MA SE ASTRAZENECA FUNZIONA PERCHÉ NON DARLO ANCHE AI PIÙ ANZIANI? - C'È IL VIA LIBERA DELL'OMS, PERÒ L'ITALIA TANTO PER CAMBIARE NON DECIDE: RIMPALLO DI RESPONSABILITÀ TRA MINISTERO E AIFA PER ALZARE L'ETÀ LIMITE DEL VACCINO DA 55 A 65 ANNI - LE REGIONI: "SBRIGATEVI O SI BLOCCA LA CAMPAGNA VACCINALE". DA QUI A FINE MESE ARRIVERANNO 1,2 MILIONI DI DOSI…

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Mauro Evangelisti per "Il Messaggero"

 

 

 

 

 

 

vaccino oxford astrazeneca vaccino oxford astrazeneca

Il vertice tra Regioni, Aifa e Ministero della Salute sul limite di età di AstraZeneca, ieri pomeriggio, ha vissuto attimi di tensione. Per l'Agenzia del farmaco c'erano il direttore generale Nicola Magrini e il presidente Giorgio Palù. Di fronte all'insistenza degli assessori regionali alla Salute perché si innalzasse quanto meno da 55 a 65 anni l'età limite per quel vaccino, hanno replicato, sia pure con sfumature diverse: le nostre erano solo delle considerazioni, non erano imposizioni, il Ministero della Salute può aprire a un utilizzo più ampio.

 

GIORGIO PALU OSPITE DI TV7 1 GIORGIO PALU OSPITE DI TV7 1

REPLICA

Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute, ha ribattuto, non proprio felice di questa consegna delle responsabilità: ci sono due pareri, uno di Aifa e uno del Consiglio superiore di Sanità, che indicano che bisogna dare il vaccino di AstraZeneca agli under 55, non potete chiederci di fare finta di nulla. Sintesi: Aifa si prenda la responsabilità di ritirare quella indicazione.

 

GIOVANNI REZZA GIOVANNI REZZA

Alla fine è stato deciso di insediare un tavolo tecnico, chiesto dalle Regioni, con Ministero, Istituto superiore di Sanità, Agenas e Aifa per «sgomberare il campo dalle incertezze che stanno creando difficoltà all'andamento della campagna vaccinale contro il Covid-19».

 

Molto probabile che il limite sia innalzato a 65 anni, serve solo trovare una formula che preveda una sorta di «responsabilità condivisa» della decisione. E bisogna fare presto, visto che da qui a fine mese arriveranno 1,2 milioni di dosi.

 

ROBERTO SPERANZA ROBERTO SPERANZA

AstraZeneca, anche se ha una efficacia minore rispetto ai vaccini Rna, ha due pregi: non necessita della catena del freddo (e dunque è di semplicissima distribuzione) e la seconda dose va somministrata dopo 10-12 settimane, questo fa sì che la prima (che comunque garantisce una parziale protezione) sia rapidamente inoculata a molte persone.

 

Appena ci sarà il via libera fino ai 65 anni, scatterà la vaccinazione per categorie: tutto il personale scolastico, le forze dell'ordine, i servizi essenziali. Ma cosa sta succedendo? Siamo passati da Ema (agenzia del farmaco europeo) che suggeriva di utilizzare AstraZeneca solo per gli under 55 ad Aifa (agenzia italiana) che in sostanza ribadiva la stessa indicazione; siamo arrivati all'Organizzazione mondiale della sanità che, ieri, ha detto il contrario: questo vaccino può essere utilizzato anche per gli anziani.

 

 

vaccini astrazeneca vaccini astrazeneca

Non solo: il Sud Africa ha bloccato la somministrazione di AstraZeneca perché non offre sufficiente protezione contro la variante che si è sviluppata da quelle parti, il Comitato scientifico dell'Oms invece afferma l'opposto: è raccomandato l'uso «anche se in un Paese sono presenti delle varianti».

 

Tornando in Europa: Germania e Francia hanno deciso di riservare AstraZeneca agli under 65, Italia e Spagna agli under 55. Ricapitolando: Oms (e l'Università di Oxford dove il vaccino AstraZeneca è stato sviluppato) dice che va bene anche per gli anziani; Ema e Aifa osservano che comunque i dati a disposizione danno garanzie solo per gli under 55; i Paesi europei si dividono tra chi mantiene quel limite e chi lo alza a 65, mentre il Regno Unito lo sta usando senza distinzioni.

 

vaccino astrazeneca vaccino astrazeneca

Non è il massimo per rassicurare i cittadini. Ieri gli assessori regionali alla Salute hanno incontrato i rappresentanti di Aifa per chiedere anche un'altra cosa: autorizzare altri vaccini presenti sul mercato come Sputnik 5. La strada del via libera su scala nazionale, come ha fatto l'Ungheria per Sputnik, appare però molto complicata.

 

ursula von der leyen ursula von der leyen

Intanto, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al Parlamento europeo ha citato l'Italia tra i tre esempi positivi per il livello di immunizzazioni. «A fine febbraio, in Polonia, il 94% del personale sanitario, e l'80% degli ospiti delle case di riposo sono stati vaccinati. In Danimarca per le case di riposo siamo al 93%, in Italia oltre il 4% della popolazione è stato vaccinato».

 

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