alessandro di battista giuseppe conte

LA PRIORITÀ DEI 5 STELLE: ISOLARE LA FRONDA DEI FEDELI A DI BATTISTA PRIMA DEL VOTO SUL MES - L'OK AL FONDO SALVA STATI ARRIVA PURE DA TONINELLI, MENTRE IL ''SOSPESO'' CORRAO GRIDA A GRAN VOCE CHE SERVE IL VOTO SU ROUSSEAU - FORZA ITALIA HA GIÀ GARANTITO CHE ''COPRIRÀ'' CON I SENATORI NECESSARI IL BUCO DEI GRILLINI RIOTTOSI. MA L'ORDINE DI CONTE È DI NON PARLARNE FINO A UN MINUTO PRIMA, PER NON DARE LA POSSIBILITÀ AI DIBBA'S DI ORGANIZZARSI

 

1. VERSO IL VIA LIBERA AL SALVA -STATI SOLO CINQUE O SEI I NO TRA I GRILLINI

Simone Canettieri e Alberto Gentili per ''il Messaggero''

 

alessandro di battista

E' una questione di tempo e di strategia. Come lo sono state tutte le svolte del M5S: dalla Tap al Tav, passando con il governo con il Pd alias «partito di Bibbiano». E allora dentro ai gruppi parlamentari e nei caminetti dei big inizia a montare la consapevolezza che se la trattativa europea dovesse volgere verso il Fondo salva Stati (Mes), sarà difficile, o meglio impossibile, votare «no» con il Pd e il resto della maggioranza che vanno dalla parte opposta.

 

L'appuntamento, che dovrebbe cadere a inizio luglio in occasione delle comunicazioni del premier sul Consiglio europeo del 9, ha come sempre un teatro ad alta tensione: il Senato, dove la maggioranza sta in piedi per una manciata di voti. Ma qualcosa si sta muovendo, tra i 5Stelle. E se perfino un grillino della vecchia guardia, come il senatore ed ex ministro Danilo Toninelli dice che «il Mes senza vincoli rigidi sarebbe un'altra cosa» significa che qualcosa si sta muovendo. D'altronde alla bouvette di Palazzo Madama nelle chiacchiere tra senatori M5S sono in molti a dire, tipo Primo De Nicola o Emanuele Dessì, «che con il Paese in crisi come si potrebbe dire di no a un prestito di 37 miliardi per la sanità con tassi vantaggiosi?».

CONTE TONINELLI

 

Appunto, come si potrebbe dire di no? «Io sono pronto a votare sì», confida Dessì, già storico attivista dei Castelli romani. E come lui la pensa la gran parte dei suoi colleghi. Di sicuro, nel pallottoliere di queste ore ci sono circa cinque o sei nomi di senatori pronti a fare le barricate: Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Elio Lannutti, Mattia Crucioli, Cataldo Mininno. Voti fondamentali che sarebbero, però, subito rimpiazzati, in maniera abbondante, da Forza Italia, da sempre favorevole al Mes, come ha spiegato pubblicamente Silvio Berlusconi e come dimostra l'atteggiamento di ieri nelle aule parlamentari.

 

TRENTA COSTA BONISOLI TONINELLI LEZZI GRILLO

Con Fratelli d'Italia e la Lega fuori e i forzisti dentro ad ascoltare l'informativa di Conte. Fin qui l'aritmetica, poi c'è la politica e la pattuglia ministeriale che in questa fase di caos guida il Movimento. Ufficialmente Luigi Di Maio non ha mai aperto al Fondo salva Stati e, anzi, vuole lasciare la guida di questa operazione, quando il Parlamento si dovrà esprimere, nelle mani di Conte. «Giuseppe conosce la nostra posizione», ripete spesso il titolare della Farnesina. Una maniera per non dire no, ma per lasciare gli oneri di una trattativa durissima al presidente del Consiglio.

 

Laura Castelli, mente economica dei pentastellati e viceministro in via XX Settembre, a domanda diretta risponde: «Che senso ha indebitarsi, a tassi di interesse più o meno vantaggiosi, quando in casa si hanno soldi bloccati che non si riescono a spendere?». Un modo, sempre, per spronare Palazzo Chigi. Ma la partita è più aperta che mai nei 5 Stelle, anche perché si intreccia con la complicata vicenda della leadership.

 

elio lannutti foto di bacco

E quindi con Alessandro Di Battista non ancora recuperato, nonostante le telefonate di Vito Crimi, i tempi del voto saranno fondamentali. Non a caso Ignazio Corrao, braccio destro di Dibba ed europarlamentare per il momento sospeso, annusando puzza di bruciato torna ad attaccare: «Il Mes non è nel programma, non serve un voto su Rousseau». Scenario complicato, ma non impossibile. Anche perché se la situazione dovesse complicarsi all'interno del gruppo parlamentare grillino, Conte ha sempre un numero da comporre: quello di Beppe Grillo. Un intervento del Garante, sempre più attivo, potrebbe essere risolutorio.

 

IN UN VICOLO CIECO

Di certo c'è che i 5Stelle su questo fronte, come già accaduto per il Tap e la Tav, sono in un vicolo cieco. Dire no ai 36 miliardi del Mes che sono pronti subito e garantirebbero la riforma del sistema sanitario nazionale con un risparmio di 6-7 miliardi, è «pura follia» per tutti gli altri azionisti di maggioranza: Nicola Zingaretti, Matteo Renzi e Roberto Speranza. Il perché è tornato a ricordarlo proprio ieri il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: «Avere prestiti a tasso zero è attraente perché fa risparmiare sugli interessi».

barbara lezzi

 

Però per garbo, Gualtieri segue la linea dettata da Conte: evitare di annunciare fin da ora il sì al Mes. Questo arriverà a inizio luglio, prima del vertice europeo del 9 luglio dove molto probabilmente l'Italia incasserà il recovery plan da 172 miliardi, disponibili però solo il prossimo anno. Per questo al coro di chi chiede l'adesione al Mes si unisce il presidente delle Regioni, Stefano Bonaccini. I governatori, che hanno competenza sul sistema sanitario duramente provato dalla pandemia, hanno infatti bisogno di fondi subito. Senza attendere il 2021.

 

 

2. MES, MOSSA DI CONTE: VOTO DEL PARLAMENTO A LUGLIO LA PROTESTA DI LEGA E FDI

Barbara Jerkov per ''Il Messaggero''

 

La notizia è che il voto sul Mes potrebbe essere ai primi di luglio, prima del Consiglio Ue del 9. Prima di recarsi a Bruxelles, infatti, il premier Giuseppe Conte, salvo colpi di scena, terrà delle comunicazioni in Aula e non una semplice informativa.

 

(…)

 

luigi di maio elio lannutti

. Sui fondi europei il premier ha fretta, ma non troppa. Le risorse del Mes, spiega una fonte vicina al dossier, possono ad esempio essere anche chieste in maniera retroattiva. Non c'è quindi, da parte di Conte, una volontà di forzare i tempi del dibattito interno alla maggioranza. Un dibattito ancora più esacerbato dal caso interno al Movimento scatenato dalla discesa in campo di Alessandro Di Battista. Dopo Beppe Grillo, tocca a Crimi porre un ulteriore freno ai ribelli. «Mi sono confrontato con Di Battista, è una risorsa preziosa» e «tutti condividiamo la necessità di essere uniti e responsabili in questo momento», sottolinea il «reggente» avvertendo: il dibattito interno è legittimo ma «dovrà realizzarsi con un percorso condiviso». La linea dei vertici, insomma, resta quella della cautela.

 

STRAPPO

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

Nel frattempo l'intervento di Conte alla Camera registra un ulteriore strappo con le opposizioni. Che, tuttavia, proprio sulla strategia da tenere, tornano a dividersi. FdI sceglie di non presentarsi in Aula sin dal principio dei lavori. «La maggioranza scappa dal voto in Parlamento per non dare a Conte un mandato chiaro durante il Consiglio europeo. Vogliono fare il gioco delle tre carte per non assumersi la responsabilità delle loro scelte», la stoccata di Giorgia Meloni.

 

La Lega abbandona l'Assemblea dopo l'intervento del capogruppo. FI, invece, resta. «Non è questo il nostro stile», sottolinea Mariastella Gelmini. «Ho invitato le forze di opposizioni a Villa Pamphilj, e mi è stato detto che non andava bene. Mi hanno detto: vieni in Parlamento e si sono allontanate. Sono un po' confuso...», sottolinea Conte, con un filo di sarcasmo. E con una certezza. Sul Mes l'apporto di FI in Aula ci sarà.

 

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...