maria elena boschi etruria banca

I MAGISTRATI INSEGUONO MARIA ETRURIA BOSCHI PURE SULLE DOLOMITI – APERTA UN’INDAGINE A BELLUNO SU PAPA’ PIERLUIGI. SAREBBE COINVOLTO IN UNA STORIACCIA SU BANCA ETRURIA, CON PROTAGONISTI SERVIZI SEGRETI, MASSONI E VATICANO – LE RIVELAZIONI DI DUE “GOLE PROFONDE”, INTERCETTATE DA “LA VERITA’”

 

Giacomo Amadori per la Verità

 

Ai piedi delle stesse Dolomiti e precisamente a un centinaio di chilometri da Bolzano, dove è stata paracadutata la candidata Maria Elena Boschi, il procuratore di Belluno Paolo Luca e il pm Marco Faion, hanno aperto un fascicolo d' indagine, dove compare più volte il nome di suo papà Pier Luigi.

 

boschi in Alto Adige

A innescarlo sono state le dichiarazioni di un quarantaduenne agente immobiliare romano e procuratore sportivo, Valerio L., con importanti entrature in Vaticano, e Giuseppe V., 64 anni, imprenditore marchigiano e consulente bancario, per un ventennio informatore della banda dei massoni che faceva capo ai faccendieri Flavio Carboni, Valeriano Mureddu e Giuliano Michelucci. Giuseppe V. ha spiegato di aver messo a disposizione le sue competenze e l'accesso ad alcune banche dati ritenendo di collaborare con i servizi segreti italiani. Infatti Michelucci, 64 anni, si sarebbe qualificato come 007 e avrebbe esibito tesserini, auto di servizio con lampeggiante e amicizie nelle forze di polizia.

 

Giuseppe V. e Valerio L. si sono rifugiati nel profondo Nord sostenendo di essere in pericolo di vita. I due, a partire dallo scorso novembre, hanno rilasciato decine di ore di dichiarazioni adesso al vaglio degli inquirenti che intendono verificare l' attendibilità dei fatti denunciati prima di eventuali trasmissioni di notizie di reato alle procure competenti.

pierluigi boschi

 

Nei loro verbali, raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo bellunese guidato dal maggiore Marco Stabile, viene descritto un altro «mondo di mezzo» in cui si incrociano criminalità organizzata, alti prelati del Vaticano, servizi segreti e uomini politici. Un sottobosco fatto di dossier, traffici d' armi, violenze e soldi sporchi. Anche Giuseppe G. si è dichiarato appartenente alla massoneria, mentre il suo presunto compagno di fuga sarebbe il nipote di un noto cardinale fiorentino deceduto negli anni Ottanta.

 

I due in una decina di incontri hanno riferito notizie al limite dell' incredibile e nelle loro ricostruzioni hanno ritagliato un ruolo anche per Pier Luigi Boschi. Secondo Valerio L., Boschi sarebbe stato soprannominato dalla banda «Professore» e si sarebbe interessato di affari immobiliari e investimenti finanziari, anche nel mondo del calcio. In un documento sequestrato a Michelucci dalla Guardia di finanza di Arezzo (presso il tribunale toscano è imputato per riciclaggio) si parla effettivamente di un «professore che fa parte di un settore bancario monetario, politico».

mureddu e moglie

 

In una mail coeva si legge: «Il Professor B. la settimana prossima ha detto che la banca dirà di sì per l' America Latina». Nelle carte si fa riferimento anche a un incontro con lui durante la Leopolda, la kermesse renziana. Nella documentazione sequestrata, però, viene appellato con nome e cognome il «professor» Filippo Benelli, docente di diritto costituzionale all' università di Macerata e presidente di Democratici & socialisti, la componente socialista del Pd. Ma se il professore citato nelle mail potrebbe non essere Boschi, i rapporti tra la banda dei massoni e il padre dell' ex sottosegretaria sono conclamati in altre inchieste.

 

Per esempio in un fascicolo della Procura di Prato aperto per una brutta storia di caporalato. In questa indagine è stato arrestato anche Michelucci accusato di aver tentato di indurre un mezzadro pakistano a rendere false dichiarazioni all' autorità giudiziaria. L' uomo aveva il compito controllare i braccianti asiatici che lavoravano in un' azienda vitivinicola. Nell' interrogatorio del 14 novembre 2016, reso davanti al pm Antonio Sangermano, Michelucci, assistito dall' avvocato milanese Luigi Giuliano, fa un preciso riferimento a babbo Boschi: «Premetto di non appartenere ai servizi segreti () tuttavia dagli anni '80 ho svolto un continuativo ruolo informativo in favore di S. B. ovvero un carabiniere che si era accreditato con me quale membro dei servizi segreti italiani. () Ho fornito al suddetto S. B. informazioni riservate su Pier Luigi Boschi, già membro del Cda di Banca Etruria, in relazione a presunti rapporti con una fiduciaria svizzera, senza svolgere in tal senso alcun approfondimento».

PIER LUIGI BOSCHI FLAVIO CARBONI

 

Ricordiamo che nelle scorse settimane abbiamo raccontato come nel computer di Michelucci le Fiamme gialle aretine abbiano rinvenuto un presunto programma finanziario per il trasferimento dall' Honduras di 6 miliardi di euro intestato a Pier Luigi Boschi, il quale, nell' atto, risultava domiciliato a Chiasso in piazza Indipendenza 4. Su tale documento la Procura di Arezzo ha aperto un filone d' indagine. Il pm di Prato durante l' interrogatorio di Michelucci ha domandato se ci fosse «un' attività di dossieraggio e di discredito nei confronti di Pier Luigi Boschi» e Michelucci ha ribattuto di aver avuto l' informazione da un avvocato svizzero e di non essere in grado di stabilirne «minimamente il fondamento» e di non sapere che «uso intendesse fare di questa informazione S. B.» né di conoscere «il possibile utilizzo da parte dei servizi segreti».

 

Michelucci ha anche raccontato di aver fornito informazioni al suo referente negli 007 su esponenti politici italiani, «tra cui l' onorevole Carlo Giovanardi di Modena, in relazione a una vicenda giudiziaria che aveva coinvolto la Baraldi Spa, senza sapere che utilizzo ne sia stato fatto». Michelucci e Giovanardi sono coinvolti in un' inchiesta bolognese riguardante le concessioni delle certificazioni antimafia alle imprese: il primo è accusato di rivelazione di segreto, false dichiarazioni ai pm e favoreggiamento, il secondo di violenza o minaccia a un corpo politico-amministrativo (in questo caso la Prefettura di Modena). Il procedimento è sospeso in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sull' utilizzabilità dei tabulati telefonici di Giovanardi.

indagine caporalato Michelucci

 

A Prato, Michelucci ha spiegato di aver sviluppato negli anni «una serie di rapporti con lo Stato Vaticano, svolgendo anche attività di sicurezza e di trasporto di altissimi prelati». Nella sua agenda ci sarebbero i nomi anche di diversi politici di primo piano a cui avrebbe offerto un servizio di scorta.

 

Per esempio Michelucci avrebbe portato in giro per Roma anche la moglie dell' attuale ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e nelle sue intercettazioni avrebbe vantato la conoscenza del ministro dello Sport, Luca Lotti, originario dello stesso paese di Michelucci, Montelupo fiorentino. Il fascicolo pratese nel frattempo è passato dal pm Sangermano, trasferito al tribunale per i minorenni di Firenze, al collega Lorenzo Gessi.

 

La banda dei massoni è sotto inchiesta anche a Perugia per reati che vanno dall' associazione per delinquere alla violazione della legge Anselmi sulle logge segrete. Ma il pm Giuseppe Petrazzini non rilascia informazioni sullo stato del fascicolo e sulle indagini portate avanti dalla Squadra mobile cittadina. In Umbria, Michelucci gestiva una specie di agenzia di investigazioni non ufficiale.

 

alfano e moglie

Nell' ufficio di Perugia gli investigatori hanno trovato oltre 3.000 dossier su personaggi della politica e dell' imprenditoria, tra cui Boschi. L' affitto dell' abitazione di Michelucci era pagato dalla società anonima svizzera Choca, riconducibile all' avvocato svizzero Pier Francesco Campana, classe 1929, coinvolto in diversi procedimenti giudiziari nella Confederazione elvetica e in Italia. Nel 2014 Michelucci, d' accordo con l' avvocato Campana, inviò un presunto finanziere pakistano, tal Abdulaziz Jamaluddin nella sala riunioni di Banca Etruria al cospetto di Pier Luigi Boschi per proporre un finanziamento da 300 milioni di euro e chiedere l' apertura di un conto. Una vicenda su cui hanno indagato anche i finanzieri di Arezzo.

 

La struttura di investigazioni parallele di Michelucci e Campana utilizzava come dominio internettiano la sigla Aisiee (che evoca quella dei nostri servizi segreti). Lo scorso novembre il faccendiere sembra abbia lasciato in fretta e furia il capoluogo umbro.

 

In mezzo a tante indagini giudiziarie, si è aperto il nuovo capitolo bellunese, dove per la prima volta un presunto informatore della banda sembra intenzionato a fare rivelazioni importanti. Un quadro intricato in cui non è facile distinguere la verità dalle bugie. Infatti anche Giuseppe V. e Valerio L. hanno subito in passato denunce per truffa, diffamazione e stalking, in un paio di casi da parte di quelli che oggi accusano.

ACCORDO TRA PIER LUIGI BOSCHI E LA ZETA GLOBAL

 

Al cospetto degli inquirenti bellunesi i due testimoni hanno pure parlato di presunti dossier ai danni di politici di centrodestra e in particolare hanno fatto i nomi di Gianni Alemanno, Renata Polverini e Magdi Cristiano Allam, su cui la banda avrebbe cercato informazioni sensibili. Tutto questo è finito nei verbali degli inquirenti e al momento il fascicolo è aperto con un ipotesi di stalking ai danni di Giuseppe V. e Valerio L., assistiti in questo procedimento dall' avvocato feltrino Franco Tandura, ex presidente della camera penale e dell' ordine degli avvocati della provincia di Belluno.

 

Se Maria Elena Boschi si augurava, scappando da Arezzo, di tenere lontane da sé le indagini che coinvolgono il padre (indagato in Toscana per bancarotta fraudolenta, falso in prospetto e ricorso abusivo al credito), pare aver fatto male i propri conti: le cattive frequentazioni del genitore la stanno inseguendo anche sulle nevi delle Dolomiti.

(1. Continua)

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?