mercenari siriani

IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: STANNO PER ENTRARE IN AZIONE LE SPORCHE BRIGATE DI PUTIN – DOMENICO QUIRICO SPIEGA CHE NON E’ UN SEGNALE DI DEBOLEZZA AVER ARRUOLATO I MERCENARI SIRIANI. ANZI E’ LA PROVA CHE LA GUERRA STA PER ENTRARE IN UNA FASE PIU’ CRUENTA IN CUI CI VOGLIONO "PROFESSIONISTI ESPERTI DELLA MISCHIA URBANA, ASSASSINI SENZA PIETÀ. NON SI POSSONO ABBATTERE GLI UOMINI COME LE BESTIE AL MATTATOIO. BISOGNA AFFATICARSI A UCCIDERLI…"

DOMENICO QUIRICO per la Stampa

 

mercenari siriani

Una nuova vena sta per essere aperta per irrorare il moloch della guerra ucraina. L'annuncio di Putin che autorizza l'arruolamento di «volontari in Medio oriente» significa che il conflitto è arrivato a un altro più cruento passaggio. Se gli ucraini pensano che sia un segno di debolezza, che l'esercito russo descritto come affievolito da diserzioni, scarsa combattività, e abbia bisogno disperato di nuove reclute, temo che si sbaglino. È semmai l'annuncio di una nuova pena.

 

I siriani, perché questi saranno i mercenari, vengono schierati per interpretare l'ultimo capitolo del programma dell'invasione: dopo i bombardamenti, le città assediate, le puntate a Nord e a Sud delle colonne corazzate, è il momento della conquista strada per strada delle città.

 

mercenari siriani

A questo servono i siriani: non mercenari all'ingrosso, carne da macello per rimpolpare divisioni esauste. Ma professionisti esperti della mischia urbana, operai della espugnazione delle macerie. Bisogna vuotare le città come un corpo si dissangua. Dalla Siria infatti arrivano conferme: i reclutatori russi con la collaborazione degli uomini dei Servizi e dell'esercito di Bashar al-Assad, alleato riconoscente, non ingaggiano chiunque. Solo veterani della venticinquesima divisione dell'armata siriana, quella riorganizzata e riaddestrata da ufficiali russi proprio per completare la riconquista di Aleppo nel 2016. Accanto a loro ci sono i «volontari» reclutati nel Sud, a Deraa, gli smobilitati del quinto corpo di assalto.

 

Lo componevano milizie locali fedeli a Bashar, manovalanza della guerra senza regole, prigionieri o pietismi; e anche ex ribelli amnistiati dal regime e che hanno dimostrato sul campo di voler cancellare la colpa di avere combattuto al fianco della rivoluzione. Alcuni di loro sono reduci dalla missione in Libia sempre a fianco dei russi. Sette mesi di missione per l'operazione speciale: settemila dollari. È possibile che una parte di loro sia già nel Donbass «liberato».

mercenari siriani

 

Ma finora erano stati impiegati per allestire fortificazioni e per irrobustire la resistenza degli insorti filorussi. Finora li avevano tenuti nelle retrovie. Inutili in una guerra di divisioni corazzate e aviazione. Non gli appartiene, non ne hanno l'alfabeto. Ma per prendere Kiev, Mariupol, Kharkiv, l'atto finale, occorrono i fanti specializzati nella guerra più insidiosa del ventunesimo secolo, quella che ha come teatro e vittima la città, la città moderna, gigantesca con le periferie labirintiche, i palazzi di cemento spesso come quello delle fortezze, le strade che diventano trincee di macerie, trappole popolate di cecchini.

 

Ora artiglieria e carri che in città sono vulnerabili anche al gesto di un uomo ben armato, passeranno in retrovia. È la volta degli uomini, delle bombe a mano, del lanciagranate, del coltello. Occorre tecnica e ferocia per violentarla, la città, strada dopo strada, quartiere dopo quartiere. È una guerra a parte, la morte ogni giorno e ogni notte diventa così presente, così pesante come piombo sui sensi.

 

È fatta da pattuglie vagabonde che seguono itinerari di sopravvivenza e di morte scritti solo nella loro esperienza, si tendono agguati, si cercano a tentoni nel silenzio della città uccisa. Ci vogliono uomini senza pietà, già morti e risorti mille volte, combattenti per cui la vittoria finale è una parola senza significato.

 

MERCENARI WAGNER 29

La loro vittoria è impossessarsi dei piani devastati di un edificio distrutto, sgozzare un cecchino che ha ucciso qualche compagno. La guerra è la tua pattuglia di assassini, il tempo non ha più senso, lo scala la pazienza con cui sai aspettare la mossa falsa dell'altro o la velocità con cui scavalchi il frammento di cemento che ti sta davanti. I siriani e i ceceni ne son diventati maestri. La strada. Il lavoro di uccidere, l'orrore e il sangue. Li ho visti in azione questi uomini. Quando ti immergi nelle immense trincee urbane, il tuo orizzonte diventa una città ormai orizzontale, ti sembra che la guerra sia universale, che ovunque tutti ammazzino tutti.

 

Che il mondo e la vita si siano ridotti a questo. Non può essere diversamente, altrimenti impazziresti. Il soldato normale ha momenti di quiete, gli danno il cambio, c'è la retrovia con altra gente normale. Uccidere è un lavoro a tempo, afferri le armi e poi se sei ancora vivo li riponi fino al prossimo turno.

 

 

MERCENARI WAGNER 11

Gli assassini della guerra urbana no, non possono avere ondeggiamenti di irresolutezza. Ad Aleppo ho incrociato questi piccoli gruppi saturi di morte tornare all'alba portandosi dietro i cadaveri dei compagni uccisi nelle loro fosche epopee. Anche gli altri combattenti si ritraevano in silenzio. Sembravano appena usciti da una bara, tremavi se quegli occhi ti sfioravano. In quella guerra di imboscate erano uomini tornati a istinti oscuri diabolicamente ingegnosi, come se li avessero incontrati in una foresta selvaggia non fitta di alberi, ma di macerie, di relitti dell'uomo. In azione non parlano, solo cenni. L'aria si riempie ogni tanto di rumori metallici.

 

La fucileria da qualche parte brucia rapidamente come una stoppia. Sembrano nati con le rovine stesse e legati lì. Gli stamburamenti del cannone sembrano loro inutilmente rabbiosi, ormai servono solo a far sobbalzare i cadaveri degli edifici: la questione ormai è nostra, ci appartiene, la sfida è tra noi e quelli nascosti dall'altra parte nel reciproco panico degli agguati. Perché non ci sono fronti. Il fronte è dove in quel momento sei tu e i compagni. Per combattere in città bisogna che sotto i tuoi scarponi la terra diventi sensibile come una membrana, ti trasmetta i rumori anche i più vaghi e lontani.

I MERCENARI WAGNER KIEV

 

Diventi un predatore, i tuoi sensi si affinano in quell'odore di pietra e di fumo. Ti devi abituare all'instancabile lezzo della carne imputridita sotto i palazzi crollati. La cosa più spaventosa degli uomini che combattono questa guerra è proprio il loro feroce coraggio. Non si possono abbattere gli uomini come le bestie al mattatoio. Bisogna affaticarsi a ucciderli. 

 

 

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...