PESTAGGI E DEPISTAGGI - IL CAPO DEL SINDACATO DEGLI AMBULANTI HA FILMATO GIULIO REGENI DI NASCOSTO CON UNA MICROCAMERA IN DOTAZIONE ALLA POLIZIA EGIZIANA. LO AVEVA GIÀ DENUNCIATO COME POSSIBILE SPIA BRITANNICA, E NEL VIDEO PROVA A ESTORCERGLI DEL DENARO - L’INCHIESTA DI ‘PRESADIRETTA’ SULL’OMICIDIO (VIDEO)

Condividi questo articolo


 

1. VIDEO - PRESADIRETTA: ‘CHI HA UCCISO GIULIO REGENI?’

 

http://www.raiplay.it/video/2017/01/Chi-ha-ucciso-Giulio-Regeni-63e19760-1661-4ff0-9778-a60a6b0171d2.html

 

 

2. VIDEO - GIULIO REGENI PARLA CON IL SINDACALISTA

 

 

 

 

3. IL SINDACALISTA CHE DENUNCIÒ REGENI CERCAVA DI ESTORCERGLI DEL DENARO

Francesca Paci per la Stampa

 

REGENI E SINDACALISTA EGIZIANO REGENI E SINDACALISTA EGIZIANO

«Mia moglie ha il cancro e io devo cercare il denaro, non importa dove». «Il denaro non è mio. Non posso usare i soldi per nessun motivo perché sono un accademico e sulle relazioni all' istituto britannico non posso scrivere che voglio utilizzare quel denaro a titolo personale».

 

«Non ci sono altri modi?». «I soldi non arrivano attraverso "Giulio" ma attraverso la Gran Bretagna e il Centro egiziano che lo dà agli ambulanti». «Voglio che mi aiuti».

«Non posso, sono un accademico, non sono soldi miei».

 

Giulio Regeni Giulio Regeni

È il 7 gennaio dello scorso anno: 22 giorni prima di sparire a pochi isolati da una piazza Tahrir blindata per la ricorrenza della rivoluzione del 2011, Giulio Regeni incontra il capo del sindacato autonomo degli ambulanti della capitale egiziana Mohammed Abdallah che lo ha già denunciato alla Sicurezza nazionale come possibile spia britannica e che lo filma con una microcamera fornitagli verosimilmente dalla polizia egiziana.

 

VIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENI VIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENI

Il ricercatore friulano lo ignora ma Abdallah, un informatore dei servizi, gioca sporco: nei giorni successivi consegnerà il video ai suoi referenti istituzionali anche perché deluso dall' impossibilita di avere per sé i soldi della fondazione Antipode, l' associazione britannica contattata da Regeni con scopi scientifici e disponibile a mettere fino a 10 mila sterline per un progetto sull' inclusione sociale.

 

L' ambiguità del Cairo

Le parole e le immagini di questo video, noto da tempo agli inquirenti ma consegnato adesso all' Italia dalla procura del Cairo, raccontano l' ambiguità di Abdallah che, dopo aver recapitato il filmato forse temendo di essere a sua volta denunciato da Regeni, il 22 gennaio chiamerà ancora ripetutamente il centralino della sicurezza nazionale. Raccontano il nostro giovane connazionale, serio, risoluto nel contrapporre la propria integrità di accademico all' assalto del sindacalista che vuole i soldi.

 

Mohamed Abdallah Mohamed Abdallah

Raccontano le mille omissioni e i depistaggi dell' Egitto, che dopo aver fornito infinite e contraddittorie versioni sulla morte di Regeni (compreso l' omicidio a sangue freddo della presunta banda di criminali risultati poi innocenti nella cui casa furono ritrovati i documenti di Regeni) ha sostenuto fino a pochi giorni fa di aver sì indagato sul ricercatore italiano ma di aver chiuso il fascicolo nei primi giorni di gennaio per mancanza di prove. Quello che il video non racconta è perché Regeni sia stato ucciso e chi abbia depositato il suo corpo martoriato dalle torture sulla strada per Alessandria il 3 febbraio dello scorso anno.

Qualcosa si muove al Cairo ma non è chiaro in che direzione.

 

«Ci portano vicini alla verità ma non la diranno» dice dal Cairo uno dei più vicini amici di Giulio Regeni. Abdallah convince poco i giovani ex Tahrir oggi ribattezzatisi «generazione Regeni». E dopo? La procura ha indagato due poliziotti ma aveva chiesto di sentirne venti al ministero degli Interni che ha impedito loro di presentarsi all' audizione.

 

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

CERNOBBIO, CHE OBBROBBRIO! IN QUELLA "DAVOS DE' NOANTRI" CHE E' IL FORUM AMBROSETTI (DOVE LE AZIENDE SGANCIANO FINO A 50 MILA EURO PER BACIARE LA PANTOFOLA AI POTENTI), GIORGIA MELONI VIENE ALLISCIATA PURE DAL DIRETTORE DEL "CORRIERE", LUCIANO FONTANA - IL QUOTIDIANO LE DEDICA ARTICOLI AL MIELE E LA REDAZIONE POLITICA (GUERZONI, DI CARO E LA VICE SARZANINI) NON LE DA' MAI UN DISPIACERE: E' LA "POLITICA DEI DUE FORNI" DI URBANETTO CAIRO (ATTACCA IL GOVERNO CON LA7, LO ELOGIA CON IL "CORRIERE")

PARPIGLIA, CENTO NE DICE E ZERO NE PIGLIA - PARLANDO A “REPUBBLICA” DEL CASO BOCCIA-SANGIULIANO, IL GIORNALISTA (CHE PARE SIA STATO ALLONTANATO DA "CHI") SOSTIENE CHE L’ACCOUNT ANONIMO CHE PROVO’ A PROPORGLI LE FOTO DEI DUE AMANTI IL 25 AGOSTO LO AVVERTI’ “DOMANI LEGGI DAGOSPIA”. PECCATO CHE IL POST SU INSTAGRAM DELLA BOCCIA CHE INNESCA IL PRIMO ARTICOLO DI DAGOSPIA, SIA DEL 26 AGOSTO - SAREMMO CURIOSI DI SAPERE DAL VISPO E FANTASIOSO PARPIGLIA E DAI SUOI AMICI COME FACEVANO, IL GIORNO PRIMA, 25 AGOSTO, A DIRE “DOMANI LEGGI DAGOSPIA” QUANDO TUTTO È ESPLOSO 24 ORE DOPO? E DATO CHE PARPIGLIA SOSTIENE DI AVER SAPUTO AI PRIMI DI AGOSTO DELLA BOLLENTE TRESCA DEL MINISTRO ‘NNAMMURATO, GRAZIE ALLE FOTO DEI PAPARAZZI RIFIUTATE DAI SETTIMANALI, PERCHÉ NON HA SCRITTO UN BELL’ARTICOLO, ANTICIPANDO COSÌ QUESTO SCIAGURATO SITO?

DAGOREPORT - COSA SI SONO DETTI MELONI E ZELENSKY A CERNOBBIO? LA DUCETTA MAGARI HA SPIEGATO AL PRESIDENTE UCRAINO PERCHE' L'ITALIA, INSIEME ALL'UNGHERIA DEL FILO-PUTIN ORBAN, HA DETTO NO ALL'USO DELLE ARMI ITALIANE IN RUSSIA (TUTTI GLI ALTRI PAESI UE HANNO DATO L'OK) - MAGARI LA SORA GIORGIA HA DATO LA COLPA ALLA MINACCIA DI SALVINI DI USCIRE DAL GOVERNO SE AVESSE DATO IL VIA LIBERA - LA PRESENZA AL FORUM AMBROSETTI DI ORBAN, CHE HA DEFINITO LA MELONI "SORELLA CRISTIANA", PER "CONTROBILANCIARE" LA PRESENZA DI ZELENSKY...

FAMOLO STRIANO - MENTRE LA COLOSINO SECRETA GLI ATTI, LA MELONI SI LAMENTA COI GIORNALISTI CHE SI OCCUPANO SOLO DI SANGIULIANO, MA NON DEL CASO DOSSIERAGGIO  – PASSANO DUE ORE E CROSETTO, DA CUI È PARTITA TUTTA L’INCHIESTA DI PERUGIA, LETTE LE CARTE DI CANTONE MANDATE ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, CHE HANNO MOLTO DELUSO LA DESTRA E LA MELONA, DICE: NON C’È NESSUN DOSSIERAGGIO, NESSUN MANDANTE, NESSUN RICATTO, NEMMENO MESSAGGI TRA STRIANO E I GIORNALISTI DI ''DOMANI''. “SOLO UNA MELA MARCIA DELL'AISE…”  

DAGOREPORT - DALLA PADELLA ALLA BRACE: CHI E' IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA - E DIRE CHE UNA VOLTA, PRIMI ANNI ‘90, IL NEOFASCISTA ALESSANDRO GIULI, UN’AQUILA FASCISTA TATUATA SUL PETTO, MOLLÒ I CAMERATI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ, LIQUIDATI COME MAMMOLETTE, PER FONDARE MERIDIANO ZERO, GRUPPUSCOLO BOMBAROLO DI ESTREMA DESTRA – LO RITROVIAMO ANONIMO GIORNALISTA DI "LIBERO" E "IL FOGLIO" CHE NEL 2018 SI RIVOLGEVA A BANNON AD ATREJU, LODAVA PUTIN DEFINENDOLO ‘UN PATRIOTA’ COME TRUMP – SBARCATE A PALAZZO CHIGI, LE SORELLE MELONI LO SPEDISCONO ALLA PRESIDENZA DEL MUSEO MAXXI DI ROMA, PUR NON DISTINGUENDO LA CORNICE DAL QUADRO – ALLA PRESENTAZIONE IN LIBRERIA DEL SUO LIBELLO, “GRAMSCI È VIVO”, CON ARIANNA MELONI AD APPLAUDIRLO, AVVIENE IL PASSAGGIO DA “ARISTOCRAZIA ARIANA” DI FREDA ALLA NOVELLA “ARISTOCRAZIA ARIANNA” - MA CI VOLEVA MARIA ROSARIA BOCCIA PER FAR DIVENTARE IL SUO SOGNO REALTÀ…