PRIMI VALZER DI TOTO-PAPA - ITALIANI IN FERMENTO PER TORNARE AL SOGLIO DI PIETRO DOPO 30 ANNI: IL CIELLINO ANGELO SCOLA IN POLE, SEGUITO DA RAVASI - LA VIA “STRANIERA” PORTEREBBE ALL’AUSTRIACO SCHÖNBORN, IL CANADESE OUELLET E L’AMERICANO DOLAN - ATTENZIONE AI ‘TERZOMONDISTI’: BEN QUOTATI IL FILIPPINO TAGLE, L’HONDUREGNO MARADIAGA E IL BRASILIANO SCHERER - IN CURIA TUTTI D’ACCORDO: PER UNA “COABITAZIONE” MORBIDA CON RATZINGER SERVE UN PONTEFICE GIOVANE…

Marco Ansaldo per "la Repubblica"

Un Papa forte. E, possibilmente, giovane. Questo è il profilo che, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, il Conclave già riunito a marzo per eleggere il successore di Joseph Ratzinger, ricercherà come il più adatto per il prossimo Pontefice. Perché adesso, dopo la scelta dirompente annunciata dal Papa tedesco, la partita passa ai cardinali che si riuniranno in totale isolamento dal mondo nella Cappella Sistina.

Il radar degli osservatori si concentra sui nomi dei possibili candidati, e tra i ben informati in Vaticano c'è chi dice che i posizionamenti dei diversi fronti sono cominciati da settimane, quando qualcuno aveva fiutato che le dimissioni di Benedetto XVI potevano diventare davvero una realtà.

IL CONFRONTO
La partita si giocherà, così com'è stato nei due Conclavi precedenti, e fin da subito, fra i cardinali italiani e gli altri. Il polacco Karol Wojtyla ruppe una tradizione lunga 500 anni, che assegnava il Papato sempre e costantemente a Pontefici italiani. E dopo di lui la palla passò a un tedesco, Joseph Ratzinger appunto. Sono così decenni, adesso, che non solo molti prelati ma tantissimi fedeli si aspettano il ritorno a un Papa italiano.

GLI ITALIANI
E il nome più forte di tutti, quello considerato come il front runner, il candidato in prima fila, è quello dell'arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Una candidatura pesante, la sua, perché sostenuta non solo da una certa parte dei porporati italiani, ma forse ancor più da quella degli stranieri, vista l'opera di grande attenzione svolta da Scola su vari scenari internazionali, in primis quello mediorientale con la sua fondazione Oasis, già al tempo in cui era Patriarca di Venezia.

Di una forte esposizione mediatica gode poi il cardinale Gianfranco Ravasi, che Ratzinger - il quale pure non interverrà al Conclave ma ne seguirà i lavori, e la sua influenza non potrà infine non contare - apprezza come presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Poca la sua esperienza pastorale, ma saldissima quella manageriale e soprattutto teologica. L'iniziativa felice del Cortile dei gentili, forum di incontro con personalità laiche, gli ha portato i favori di moltissimi fedeli che lo vedrebbero come una scelta di primo livello.

Una possibile soluzione di compromesso può essere quella dell'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, il quale nello scontro più volte profilatosi con il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha mostrato una forte tenuta, ritagliandosi spazi di intervento consistenti per affermare il suo pensiero tanto religioso quanto politico.

In realtà, però, la Chiesa italiana ha anche altri possibili papabili, anche se con meno chance: in Curia il capo del dicastero per il clero, Mauro Piacenza, genovese come Bagnasco, giovane, capace, e già segnalato anche come possibile segretario di Stato. Ma anche l'arcivescovo di Firenze, di grande esperienza pastorale e di gestione, Giuseppe Betori.

Bertone, che d'ora in avanti agirà da cardinale camerlengo, cioè da gestore ufficiale della sede vacante, potrà contare sui voti dei suoi fedelissimi. E in Curia negli ultimi anni ne ha portati diversi. Ma forse, alla vigilia dei 79 anni ormai da compiere, sarà lui stesso a scegliere un candidato fra i suoi uomini.

GLI STRANIERI
Il profilo che il Conclave ricercherà, dopo le dimissioni di Benedetto, sarà soprattutto quello di un Papa saldo da un punto di vista teologico, sperimentato sotto il profilo pastorale, e in età da sostenere un Pontificato di buona durata: l'esempio classico è quello di Wojtyla, eletto a "soli" 58 anni. E allora tra gli stranieri, c'è un cardinale che molti considerano come perfetto sotto questa visuale: quello dell'austriaco Christoph Schönborn, domenicano, già allievo di Ratzinger, così come lo stesso Scola, e arcivescovo di Vienna.

Anche se il Papa in carica, Benedetto XVI, non si esprimerà certo in sede elettorale nel Conclave, la sua influenza, trovandosi ancora in vita - e questo è un aspetto del tutto inedito - potrebbe rivelarsi come determinante.

Poi c'è il filone del continente americano. E qui sì un nome importante è quello del canadese Marc Ouellet, poco conosciuto dal pubblico, ma prelato che incontra il Papa quasi tutti i giorni nella sua veste di prefetto della Congregazione per i vescovi, e quindi ben conosciuto in Curia. C'è Timothy Dolan, arcivescovo di New York, conservatore ma capace di mostrare duttilità nei temi religiosi e politici, uomo ricco di humour e di dinamismo che nei recenti Concistori ha saputo ritagliarsi l'attenzione dei media internazionali.

Altro profilo è quello del cardinale cappuccino Sean O'Malley, che a Boston ha risollevato una situazione resa assai drammatica non solo dagli abusi ma anche dagli insabbiamenti del suo predecessore Bernard Law.
Infine il cardinale Jose Horatio Gomez, arcivescovo di Los Angeles, di origini messicane.

GLI OUTSIDER
Tra i latinoamericani buone possibilità vengono assegnate al brasiliano (di origine tedesca) Pedro Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo. Ma anche all'honduregno Oscar Maradiaga, uomo di grandissima finezza intellettuale, forte anche da un punto di vista politico, e che molti considerano santo, attuale presidente della Caritas. E poi l'italoargentino Leonardo Sandri, oggi a capo del dipartimento per le Chiese d'Oriente. Non ultimo il cardinale messicano Javier Lozano Barragan, presidente emerito del Pontifico consiglio della pastorale per gli Operatori sanitari.

Nell'area caraibica spicca il volto del cardinale Jaime Ortega, arcivescovo dell'Avana, personalità che sta che sta contribuendo con la propria azione alla transizione dell'isola dal regime comunista verso una serie di aperture in campo economico e sociale.

In Africa occhi sul ghanese Peter Turkson, presidente del Pontifico consiglio di Giustizia e Pace, sul guineiano Robert Sarah presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, e sul nigeriano Francis Arinze, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino. Nome che si fa infine tra i porporati asiatici è quello del filippino Luis Tagle, metropolita di Manila: molti osservatori lo accreditano di un carisma che talvolta paragonano al primo
Wojtyla.

 

ANGELO SCOLA ARCIVESCOVO DI MILANO jpegBENEDETTO XVI Bagnasco Angelo CARDINALE TARCISIO BERTONE CARDINALE MAURO PIACENZA jpegCARDINALE ANGELO COMASTRI CARDINALE ANGELO SODANO MONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI jpeg

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBOANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...