maurizio belpietro giuseppe conte

DALLA PADELLA DEI BENETTON ALLA BRACE DEI FONDI STRANIERI - BELPIETRO: ''ALTRO CHE «NEPPURE UN EURO AI BENETTON», COME DISSERO IN CORO SIA GIUSEPPE CONTE CHE LUIGI DI MAIO: AI SIGNORI DI PONZANO VENETO DI EURO NE ANDRANNO MOLTI E SARÀ LO STATO, TRAMITE CASSA DEPOSITI E PRESTITI, A SCUCIRLI. NON CI SARÀ NESSUNA ASSICURAZIONE: UNA VOLTA VENDUTA, AUTOSTRADE SARÀ A CARICO, CON DEBITI, CREDITI E CAUSE, DEL NUOVO PROPRIETARIO E NON PIÙ DEI MAGLIAI''

Maurizio Belpietro per “la Verità

 

L'unica cosa certa è che l'accordo non c'è. Annunciato in pompa magna il 15 luglio, guarda caso proprio in prossimità dell'inaugurazione del nuovo ponte di Genova e a meno di un mese dall'anniversario della strage in cui persero la vita 43 persone, il verbale che doveva sancire l'uscita dei Benetton da Autostrade è poco più di un'ipotesi di lavoro, un appunto scritto buono per la discussione e nient' altro. Infatti da quel giorno, che ormai risale a tre mesi fa, si discute, ma senza trovare un punto fermo.

 

giuseppe conte e luigi di maio

O meglio: un punto fermo c'è ed è che la famiglia dei maglioni multicolore sta vendendo cara la pelle. Altro che «neppure un euro ai Benetton», come dissero in coro sia Giuseppe Conte che Luigi Di Maio: ai signori di Ponzano Veneto di euro ne andranno molti e sarà lo Stato, tramite Cassa depositi e prestiti, a scucirli. Che l'intesa annunciata con enfasi fosse fumo negli occhi dell'opinione pubblica non ci voleva molto per scoprirlo.

 

E infatti, nel nostro piccolo ci eravamo permessi di segnalare da subito che qualche cosa nella versione di governo non tornava. Difficile del resto costringere un'azienda quotata in Borsa a privarsi di un pezzo importante della propria attività senza avere in cambio alcuna contropartita. Impossibile poi che una società con azionisti internazionali potesse accettare un esproprio senza rimborso.

 

E infatti, la tanto annunciata «caducazione della concessione» non ci sarà e non perché si voglia fare un favore ai magliai di Treviso, ma perché se ne vuole fare uno agli italiani, che correrebbero il rischio di dover ripagare con miliardi le dichiarazioni un po' spaccone del duplex Conte-Di Maio. Già, la revoca sbandierata dai compagni di merende che soggiornano a Palazzo Chigi rischiava di essere un autogol e di regalare miliardi alle future generazioni del clan di Ponzano.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

 

Dunque, dopo che all'avvocato del popolo, divenuto grazie all'alleanza col Pd avvocato di sé stesso, è stato spiegato tutto ciò, il governo ha tirato il freno facendo tirare un respiro di sollievo anche a chi ha a cuore il bilancio pubblico. Risultato, a Cassa depositi e prestiti, il braccio operativo e finanziario dell'esecutivo, è stato dato mandato di trattare.

 

La discussione non dev' essere stata facile, visto che si partiva dalla «caducazione» della concessione, cioè da una decisione giuridicamente zoppicante. Diciamo che rapinare una banca (e i Benetton un po' una banca lo sono) con una pistola ad acqua può anche non finire bene e la revoca della concessione era un po' un'arma scarica, che in punta del diritto rischiava di finire con un rovescio delle finanze dello Stato. Dunque in questi mesi Cdp e Autostrade si sono date da fare per trovare un'intesa che non facesse perdere troppi soldi ai Benetton e non facesse perdere la faccia al governo e a sua altezza il re di Volturara Appula.

giuseppe conte – inaugurazione nuovo ponte di genova 1

 

Risultato, come informa l'Huffington Post, si procede per il raggiungimento delle seguenti cose. La trattativa prevede la vendita dell'88 per cento di Autostrade a Cassa depositi e prestiti e ai suoi partner. Quanto Cdp e i partner debbano sganciare per comprarsi la quota non è noto, ma alcune stime avvalorano la cifra di 10 miliardi, che dunque entreranno nelle tasche di Atlantia e, di conseguenza, dei Benetton che della holding sono importanti azionisti. Non è finita. La discussione per giorni è ruotata intorno alla manleva, ovvero alla garanzia che il precedente azionista, vale a dire la sacra famiglia dei maglioni, dovrebbe prestare al nuovo socio, cioè allo Stato per tramite di Cassa depositi e prestiti.

 

Da ciò che si capisce non ci sarà nessuna assicurazione: una volta venduta, Autostrade sarà a carico, con debiti, crediti e cause, del nuovo proprietario e non più dei magliai. Tradotto, significa che dal punto di vista penale i manager dell'azienda risponderanno personalmente se condannati, ma l'azienda, intesa come gruppo veneto, sarà preservata e gli eventuali risarcimenti a cui Autostrade potrebbe essere condannata saranno a carico dello Stato. Non è finita: come ci è stato spiegato, la nostra rete viaria a pedaggio è messa male perché non ha ricevuto manutenzione e dunque è necessario investire per metterla al sicuro.

 

GIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA

Gli investimenti anche in questo caso saranno a carico di chi compra, cioè sempre di Pantalone. Riassumendo, pagheremo i Benetton per comprare da loro Autostrade. Li libereremo dai debiti e anche dalle cause e in più ci accolleremo le spese per ammodernare la rete autostradale. Per dirla con Alessandro Di Battista, abbiamo preso a schiaffi i magliai di Ponzano. Ho la sensazione che milioni di italiani farebbero la fila per essere presi a schiaffi così.P.s. Dimenticavo: tra le fake news diffuse dal governo c'era pure quella dei dividendi. Ai Benetton sarebbe stato vietato di mettersi in tasca gli utili di Atlantia. Non era vero.

roberto tomasi autostrade per l'italialuciano benettonGiuseppe Conte Fabrizio Palermogiuseppe conte genova ponte assembramento

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…