respirato con Bossi, Maroni e Salvini, uno spirito anticomunista e antifascista ossia antitotalitarista. Se Durigon vuole fare delle provocazioni – conclude l’esponente leghista – cosa assolutamente lecita, almeno lasci stare Falcone e Borsellino che per la libertà ci hanno rimesso la vita”.

 

PARCO FALCONE BORSELLINO LATINA

Altre parole incise con lo scalpello. Seguite da una sequela di commenti a favore, ulteriore segno di come la Lega esportata da Salvini oltre Roma Ladrona e con frettolosi quanto interessati proseliti scricchioli laddove è nata con bel altri presupposti, tanti, molti anche contraddittori, ma dei quali non ha mai fatto parte la destra nostalgica o i suoi epigoni maldestramente mascherati.

 

Il Piemonte, dove l’attuale sindaco di Novara Alessandro Canelli prima di diventare una figura di punta della Lega mosse i passi nelle organizzazioni giovanili della sinistra e il cui segretario regionale, nonché capogruppo alla Camera Riccardo Molinari non ha mai mancato la partecipazione al 25 Aprile o alla commemorazione dei partigiani martiri della Benedicta, è lontano, molto lontano dalle squinternate sortite alla Durigon.

 

l'inchiesta di fanpage su claudio durigon 9

Per non dire della parlamentare europea Gianna Gancia le cui posizioni liberali e nettamente lontane da una destra postfascista hanno sempre connotato il suo agire politico segnando oggi una distanza abissale dalle sortite del sottosegretario laziale. Che non vanno, tuttavia, ridotte a maldestre esternazioni, celando invece qualcosa di più profondo. Certo anche nella Regione nel cui territorio nasce il dio Po di bossiana memoria, qualche mosca nera sembra talvolta palesarsi anche nell’esecutivo con scelte di collaboratori e altre iniziative non proprio lontane dall’evocazione di fez e orbace.

 

falcone borsellino

Ma se anche un senatore, come il verbanese Enrico Montani condivide sulla sua pagina il post di Giordano, appare chiaro come in terra allobroga la questione Durigon non sia e non possa essere rubricata a un inciampo cui rimediare di fronte alle richieste di dimissioni del sottosegretario avanzate da vasta parte dell’altrettanta vasta maggioranza di governo. Il tema del posizionamento del partito rispetto a temi come quello sollevato dal caso Durigon e l’attenzione da porre nella rincorsa per annullare il vantaggio di Fratelli d’Italia nei sondaggi emerge con chiarezza ai più alti livelli del partito in Piemonte. E le decisioni di Salvini non potranno che pesare, in un senso o nell’altro.

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...