grillo fico di maio davide casaleggio

NEL MOVIMENTO CINQUESTELLE LA SITUAZIONE È CHIARA: DA UNA PARTE C'È BEPPE GRILLO (E CON LUI ROBERTO FICO E UNA BASE MILITANTE ORTODOSSA), DI LÀ, CI SONO DAVIDE CASALEGGIO E LUIGI DI MAIO - RONCONE: “GRILLO È DISGUSTATO DALL'OCCUPAZIONE MILITARE DEI POSTI DI POTERE. NON GLI PIACE IL RITORNO DI QUESTO DI BATTISTA, CHE HA VERITÀ CONFUSE SU TUTTO, ARROGANTE E SACCENTE, MEDIATICAMENTE OSTILE (GRILLO SA LEGGERE LE CURVE D'ASCOLTO IN TIVÙ: E QUANDO ARRIVA DIBBA, CALANO)”

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”

 

BEPPE GRILLO ROBERTO FICO

È una brutta storia che, a questo punto, bisogna raccontare.

Poi, certo, la smentiranno.

Non è vero niente. Ci vogliamo bene, tra noi c' è ancora grande stima, grande affetto.

E invece no.

Beppe Grillo, in privato, con i monaci a guardia del grillismo duro e puro - che sono ancora tanti e tanto arrabbiati, dopo il risultato della consultazione online sulla piattaforma Rousseau - lo chiama «il piccoletto» (in un miscuglio di ironia e fastidio).

 

FICO GRILLO DI MAIO

Al telefono, quando si sentono, se si sentono, la voce di Grillo diventa più sottile, tipo lama, e l' inflessione genovese s' accentua, accentuando la distanza (e l' altro però sempre compìto, perfettino, ossequioso incassatore). Nel suo spettacolo, Insomnia - stasera arriva a Roma sul palco del teatro Brancaccio - di solito Grillo lo fulmina allora con una battuta: «Io sono l' unico a conoscere tutte le cose vere della vita di Luigi Di Maio. Io sono l' unico in grado di metterlo in difficoltà».

 

Se decide, in effetti, ci riesce. Il tweet - geniale e perfido - con cui ha criticato il testo di questo referendum indetto tra i militanti per decidere se autorizzare o negare il processo a Matteo Salvini è stato soprattutto un graffio a lui, a Di Maio. Poi, va bene: Grillo ci spiega che era solo una battuta. Ma è dura credergli. Perché il suo stato d'animo, ormai da mesi, è scosso da incredulità e malinconia, e a prevalere, sempre più spesso, è il puro astio.

Grillo s'è accorto, ha capito, sa.

 

Di Maio e Casaleggio in bici

I ministri e i sottosegretari, centinaia di parlamentari e poi capi e capetti e l' intero corteo di portavoce e portaborse, nani a cinque stelle e adulatori randagi, «tutti - chi per scelta, chi per rassegnazione - prendono ordini, e sono ordini indiscutibili, solo da Di Maio. Che, a sua volta, li prende da Davide Casaleggio» (la catena è questa e te la racconta nei dettagli qualsiasi deputato a Montecitorio, in Transatlantico: si mettono in ginocchio, ti pregano di non scrivere il nome e il cognome, e vuotano il sacco).

 

BEPPE GRILLO ROBERTO FICO

Grillo è deluso, amareggiato, incattivito. È complicata da accettare, si capisce. È complicata quando li sente. Che avrà deciso, Giggino? Che penserà, Giggino? Mi tiene nel cuore, Giggino? (lo chiamano Giggino, attenti a non farsi sentire; ma prima o poi Di Maio ne pizzicherà uno, e saranno dolori). Ora, con il risultato del sondaggio online, vediamo cosa cambierà, e se cambierà. La verità è che Grillo aveva immaginato per il suo Movimento, fondato a colpi di «vaffa» e di cui resta «garante» - una carica molto glamour, ma politicamente assai poco operativa - un modo diverso di stare al governo.

 

È disgustato dall' occupazione militare dei ministeri, dall' assalto alla Rai, al potere, ai posti di potere («Io l' ho sempre criticata quella robaccia lì ma ora ci siamo noi, come faccio?»). Quando sentiva il ministro Toninelli parlare del ponte di Genova gli venivano le bolle. Non gli piace il ritorno di questo Di Battista, che ha verità confuse su tutto, arrogante e saccente, mediaticamente ostile (Grillo sa leggere le curve d'ascolto in tivù: e quando arriva Dibba, calano).

grillo di maio casaleggio

 

A Grillo, soprattutto, non è però mai piaciuta l'alleanza con la Lega (la battuta preferita nel suo show è questa: «No, scusate: ma la mamma di Salvini, quella sera, non poteva prendere la pillola?»). Perciò l' idea di provare a salvare Salvini in questo modo, no, non poteva piacergli, non gli piace. Quel tweet, l' altro giorno, non gli è partito. Nient' affatto. Era studiato, premeditato, una chicca di purissima cattiveria.

 

«Se voti Sì vuol dire No Se voti No vuol dire Sì Siamo tra il comma 22 e la sindrome Procuste». Dice: guardate, no, davvero, facevo solo un po' di ironia. Sì, Grillo, certo.

È stato invece il tentativo - evidentemente non riuscito, e questo qualcosa significa - di mollare un colpo pesante ai piani di Di Maio, che non vuole dare dispiaceri a Salvini, e anche, a pensarci bene, una formidabile randellata alla piattaforma Rousseau, al suo prestigio, alla sua credibilità.

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

 

Del resto: il comico visionario e passionale, spregiudicato e travolgente, aveva trovato in Gianroberto Casaleggio un complice perfetto. Si piacevano, si stimavano, si fidavano l'uno dell' altro. Con il figlio Davide è andata invece molto diversamente e adesso bisogna capire cosa accadrà.

 

La scena, però, è finalmente davvero chiara. Da una parte, c' è Grillo (e con lui Roberto Fico e una base militante ortodossa, combattiva e furibonda per la salvezza concessa al gran capo della Lega). Di là, ci sono Davide Casaleggio e Luigi Di Maio.

Può succedere di tutto.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...