matteo salvini letizia moratti giorgia meloni attilio fontana

LA MORATTI S’OFFRE! - LA VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA, DA UN LATO SI PROPONE ALLA MELONI PER UN MINISTERO NEL GOVERNO DI CENTRODESTRA E DALL'ALTRO NON DISDEGNA LA POSSIBILITÀ DI CORRERE PER IL PIRELLONE CON IL CENTROSINISTRA – L’AUTOCANDIDATURA E’ STATA MASCHERATA DA UN SONDAGGIO CHE VEDE LA MORATTI VINCENTE ANCHE COL PD. UN TENTATIVO DI "MESTIZIA" DI FAR PRESSIONE SU SALVINI CHE LE PREFERISCE ATTILIO FONTANA...

Fabio Rubini per “Libero quotidiano”

 

LETIZIA MORATTI PIRELLONE

Nella pazza politica di questi tempi ci mancava solo la vice presidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, che da un lato si offre alla Meloni per un ministero nel governo di centrodestra e dall'altro si propone quale candidata del centrosinistra al Pirellone. Sì, proprio così. L'auto candidatura, però, è stata mascherata da un sondaggio secondo il quale Moratti batterebbe tutto e tutti e anche con ampio margine, indipendentemente dalla coalizione che decidesse di candidarla.

 

Centrosinistra compreso. I numeri. Se donna Letizia, bontà sua, dovesse candidarsi col Centrodestra, non avrebbe avversari: l'economista e neo parlamentare del Pd Carlo Cottarelli? Schiantato 49,7 a 34,4%. Il sindaco di Milano Beppe Sala? Asfaltato 50,5 a 31,7%. Per non parlare dell'eventualità nella quale la Moratti dovesse scegliere di candidarsi con la sua lista civica al fianco di Pd e Terzo polo. Eventualità - sempre secondo la rilevazione fatta su un campione di circa 1700 telefonateche la vedrebbe vincente sulla coalizione di centrodestra col 47,8% contro il 35,3%. Ora, lungi da noi mettere in dubbio i dati usciti dal sondaggi, ma qualche considerazione la si può pure fare.

 

letizia moratti lavora l orto

Alle recenti elezioni politiche il Centrodestra in Lombardia ha ottenuto uno straripante 50,6% contro il 26,7% del Pd e il 10,3% del Terzo polo. Pensare che una persona, per quanto conosciuta, possa spostare il 15% dei voti avrebbe del miracoloso. Anche perché, a conti fatti, rispetto ai voti delle politiche la Moratti ha una percentuale uguale o appena inferiore a quell ottenuta dal centrodestra lo scorso 25 settembre. Il sondaggio fa un accenno anche alle percentuali dei singoli partiti: una ipotetica lista Moratti raccoglierebbe l'11,8%, un valore superiore anche a quello della Lega (11,5%) e inferiore solo a quello di FdI (23,7%) e del Pd (20,01%).

 

letizia moratti danzante 2

STRANO CONFRONTO La ricerca curiosamente da qui nascono i sospetti del Centrodestra che a commissionare il rilevamento siano stati ambienti vicini alla Moratti - si concentra sul confronto con Attilio Fontana che, a dispetto di una popolarità crescente che altri sondaggi gli riconoscono, uscirebbe a pezzi dal duello. E vi risparmiamo la sezione dove si dice che la vice presidente stravince in tutte le fasce d'età, mentre il governatore uscente spopola solo tra gli anziani, possibilmente poco istruiti. Ragionando politicamente, però, il motivo che sta dietro a questo sondaggio spuntato improvvisamente nel mezzo della formazione del governo nazionale, sembra avere più una valenza strategica. La tecnica non è nuova a chi è avvezzo alle imprese politiche della Moratti. Correva l'anno 2011, donna Letizia dopo 5 anni da sindaco di Milano, culminati con l'assegnazione di Expo e funestati dalla sciagurata introduzione dell'Area C, veniva da più parti sconsigliata a tentare il bis. Lei non ne voleva sapere e allora iniziarono a spuntare sondaggi che dicevano, più o meno, che una candidatura bis della Moratti avrebbe sbaragliato qualsiasi concorrenza. Invano i pariti di Centrodestra provarono a dirle che loro ne avevano altri che dicevano l'esatto contrario. Alla fine la spuntò il sindaco uscente. La sconfitta rovinosa contro Pisapia è agli archivi.

 

letizia moratti salvini

ERRORE DA NON RIPETERE Ora la storia sembra ripetersi. L'unica differenza è che, almeno fin qui, i partiti del Centrodestra non sembrano intenzionati a commettere lo stesso errore di 11 anni fa e ad affidarle le chiavi di Palazzo Lombardia, lasciandole ben salde nelle mani di Attilio Fontana. Ma cosa sta succedendo realmente? Nei palazzi della politica lombarda si vocifera di una Moratti sempre più in difficoltà. Solo poche settimane fa, intervistata su RaiTre, aveva spiegato che mai e poi mai avrebbe lasciato la Lombardia per un ministero. Pochi giorni dopo, ambienti vicini alla vice presidente, avevano fatto sapere che, insomma, se a chiamarla fosse stato il presidente della Repubblica Mattarella, si sarebbe trovata in difficoltà a rifiutare. L'altro ieri, poi, lei stessa avrebbe confidato ad alcuni consiglieri regionali di aver avuto un contatto telefonico con Giorgia Meloni, spiegando che se la futura premier la chiamasse a Roma, lei ci penserebbe.

 

letizia moratti

Da Fratelli d'Italia non confermano il contatto, ma nemmeno lo smentiscono. Il suo nome però, fino a ieri non sembrava prendere quota nel totoministri. Per contro, come detto, lei appare sempre più in difficoltà. E allora questo sondaggio con questa tempistica potrebbe essere l'estremo tentativo di fare pressione sul Centrodestra per trovarle uno strapuntino romano. Fin qui, però, l'unico risultato ottenuto - non secondario - è quello di aver fatto litigare Pd e Cinquestelle in Lombardia e anche all'interno del Partito democratico il dibattito su un possibile cambio di casacca della vice presidente è bello acceso. E col Terzo polo che già inizia a scricchiolare, il rischio per donna Letizia di rimanere col cerino in mano sembra alto.

LETIZIA MORATTI E ATTILIO FONTANAberlusconi meloniletizia moratti letizia moratti letizia moratti e silvio berlusconiletizia moratti con silvio berlusconi e umberto bossiletizia moratti e gabriele albertiniletizia moratti annalisa chirico

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…