salvini fontana

UN PIRELLONE DA INGOIARE - PER NON PERDERE ALTRI VOTI ALLE REGIONALI, SALVINI PROVA A BLINDARE FONTANA (“PER NOI È UN MODELLO, POTRÀ RICANDIDARSI, SE LO VORRÀ”) - MA IN LOMBARDIA SONO STATI COMMESSI ERRORI ENORMI NELLA GESTIONE DELL’EPIDEMIA E SI ANDRÀ VERSO UN RIMPASTO IN GIUSTA, MAGARI SACRIFICANDO L’ASSESSORE AL WELFARE GIULIO GALLERA (CHE E’ DI FORZA ITALIA) - IL LAVORO DI GIORGETTI, L’INCONTRO CON DI MAIO…

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

roberto maroni attilio fontana matteo salvini

Salvini ha deciso: «Serve un segnale sulla Lombardia», ha detto ai suoi nel week end. E dunque a inizio settembre si andrà verso un rimpasto della Giunta. A rischio è soprattutto l'assessore Gallera che era già stato frenato nelle ultime settimane. L'obiettivo del Capitano è quello di rafforzare qualche assessorato, rilanciare la Regione alle prese, tra l'altro, con un piano Marshall'per le grandi opere che ritarda per la lentezza nei passaggi amministrativi. Nel mirino soprattutto la Sanità. Anche se pubblicamente la difesa è a spada tratta («averne come quella lombarda in giro per l'Italia...»), è ormai parere unanime nel partito di via Bellerio che sono stati commessi errori grossolani.

matteo salvini attilio fontana

 

E allora è necessario intervenire, salvaguardando allo stesso tempo il governatore Fontana. Perché su Attilio il leader lumbard continua a mettere la mano sul fuoco. Ingenuità e leggerezze ma nessun dolo, «anzi mentre altri andavano in Cina a cercare camici lui si è prodigato sul territorio ed è stato lasciato solo dal governo», il refrain'nella Lega. Una tesi di parte ovviamente, saranno i giudici a stabilire la verità. E il problema è che il segretario è convinto che «ci sarà un nuovo processo alla Palamara».

 

Da qui l'esigenza di inviare comunque un messaggio ai lombardi. Creando magari una sorta di task force', una rete di protezione con dei manager competenti che affianchino il lavoro della Giunta. Le pressioni per una svolta arrivano da più parti, anche all'interno del partito di via Bellerio e dalle altre regioni. Il rischio è che un calo di consensi in Lombardia possa pregiudicare l'immagine di buon governo degli amministratori leghisti.

 

Attilio Fontana e Giulio Gallera mejo di Bob Behnken e Doug Hurley di Space x by lughino

Ma ovviamente c'è anche l'altra faccia della medaglia. La preoccupazione di molti dirigenti è che un'operazione di rimpasto possa non essere compresa, che possa essere interpretata come una ammissione di colpa. Inoltre l'invito arrivato a Matteo occorrerà trovare le figure giuste. In ogni caso si dovrebbe procedere prima delle elezioni Regionali. Perché anche se non si vota in Lombardia («Fontana per noi è un modello, potrà ricandidarsi, se lo vorrà», ha detto ieri l'ex responsabile del Viminale) il timore è che possa esserci un contraccolpo negli altri territori.

 

LA PROVA DEL VOTO La prova del 20 e 21 settembre è decisiva: c'è la competizione con la Meloni («io e lui al governo insieme, sarà un esecutivo forte», ha detto la presidente di Fdi) con l'ex ministro degli Interni che ha già chiarito sul tema della leadership: «La decidono gli elettori il giorno del voto e la Lega è ampiamente il primo partito, stando a tutti i sondaggi del mondo, mi sembra evidente cosa pensino gli italiani, facciamoli votare». Il convincimento nella Lega è che Fitto in Puglia non riesca a vincere.

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

 

«E' uomo di preferenza ma non di consenso», il ragionamento di un big'. Ma poi c'è Zaia in Veneto che punta al trionfo e ha alzato la voce sul mancato accordo con Fratelli d'Italia sul tema dell'autonomia. Il Capitano in ogni caso taglia corto sulle ipotesi di flop sul tesseramento («puntiamo a 200 mila entro Capodanno») e sulle indiscrezioni riguardo al malessere interno al partito.

 

Giorgetti non ha condiviso alcune scelte sui dipartimenti e la strategia sull'economia e sull'Europa ma mai farebbe una corsa per scalare il vertice. «Nella Lega decido io», il mantra' del leader che promette di non fare sconti a nessuno, avversari interni ed esterni. Nel mirino c'è Conte ma non va tutto liscio neanche nel centrodestra, visto che Salvini non assegna i massimi voti all'unità della coalizione.

 

LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI

Ma un altro terreno di scontro potrebbe essere quello sull'elezione del prossimo Capo dello Stato. Giorgetti ci sta lavorando sotto traccia, con continui incontri riservati. Un mese fa ha visto anche Di Maio ed è rimasto sconcertato dal fatto che qualcuno in M5S abbia fatto uscire la notizia del colloquio tra il ministro degli Esteri e Draghi. Ieri Salvini ha ipotizzato un'alleanza con M5S per un nome di garanzia. Si ragiona sempre sull'ex numero uno della Bce ma Fdi è contraria.  

 

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…