george soros emma bonino

PIÙ EUROPA, PIÙ SOROS, PIÙ SOLDI. MA I VOTI? - IL FINANZIERE NEMICO DEI SOVRANISTI HA DONATO 200MILA EURO AL PARTITO DELLA BONINO (CHE SI DICE ''ORGOGLIOSA'' DI AVERE IL SUO APPOGGIO). MA SOLO PERCHÉ LA LEGGE IMPEDISCE DI VERSARE DI PIÙ: L'ANNO SCORSO PETER BALDWIN. STIMATO STUDIOSO AD HARVARD, HA MESSO A DISPOSIZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEISTA 1,6 MILIONI, DA RIPARTIRE SUI SINGOLI CANDIDATI VISTO CHE LA SOGLIA è 100MILA…

 

 

Alberto Battaglia per https://www.wallstreetitalia.com

 

Più Europa, il partito guidato da Emma Bonino, ha ricevuto quasi 200mila euro di finanziamenti da George Soros e da sua moglie, Tamiko Bolton, in vista delle prossime elezioni europee. I contributi, versati con due operazioni datate 22 e 30 gennaio 2019, sono stati pubblicati sul sito del partito, in seguito all’entrata in vigore della legge Spazzacorrotti (l. 9 gennaio 2019, n. 3). Dal 31 gennaio, infatti, i partiti sono tenuti a pubblicare le identità dei finanziatori il cui contributo superi i 500 euro.

 

 

GEORGE SOROS EMMA BONINO

Da inizio anno George Soros e sua moglie risultano gli unici finanziatori di Più Europa ad aver superato tale soglia. La legge italiana proibisce donazioni individuali superiori ai 100mila euro nell’arco di un anno. Per tale ragione, Soros e la moglie non potranno effettuare ulteriori donazioni al partito nel 2019.

 

In occasione delle elezioni politiche del 2018 si era fatto strada il dubbio che, dietro all’imponente cartellonistica del piccolo partito, si celassero grossi finanziatori. Il nome di Soros, finanziere e filantropo dalla storia controversa, fu il primo a circolare fra i possibili donatori.

 

Emma Bonino e Soros, del resto, sono legati da un’amicizia di lunga data.

Si può escludere, però, che il fondatore della Open Society abbia direttamente finanziato Più Europa nel 2018. Dal bilancio del partito, infatti, si apprende che i contributi dall’estero (pari a 100mila euro) sono stati tutti ascrivibili al professor Peter Baldwin. Stimato studioso ad Harvard, Baldwin ha messo a disposizione del movimento europeista 1,6 milioni di euro, di cui solo 100mila, per legge possono finire nel bilancio del partito (la parte restante è andata a finanziare le campagne di singoli candidati).

 

GEORGE SOROS EMMA BONINO

Il contributo di George Soros, perfettamente legale, colpisce per il peso specifico che assume nelle finanze di un partito relativamente piccolo, che conta circa 5.200 iscritti e che l’anno scorso ha raccolto appena il 2,56% dei voti alla Camera. Per fare un confronto, Più Europa nel 2018 ha raccolto da tutti i suoi tesseramenti la stessa cifra donata, a gennaio, da Soros e consorte. I finanziamenti e contributi complessivi ricevuti l’anno scorso dal partito, ammontano a 751.164 euro. Detta altrimenti, se il bilancio di quest’anno racimolasse le stesse cifre del 2018, Soros avrebbe contribuito al 26,6% delle finanze di Più Europa.

 

L’appoggio di Soros alla politica, una storia nota

GEORGE SOROS E LA OPEN SOCIETY

Per il fondatore della Open Society, finanziare campagne politiche è tutt’altro che una novità. Convinto sostenitore di una visione progressista e aperta della società, Soros ha ripetutamente denunciato i rischi del populismo europeo. Non stupisce, quindi, che il suo contributo vada a favore della forza politica che più radicalmente si oppone ai sovranisti. Un altro esempio di attivismo politico, dietro le quinte, è stato il finanziamento della campagna presidenzialedi Hillary Clinton nel 2016, con un contributo da 9,5 milioni di dollari (fu il quinto maggior donatore dell’ex first lady). Nonostante la cifra imponente, l’aiuto di Soros non costituì che l’1,68% dei fondi raccolti dalla Clinton.

 

L’utilizzo politico del patrimonio di Soros, stimato a 8,3 miliardi di dollari, a supporto dei movimenti affini al suo pensiero gli è valso la fama di manovratore oscuro dei processi democratici. Com’è del tutto evidente dall’esperienza Clinton, però, i soldi non sono una condizione sufficiente per la vittoria delle elezioni. Allo stesso tempo, restano un vantaggio competitivo notevole rispetto a quei movimenti che non attirano le simpatie di supporter multimiliardari.

marcello foa bonino amica di soros

 

I finanziatori che hanno messo in imbarazzo l’Alde

Più Europa rivendica con orgoglio di essere l’unico membro italiano dell’Alleanza dei liberali e democratici europei (Alde). Anche i liberali dell’europarlamento hanno dovuto fare i conti con la cattiva pubblicità derivante dai loro finanziatori. Un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Le Monde il 10 marzo ha rivelato che Alde aveva ricevuto, solo nel 2018, circa 122mila euro da lobby e società come Bayer, Uber, Google e AT&T.

 

“È perfettamente legale”, è stata la prima linea di difesa del direttore della comunicazione dell’Alde, Didrik de Schaetzen. Tre giorni dopo, in seguito alle rimostranze del partito di Macron, En Marche, il gruppo Alde ha annunciatoche non avrebbe più accettato contributi finanziari da parte delle imprese (in Francia questa pratica è illegale). En Marche ha fatto sentire la sua voce perché sta considerando di entrare nel gruppo liberale il vista delle europee.

 

Una questione di trasparenza

In un contesto politico sempre più dipendente dai finanziamenti privati, favorito dall’avversione dei cittadini al finanziamento pubblico ai partiti, la trasparenza assume un’importanza cruciale. Emma Bonino, nel 2017, aveva dichiarato (nel video) che il sostegno finanziario da parte di Soros non è motivo d’imbarazzo, bensì di orgoglio. Di certo è un contributo che, sulle disponibilità di cassa di Più Europa, fa sentire il suo peso.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…