gianni de michelis

I MIGLIORI GIANNI DELLA NOSTRA VITA – GIAN ANTONIO STELLA: “DE MICHELIS HA RAPPRESENTATO UNO DEI GRANDI SPRECHI DELLA POLITICA ITALIANA. UN UOMO DI SCINTILLANTE INTELLIGENZA, CAPACE DI IMPADRONIRSI IN POCO TEMPO DELLE LINGUE CHE GLI SERVIVANO, DI LEGGERE I DOSSIER A UNA VELOCITÀ MAI VISTA, DI DIVORARE UN LIBRO IN UNA NOTTE CON LA VORACITÀ CON CUI AGGREDIVA I PIATTI MENO DIETETICI” – “INSAZIABILE DI CIBO QUANTO ERA NEGLI ANNI SPERICOLATI, INSAZIABILE DI DONNE...” – VIDEO

 

 

Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

bettino craxi gianni de michelis

«Sono come un atleta che ha avuto una frattura. Per un po' so che devo stare fuori. Ne prendo atto e buonanotte». Così la pensava Gianni De Michelis, dopo Tangentopoli. Mordicchiava la cravatta, roteava gli occhi al cielo e borbottava: «Boh, il reato di finanziamento illegale dei partiti è uno di quelli che vanno e vengono. Dieci anni fa non sarebbe venuto in mente a nessuno».

 

Erano i primi anni Novanta. Non sapeva che, dopo quella frattura, non sarebbe più tornato in campo. Non sui campi che contavano, almeno. Certo, rastrellando un po' di socialisti rimasti e appoggiandosi al Cavaliere sarebbe riuscito sia pure azzoppato, a tornare in Parlamento. Quello europeo. E poi alla Camera. Mai più, però, nei ruoli che sentiva suoi: «L' Italia sarà pure di serie B ma io sono comunque di serie A».

 

gianni de michelis 2

Il momento più umiliante della sua parabola politica, umana ed esistenziale infatti, non fu probabilmente quello della fuga per le calli di Venezia, la sua Venezia, inseguito da giovanotti che volevano spintonarlo in un canale al grido di «Ciapalo! Ciapalo! Onto! Onto». Acchiappalo! Acchiappalo! Unto! Unto! Quello più amaro fu il giorno in cui chiese di tornare in cattedra. A Chimica. La materia nella quale si era laureato e che, raccontano, insegnava da trascinatore. Accolto anche lì da mugugni e contestazioni, dovette prendere atto che era meglio andarsene. In pensione.

bettino craxi gianni de michelis 1

 

Ricordarlo ora solo come l' uomo che sfidò l' impopolarità liquidando il bubbone di Tangentopoli, in un' intervista a Gad Lerner, come «un' operazione inventata dai ladri per far fuori gli onesti», è ingiusto. Fu anche quello, si capisce. Ma non solo quello. Basti rileggere una testimonianza, in epoca non sospetta, di Ugo Intini, a lungo vicinissimo a Bettino Craxi, il «Re Sole» dei socialisti: «Gianni ormai era una macchietta. Appena arrivato in consiglio dei ministri iniziava a sbracciarsi e sudare e mostrar tabelle per convincerci che sullo stato sociale andavamo al disastro. Dopo dieci minuti capiva che non era aria e smetteva. Poveraccio, aveva ragione lui, ma in quel contesto, se avessimo proposto dei tagli saremmo andati al suicidio.»

gianni de michelis 3

 

Era ministro del lavoro, allora. E aveva capito, a metà degli anni Ottanta, quelli in cui il debito pubblico schizzò verso l' alto, il baratro che avevamo davanti. La risposta può essere riassunta in una battuta di Craxi sui liberali: «Hanno fondato un' associazione per il taglio della spesa che ha per stemma le forbici. Il simbolo degli eunuchi».

 

GIANNI DE MICHELIS

Ma come, proprio lui, il professore veneziano che dopo essersi mostrato in quei frangenti tra i più attenti ai conti pubblici, arrivò negli anni d' oro a tirarsi addosso da Enzo Biagi il nomignolo di «avanzo di balera» per le notti in discoteca e i capelli sudati? Lui che avrebbe dato una festa per duemila invitati alla Marittima di Venezia allegrissima, incasinatissima, chiassosissima con le luci psichedeliche a frullargli i riccioli? Lui che per spegnere le sue 50 candeline avrebbe programmato una grande festa con duecento invitati in un castello fuori Praga rinunciando solo perché Craxi gli intimò l' annullamento o le dimissioni?

gianni de michelis 4

 

Lui. Perché Gianni De Michelis, ha rappresentato uno dei grandi sprechi della politica italiana. Un uomo di scintillante intelligenza, capace di impadronirsi in poco tempo delle lingue che gli servivano, di leggere i dossier a una velocità mai vista, di divorare un libro in una notte con la voracità con cui aggrediva i piatti meno dietetici. Insaziabile di cibo quanto era negli anni spericolati (poi raccontati nei dettagli da passeggere amanti notturne) insaziabile di donne. Questo era: l' uno e l' altro.

 

gianni de michelis balla

Uno sbruffone capace di dire «se convoco una riunione per parlare di qualsiasi cosa faccio un fischio e arrivano venti cervelli che Berlusconi se li sogna» e insieme uno che, dopo essersi lamentato di «trentacinque processi finiti in larghissima parte nel nulla o in condanne minori», riconosceva: «Ma certo che ho sbagliato, le pare che con quello che è successo non mi sia pentito di certi errori?» Accettava via via la progressiva emarginazione e di colpo rialzava la testa: «L' autocritica l' ho fatta prima di tutti. Quando dissi: guardate che la fine del comunismo farà sì che la gente non sopporterà di pagare più la tassa implicita che ha pagato in nome della lotta al comunismo.

sandra milo, gianni de michelis de resurrectione carnis

 

Avevo già tutto chiaro. Gli unici che hanno fatto autocritica siamo noi...» «Politica, mai morale...», gli dissi. E lui: «Politica "e anche" morale». «Il giorno in cui si tireranno le somme finali, come è stato dimostrato dai processi, si vedrà infatti non mi è rimasto un soldino nelle tasche», rivendicò un giorno.

 

Riconosceva però d' aver fatto male a sottovalutare l' errore di presentarsi come un gradasso: «In dodici anni da ministro avrò avuto quattromila lettere anonime e l' 80% se la pigliava coi capelli: "Onto!", "Bisonto!", "Lavati!". Me ne fregavo. Sbagliai». Una impresa di acque minerali, donando parte del ricavato alla ricerca sul cancro, si spinse a sfruttare il suo faccione. Lui coi capelli lisci: «Liscia». Con un metro cubo di capelli ricci: «Gasata». Normale: «Ferrarelle».

bettino craxi gianni de michelis

 

Sui suoi anni alla Farnesina, resta indimenticabile una cronaca scritta di suo pugno da Edward Luttwak, consigliere strategico della Casa Bianca: «Alla conferenza della Nato indetta dal Center for strategic and international studies era accompagnato da: 1) una bionda avvenente con compiti non specificati sul libro paga di un' azienda di Stato, l' Eni, o forse del partito socialista italiano; 2) una brunetta con compiti non specificati anche lei sul libro paga di un' azienda di Stato o forse del partito socialista italiano...».

GIANNI DE MICHELIS

 

Vulcanico propugnatore del Mose (che pensava di realizzare in pochi anni), dell' Expo 2000 a Venezia con le isole galleggianti, dei Giacimenti Culturali come «petrolio dell' Italia», delle «date catenaccio» in grado di costringere il paese a obbedire al «partito del fare» contro il «partito del non fare», visse anni da Doge circondato da folle di amici, arrampicatori, architetti di grido, corteggiatrici, portaborse, faccendieri. Negli ultimi tempi gli erano rimasti pochi amici fedeli, il figlio, i fratelli tra i quali Cesare, l' editore di Marsilio, morto pochi mesi fa... Che la terra gli sia leggera.

bettino craxi gianni de michelisgianni de michelis gianni de michelis balla. claudio martelli bettino craxi gianni de michelisgianni de michelis a drive ingiulio andreotti gianni de michelisgianni de michelis 1gianni de michelis andreotti mitterrandgianni de michelis ballagianni de michelis bettino craxigianni de michelis 5gianni de michelisgianni de michelis con i metalmeccanici di pomigliano

 

GIANNI DE MICHELIS BETTINO CRAXI GIULIO DI DONATOgianni de michelis in fabbricagianni de michelis

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...