macron conte merkel

NON È DURATA MANCO UNA MATTINATA LA ''SODDISFAZIONE'' PER IL SUMMIT EUROPEO! CONTE PASSA A ''POTEVA ANDARE MEGLIO'', POI ARRIVA MACRON A SCARICARCI I MIGRANTI: ''SARANNO ACCOLTI SOLO NEL PAESE PIU' VICINO AL SALVATAGGIO''. DUNQUE L'ITALIA - DOPO 13 ORE E MEZZO DI LAVORO, PAVENTATE RITORSIONI (DA FRANCIA E GERMANIA) E MINACCE DI VETO (DALL'ITALIA), ALLA FINE SI È ARRIVATI A ZERO CAMBIAMENTI VINCOLANTI

MERKEL CONTE

  1. CONTE, AVREI CAMBIATO QUALCOSA IN CONCLUSIONI SUMMIT

 (ANSA) - "Vi devo fare una confessione, se avessi potuto scrivere da solo le conclusioni, qualche passaggio lo avrei scritto diversamente", ma "considerato che si è trattato di una lunga e complessa negoziazione tra 28 Stati, non posso che ritenermi soddisfatto": così il premier Giuseppe Conte a chi gli chiedeva se fosse soddisfatto dell'accordo raggiunto con gli altri leader europei.

 

 

  1. MACRON CI SCARICA I MIGRANTI: "ACCOLTI SOLO NEI PAESI DI SBARCO"

Giuseppe De Lorenzo per www.ilgiornale.it

 

Cala il sipario su uno dei Consigli Ue più tormentati degli ultimi tempi ed è già tempo di distinguo.

 

 

GIUSEPPE CONTE - MASSIMO MORALE DELLA CASINA VALADIER - EMMANUEL MACRON

Mentre l'iniziale euforia del premier Conte ha già ceduto il passo ad un più cauto "poteva andare meglio", dalla Francia e dal Belgio arrivano bordate che fanno naufragare - forse - un già debole accordo fatto di molti condizionali e poce certezze.

 

Le tensioni riguardano, come noto, la riforma di Dublino e la prima accoglienza dei migranti. L'Italia si era presentata al vertice con un suo progetto fondato su solidarietà Ue e abbandono dell'obbligo per gli Stati di primo approdo a occuparsi sine die degli immigrati sbarcati sulle loro coste. Alla conclusione della lunghissima sessione di lavori e trattative, nella notte la montagna sembra aver partorito un topolino. Conte in mattinata esultava: "Da oggi l'Italia non è più sola. Da questo Consiglio europeo esce un'Europa più responsabile e più solidale" perché ora c'è "nuovo approccio per quanto riguarda i salvataggi in mare, d'ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli Stati membri".

 

conte macron

Eppure, a sentire le dichiarazioni di Macron, sembra che la ciambella non sia del tutto riuscita col buco. Il presidente francese ha infatti gelato così il premier italiano: "Le regole di diritto internazionale e di soccorso in mare sono chiare: è il Paese sicuro più vicino che deve essere scelto come porto di approdo. Le nostre regole di responsabilità sono altrettanto chiare: si tratta del Paese di primo approdo nell’Ue. In nessun caso questi principi sono rimessi in discussione dall’accordo".

 

Tradotto: tutto rimane come prima, con Spagna, Italia e Malta che dovranno sobbarcarsi oneri ed onori della gestione dei flussi migratori. Anche nel testo (leggi qui), in fondo, sono molti i condizionali quando si afferma che i richiedenti asilo "dovrebbero essere presi in carico attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti negli Stati membri". E i condizionali, in politica internazionale, valgono poco. Molto poco. Senza dimenticare che "tutte le misure nel contesto di questi centri controllati, compresi il trasferimento e il reinsediamento" saranno soltanto "su base volontaria".

giuseppe conte emmanuel macron 5

 

Macron è stato ancor più diretto, sbattendo la porta in faccia alle belle parole sull'accoglienza dello straniero. La responsabilità di aprire centri per immigrati - ha detto - è "dei Paesi di primo ingresso, sta a loro dire se sono candidati ad aprirli". Unica certezza: "La Francia non è un Paese di primo arrivo. Alcuni volevano spingere a questo. Ho rifiutato".

 

Certo, il presidente francese accetta "la mutualizzazione dell'organizzazione e finanziamenti europei", ma è ben poca cosa. La sintesi, chiara e crudele, la fa il premier belga Michel: l'accordo "non ha cambiato il sistema di Dublino e conferma la responsabilità dei Paesi di primo ingresso". Mai più, infine, un nuovo caso Lifeline (con la ripartizione volontaria dei migranti a bordo): "Non deve essere ripetuta - ha chiosato Michel - o certamente non prima della riforma di Dublino". E tanti saluti alla solidarietà Ue.

 

 

  1. L’ACCORDO UE SUI MIGRANTI TRA CONDIZIONALI E ILLUSIONI

Orlando Sacchelli per www.ilgiornale.it

 

lifeline

Il gigante ha partorito un topolino. È questa, per quanto riguarda il tema migranti, la sintesi dell'accordo siglato tra i 28 membri dell'Unione nell'ambito del Consiglio europeo.

 

 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte esulta: "L'Italia non è più sola, Europa più responsabile e solidale". Ma cambia davvero qualcosa? Leggendo attentamente i dodici punti sull'accordo quello che emerge a chiare lettere è un elenco di buone intenzioni, condito da tanti condizionali e legittimi auspici. La realizzazione concreta delle misure considerate necessarie, però, sono lasciate alla volontà dei Paesi membri (si usa l'espressione "su base volontaria" per dire che ogni Stato, alla fine, si regolerà come meglio crede).

 

lifeline malta

La cosa più sorprendente è che dopo 13 ore e mezzo di lavoro, paventate ritorsioni (da Francia e Germania) e minacce di veto (dall'Italia), alla fine si è arrivati a un documento che, nella sostanza, non prevede alcun cambiamento vincolante per nessuno, ma come dicevamo solo su "base volontaria", e non dice alcunché sulla modifica del Regolamento di Dublino (si limita ad auspicare un consenso per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà). Ricordiamo che l'accordo di Dublino obbliga ogni migrante a chiedere asilo nel primo paese europeo in cui arriva: che vuol dire Italia, Grecia o Spagna.

 

In un altro punto il documento va incontro alla richiesta della cancelliera tedesca Angela Merkel. Nel punto 11 si legge che "i movimenti secondari di richiedenti asilo tra Stati membri rischiano di compromettere l'integrità del sistema europeo comune di asilo e l'acquis di Schengen. Gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastare tali movimenti e cooperare strattamente tra di loro a tale fine".

matteo salvini con i migranti

 

La Germania viene dunque accontentata, e la Merkel porta a casa un punto a suo favore che potrà sbandierare davanti al ministro dell'Interno Seehofer, che minacciava di far saltare il governo ritirando la Csu dalla coalizione. All''Italia ovviamente avrebbe fatto comodo il contrario, favorendo la "libera circolazione" dei migranti, non vincolati a restare nei paesi di primo accesso.

 

Il documento siglato a Bruxelles non prevede quote per i paesi europei che oggi non accolgono alcun richiedente asilo. E per quanto riguarda gli hotspot, le "piattaforme di sbarco regionale" per i nuovi arrivati, si parla genericamente di paesi terzi interessati (quali?). Mentre per quanto riguarda il territorio Ue, si parla di centri sorvegliati istituti negli Stati membri (in tutti?), specificando bene "su base volontaria", che tradotto dal burocratese vuol dire una cosa semplice: a chi non ci sta non succederà niente. Insomma, di concreto c'è poco o nulla. Tutto viene rimandato, a parte le buone intenzioni. In attesa dei nuovi arrivi che si vorrebbero fermare, ma non si sa ancora bene come.

 

MERKEL SEEHOFER

 

 

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…