controlli covid seconde case

NON APRITE QUELLA... SECONDA CASA - CINQUE MILIONI DI ITALIANI NON SANNO SE POTRANNO TRASFERIRSI NELLA RESIDENZA DI VACANZA PER PASQUA: LE REGIONI VANNO IN ORDINE SPARSO E SARDEGNA, ALTO ADIGE, CAMPANIA, VALLE D'AOSTA E TOSCANA HANNO GIÀ CHIUSO - LA LOMBARDIA NON VUOLE DARE GIRI DI VITE, ANCHE PER RIDARE SOLLIEVO ALLE ECONOMIE LOCALI GRAZIE AI VILLEGGIANTI: MA IL PERICOLO È CHE LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO PORTI IL VIRUS IN POSTI DOVE I CONTAGI ERANO SOTTO CONTROLLO...

Costanza Cavalli per “Libero Quotidiano

 

seconde case controlli

Con l'accelerazione di ordinanze regionali vista nell'ultimo fine settimana è diventato chiaro che sulla possibilità di spostarsi nelle seconde case anche in zona rossa e fuori regione ognuno va per conto suo.

 

Le amministrazioni che hanno deciso di chiudere sono la Sardegna, ex unica zona bianca che da oggi è saltata nel calderone delle arancioni dopo che tra l'8 e il 14 marzo è stato registrato un Rt maggiore di 1, un aumento nel numero di contagi del 32,5% e sono state istituite zone rosse locali; poi Alto Adige, Campania, Valle d'Aosta e Toscana; in Sicilia per chi arriva sono obbligatori tampone oppure quarantena.

 

controlli sugli spostamenti

Secondo Assoturismo, la perdita di fatturato causa Covid prevista per il periodo di Pasqua ammonterebbe a 1,4 miliardi e lo scopo del via libera alle seconde case sarebbe di mitigare il danno.

 

La questione è: in Italia le seconde case sono 5,5 milioni, il 17,5% del totale delle abitazioni. Questa libertà di movimento può dare sollievo senza grandi pericoli a chi si trasferisce e alle economie locali, oppure corrisponderà a una migrazione di massa del virus in posti dove magari il progredire dei contagi era sotto controllo?

 

seconde case vietate per pasqua in toscana

Da quando è arrivato il chiarimento del governo sulla corretta interpretazione del decreto valido fino al 6 aprile, nell'arco di qualche giorno anche i sindaci si sono divisi in tre correnti: gli entusiasti, i così così e i preoccupati.

 

LE REGOLE

Per ora la Lombardia è una delle regioni che non ha manifestato l'intenzione di dare un giro di vite. Fra gli ottimisti c'è Renata Petrella, primo cittadino di Chiesa in Valmalenco, località turistica montana vicina a Sondrio (nella provincia esistono 75 mila alloggi sfitti in attesa dell'estate) che in alta stagione passa da 2.400 a 18 mila abitanti: «È andata bene a Natale e prima dell'arancione rinforzato, basta osservare con scrupolo le regole. Le seconde case sono una valvola di sfogo per chi vive nelle grandi città ed è sotto una forte pressione psicologica, e la libertà di trasferirsi può fare respirare una parte della nostra economia».

 

la lombardia non vuole ulteriori giri di vite

Al lago di Garda, sulla porzione di costa che va da Sirmione a Limone le seconde case sono la maggioranza, e i proprietari, oltre agli italiani sono per lo più tedeschi, austriaci e negli ultimi anni anche dei paesi dell'est europeo.

 

Nella sola Desenzano, sulla sponda bresciana, sono 11 mila contro le 8 mila dei residenti fissi. D'estate i residenti passano da 30 mila a 45 mila, il 50 per cento in più: «Gli spostamenti nel periodo di Pasqua ci esporranno a più rischi rispetto ai vantaggi che ne deriveranno», ha spiegato l'assessore allo Sviluppo economico Pietro Avanzi, «ristoranti e bar possono vendere solo per asporto, mentre le possibilità di contagio aumenteranno esponenzialmente. Comprendiamo la voglia di passare la Pasqua al verde e sul lago, ma il rischio è alto. Le chiusure delle altre regioni rientrano nell'emergenza del momento. E qualche sacrificio per uscire dalla crisi sarebbe il caso di farlo».

 

controlli covid

Gli ha fatto eco Gianpiero Cipani, sindaco di Salò, a una ventina di chilometri di distanza: «In sé l'apertura alle seconde case non è un problema; le persone però, quando si trovano lontano dalla città, adottano comportamenti troppo liberi e osservano meno le regole di sicurezza. E alla polizia locale tocca fare i salti mortali».

 

LA TOSCANA

Per quanto riguarda la Toscana, i sindaci delle Valli etrusche, già prima dello stop deciso dal governatore Eugenio Giani, avevano firmato un appello con il quale invitavano i proprietari di seconde case a non andare.

 

La Versilia è stata messa in zona rossa dalla Regione. Una delle sue località più ambite è Pietrasanta, dove una casa su tre è una seconda casa, per un totale di 6 mila. Il sindaco Roberto Giovannetti è critico: «Grazie alla sorveglianza delle Forze dell'ordine e al buon senso dei cittadini Pietrasanta è sotto controllo: con una cinquantina di contagi ha numeri da zona arancione, eppure siamo finiti dentro il calderone del "lockdown di ambito" stabilito dalla Regione, e con tutto chiuso i vantaggi economici dell'arrivo nelle seconde case sarebbero comunque molto limitati».

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