matteo salvini contestato in polonia con la maglietta di putin

"ORA MATTEO SI DEVE FERMARE UN PO'..." - NEL CARROCCIO AUMENTANO I MAL DI PANCIA DOPO IL VIAGGIO DI SALVINI IN POLONIA, DOVE E’ STATO SPERNACCHIATO PER LE SUE ANTICHE SIMPATIE PUTINIANE: “DOVEVA EVITARE, MA AVETE VISTO LETTA, CONTE O MELONI MUOVERSI?” - ZAIA E FEDRIGA TACCIONO, SI DICE CHE GIORGETTI SIA “SCONSOLATO” - NESSUNO HA CAPITO COME SIA STATO POSSIBILE CHE SALVINI SIA STATO COSÌ INGENUO DA ANDARE IN CONFERENZA STAMPA CON UN SINDACO CHE NON CONOSCEVA…

Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

MATTEO SALVINI IN POLONIA

Un frontman sempre più solo. All'indomani della figuraccia di Predmysl, il pacifista Matteo Salvini si ritrova generale, anzi Capitano, di un esercito politico silenzioso e preoccupato. Pochi hanno voglia di parlare, nella Lega, mentre il video che mostra il sindaco della cittadina polacca strigliare il segretario del Carroccio batte ogni record di visualizzazioni.

 

SALVINI IN POLONIA MEME

Non c'è un big che fa un commento ufficiale e chi viene invitato a dire la sua, come il sottosegretario Gian Marco Centinaio si mantiene prudente. Con l'Adnkronos contesta il primo cittadino Wojciech Bakun («In uno scenario di guerra non si contesta il leader di un altro Paese») ma ammette pure il peso del passato su Salvini: «Ognuno di noi ha la propria storia, non possiamo fare finta di niente e nasconderla sotto il tappeto ».

 

Quella maglietta di Putin diventa simbolo di una sconfitta che trascina con sé una forza politica già in calo di consensi. «Giorgetti è sconsolato», riferisce un senatore che gli ha parlato. Ma il ministro, e vicesegretario, non utilizza certo questo momento per rompere il suo tradizionale riserbo. E gli altri esponenti dell'ala istituzionale? Luca Zaia e Massimiliano Fedriga non si esprimono.

salvini in polonia meme 5

 

Sotto la garanzia dell'anonimato ci sono però parlamentari di prima fila che raccontano l'imbarazzo: «Tutto molto triste e ampiamente prevedibile. Matteo - racconta uno di loro - doveva stare lontano da uno scenario così delicato, sapendo peraltro che c'era qualcosa che gli potevano rimproverare. Ma avete visto Letta, Conte o Meloni muoversi? Ma il segretario è fatto così, si butta a capofitto. Solo che le conseguenze ora rischiamo di pagarle tutti».

 

C'è un partito in stallo, legato a doppio filo alla figura del suo leader, per lo Statuto e persino per il nome (Lega per Salvini premier), c'è un partito costretto a subire le oscillazioni del capo, la cui popolarità con il Covid e la guerra è scesa in picchiata. Il cambio di direzione sul Green pass ha alienato a Salvini una parte di elettorato, ora persino la linea pacifista, di totale accoglienza ai profughi "veri", ha allontanato altri fans che in massa, sui social, gli dicono: «Va bene la solidarietà, ma non venivano prima gli italiani? ».

salvini in polonia meme 4

 

La base chiede i congressi ma le emergenze ne rinviano da due anni la celebrazione. Le voci anonime di una Lega che mantiene (ma fino a quando?) il carattere "leninista" di Bossi descrivono un clima. Così, per intenderci, parla un fedelissimo: «Ora Matteo si deve fermare un po'. Rimanga in Italia, a inaugurare una centrale elettrica o ad aspettare i profughi se vuole. Ma forse è meglio evitare altre incursioni impopolari oltre confine».

 

Frasi che danno il senso del bilancio fallimentare, anche sul piano dell'immagine, della missione ai margini della guerra: Salvini voleva andare in Ucraina, a marciare per la pace, è stata la Farnesina a far sapere che quella è una zona formalmente "sconsigliata" agli italiani. Allora la decisione di organizzare il viaggio di una delegazione ristretta (con l'eurodeputato Marco Campomenosi e il giovane Luca Toccalini) e senza giornalisti al seguito.

 

salvini in polonia meme 6

«Quelli che erano lì a Predmysl li ha portati il sindaco contestatore », precisa Salvini. Sono bastati per raccontare una gaffe di livello internazionale. E nessuno ha capito, dentro la Lega, come sia stato possibile che il segretario sia stato così ingenuo da andare in conferenza stampa con un sindaco che non conosceva, dopo avergli stretto solo la mano, senza conoscere le sue idee. Qualcuno aveva "garantito" sull'amicizia di Bakun, a livello diplomatico o all'interno della stessa delegazione di Salvini? La morale, in ogni caso, è che il passato non si cancella facilmente. Ieri lo ha ribadito anche il parlamento europeo che ha condannato l'accordo nel 2017 fra la Lega e Russia Unita.

salvini in polonia meme 2

 

E il segretario, in un day after da tregenda, ha appreso anche dell'irritazione dei dirigenti di due multinazionali come Colmar e Audi: Salvini, nella sua controversa missione, indossava una felpa della Onlus "Cancro primo aiuto" con i marchi delle due aziende: «Noi non sponsorizziamo personalità politiche».

 

salvini in polonia meme

Ma Salvini non demorde. Rientrato a Roma, ha subito detto che vuole tornare in Polonia: «E spero che sarò in buona compagnia». Un invito (e una critica) ad altri leader politici sinora rimasti in Italia. Giorgia Meloni, che in Europa è nello stesso gruppo del partito di governo polacco ma che ha evitato di andare a Varsavia per evitare sovrapposizioni, ha risposto così: «Io in Polonia? Dipende a fare cosa...».

fotografi italiani urlano buffone a salvini in poloniala figura di merda di Matteo Salvini in Poloniala figura di merda di Matteo Salvini in PoloniaLA VISITA DI SALVINI IN POLONIA - MEME matteo salvini con il sindaco di przemysl, wojciech bakunLA VISITA DI SALVINI IN POLONIA - MEME fotografi italiani urlano buffone a salvini in polonia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO