migranti sbarchi

I MIGRANTI COME IL PROTEZIONISMO CHE FECE RICCO AL CAPONE – IL TRAFFICO DI UOMINI RENDE AI TRAFFICANTI UN FATTURATO DA 400 MILIONI ALL’ANNO –  UN PASSAGGIO COSTA DAGLI 800 AI 3.700 EURO

 

Federico Fubini per il Corriere della Sera

 

All' inizio della Grande depressione, Al Capone incassava circa 60 milioni di dollari l' anno dalla produzione e vendita clandestina di alcolici. È l' equivalente di 800 milioni attuali e per ogni cent il boss sapeva esattamente chi ringraziare: i membri del Congresso che nel 1919 avevano votato il diciottesimo emendamento, quello che vietava di distillare e distribuire alcol in America e apriva così l' era del proibizionismo. La mafia aveva ricevuto un monopolio in dono.

 

È inutile cercare un Al Capone nel grande traffico clandestino di questi anni, quello di persone dirette in Italia. Non esiste quel boss, perché fra l' Africa e il mare se ne trovano a centinaia. Tutti più piccoli del capo mafia di Chicago, ma altrettanto feroci. Una stima del Corriere fissa in almeno 400 milioni di dollari i ricavi da contrabbando e estorsione legati al flusso di migranti e rifugiati fino al punto di sbarco dalla Libia.

 

salvataggio migrantisalvataggio migranti

Si tratta di un calcolo provvisorio e per difetto, perché non tiene conto delle tangenti ai posti di blocco e del lavoro forzato a cui decine di migliaia di persone sono soggette durante il viaggio. Quella cifra però pone una domanda ai partiti in Italia e ai governi in Europa: qual è il diciottesimo emendamento in questa tragedia? Deve esistere da qualche parte un proibizionismo che alimenta le mafie attraverso il deserto e il mare, impone sofferenze ai migranti e costi evitabili ai Paesi che li ricevono.

 

L' assenza di canali d' accesso legali e sorvegliati per chi vuole cercare lavoro in Europa ha prodotto un' industria criminale da (almeno) 400 milioni l' anno. Anziché proteggere l' Italia, quel divieto alimenta gli sbarchi e accresce la pressione sulle coste.

 

migranti in attesa di imbarcomigranti in attesa di imbarco

La stima si basa su ciò che si conosce dei costi di viaggio e del fenomeno, feroce e diffuso, dei sequestri lungo la strada. Un quadro delle spese per arrivare a imbarcarsi emerge per esempio dalle interviste condotte nei mesi scorsi da Medici per i diritti umani (Medu). Quest' ultima è un' agenzia indipendente sostenuta dall' Ue e dalla Open Society Foundation, che ha chiesto a mille rifugiati quanto avessero versato ai trafficanti. Le cifre variano ma il costo medio dall' Africa occidentale è attorno a 825 dollari dall' origine fino al barcone; dall' Africa orientale, è più caro: in media 3.750 dollari.

 

gommone per migranti su alibaba gommone per migranti su alibaba

Le due rotte non hanno la stessa intensità. La via orientale è quella di chi viene da Eritrea, Somalia, Sudan o persino dal Bangladesh, nel complesso poco meno del 25% delle persone sbarcate in Italia nel 2016. Su circa 200 mila rifugiati quest' anno, il prelievo imposto su di loro dai trafficanti per il trasporto può avvicinarsi a 190 milioni di dollari. A questi si aggiungono circa 125 milioni estorti per le rotte dall' Africa occidentale.

 

MIGRANTI SCAFISTI ONGMIGRANTI SCAFISTI ONG

Da Paesi come Mali, Senegal, Gambia, Costa d' Avorio o Nigeria arriveranno con tutta probabilità quest' anno almeno 150 mila persone, in base alle cifre del primo semestre 2017. Per loro i costi sono inferiori, ma su numeri più alti. In totale l' estorsione sui percorsi fino all' imbarco frutta almeno 315 milioni di dollari. Ovviamente, senza contare il costo della «protezione» da versare a più riprese alle bande armate locali lungo la strada.

 

Scrive Mark Micallef, autore di un rapporto per la «Global Initiative against Transnational Organized Crime»: «Migranti e rifugiati sono semplicemente divenuti una materia prima da sfruttare per i gruppi armati che esercitano il controllo di fatto sul territorio libico». Un aspetto raccapricciante nell' industrializzazione dei traffici riguarda i sequestri in viaggio. Molte migliaia di persone sono già state catturate in questi anni e torturate fino a quando i familiari nel Paese d' origine non hanno pagato.

 

migranti 2migranti 2

Risulta da una recente indagine fra 2.700 rifugiati da parte dell' Organizzazione mondiale delle migrazioni, un' agenzia Onu, che il 52% degli uomini e il 33% delle donne erano stati catturati lungo la rotta in Africa. Spesso si chiede alle persone di telefonare a casa mentre vengono tormentate con cavi elettrici, per far sentire le urla ai familiari ed estorcere un riscatto. Secondo il rapporto di Micallef, per il rilascio i sequestratori chiedono fra tremila e cinquemila dollari. In base ai numeri noti, potrebbero dunque passare di mano in questo modo altri 80 milioni l' anno.

 

MIGRANTI SCAFISTI ONGMIGRANTI SCAFISTI ONG

Siamo così a 400 milioni e ovviamente non è finita. Un riflesso delle sevizie subite nel viaggio emerge nel numero crescente di persone che in Italia ottengono per questo motivo il permesso per «protezione umanitaria» (diversa dal diritto d' asilo): sono stati quasi ventimila nel 2016, di cui almeno la metà proprio a causa dei traumi subiti lungo la strada. È dunque probabile che sia loro che anche il 60% dei richiedenti asilo ai quali viene negata qualunque tutela - sono migranti economici - non affronterebbero mai la rotta libica se esistessero canali d' accesso regolamentati.

SCAFISTISCAFISTI

 

Magari con visti a tempo (e pagati) per cercare lavoro, vincolati ad accordi di rimpatrio con il Paese d' origine e possibilità di riconoscimento biometrico della persona. L' Italia allora vedrebbe crollare gli sbarchi. Dopotutto anche Franklin Delano Roosevelt, nel 1933, festeggiò la fine del proibizionismo con un Martini corretto al Gin.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."