PROTESTA DA NOBEL - ECONOMISTI DI TUTTO IL MONDO (TRA CUI UN PREMIO NOBEL) ALL’ATTACCO DI RENZI E DEL MINISTRO GIANNINI PER I RISULTATI DEL CONCORSO: ‘‘LA BOCCIATURA DI AUTORI DI STUDI RILEVANTI DA PARTE DELLE VOSTRE COMMISSIONI CI LASCIA PERPLESSI’

Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

La lettera che un ministro dell'Istruzione non vorrebbe mai ricevere è planata sulla scrivania di Stefania Giannini il 21 marzo scorso. Tredici righe ustionanti: sia per il contenuto che per le dodici firme in fondo al foglio. Nomi pesantissimi. Dal premio Nobel per l'Economia Douglass North al professore di storia economica alla London School of Economics, Stephen Broadberry.

Da Jeffrey Williamson, già capo del dipartimento di Economia ad Harvard, ai docenti della Oxford University Jane Humphries e Kevin O'Rourke. Dodici autorità mondiali nelle discipline economiche, i quali manifestano al ministro Giannini, ma anche al premier Matteo Renzi, cui è stata recapitata la stessa lettera (spedita in copia anche al presidente dell'Anvur, l'Agenzia di valutazione del sistema universitario Stefano Fantoni e al direttore generale del ministero Daniele Livon), sconcerto per i risultati degli esami di abilitazione scientifica necessari per accedere all'insegnamento accademico di Storia economica.

«Ci lascia perplessi» dicono senza mezzi termini, «la bocciatura di alcuni candidati con un eccellente curriculum». Il riferimento è a «tre colleghi di grande valore»: Mark Dincecco della University of Michigan, Alessandro Nuvolari della Sant'Anna di Pisa e Giovanni Vecchi dell'Università romana di Tor Vergata. «Costoro», scrivono i dodici luminari, «sono ben noti fuori dall'Italia per le loro pubblicazioni, gli interventi a conferenze e seminari, gli articoli per importanti riviste e la collaborazione a progetti di ricerca internazionali».

A nessuno di questi, stigmatizzano, «è stato attribuito il titolo di professore di prima fascia e sarebbe un terribile peccato se ciò impedisse loro la completa realizzazione dei programmi di ricerca: la storia economica ne risulterebbe impoverita». Ma non è finita. Perché i dodici luminari sottolineano un secondo «aspetto inquietante» dell'esito delle selezioni. Cioè che mentre i tre «colleghi di grande valore», come sono definiti Dincecco, Nuvolari e Vecchi, venivano esclusi, a superare l'esame erano «candidati con un curriculum di ricerca assai limitato in termini di pubblicazioni internazionali».

E questo, conclude la lettera, «non è la direzione verso cui la storia economica italiana deve andare se vuole garantirsi il posto che le spetta all'avanguardia della ricerca nel nostro campo».

A Nicola Rossi, ex senatore democratico, animatore dell'Istituto Bruno Leoni e docente di Economia politica a Tor Vergata, cadono le braccia: «Con la globalizzazione le competenze e le responsabilità del nostro sistema universitario sono cambiate radicalmente. Certe cose che forse un tempo qualcuno poteva ritenere tollerabili, come una caratteristica tipicamente italiana, oggi sono da considerare del tutto inaccettabili».
Dincecco, che voleva tornare in Italia, resterà quindi in America. Nuvolari continuerà forse a dirigere il dottorato di ricerca in storia economica alla sant'Anna di Pisa. Mentre Vecchi ha avuto un'offerta dalla Spagna.

Su lavoce.info Pierangelo Toninelli, Gianni Toniolo e Vera Zamagni hanno fatto barba e capelli agli autori della bocciatura. Gli è bastato fare il conto delle citazioni dei lavori in articoli e pubblicazioni di ciascun candidato. Arrivando alla conclusione che fra i promossi c'è chi ha avuto in tutto anche soltanto 10 citazioni, mentre sono stati considerati «non idonei a ricoprire il ruolo di professore ordinario studiosi citati 280, 349 e 664 volte». Per Dincecco, Vecchi e Nuvolari si contano rispettivamente 211, 336 e 661 citazioni. Numeri superiori a quelli degli stessi membri della commissione esaminatrice. Come del resto anche per le pubblicazioni. La cosa si può facilmente verificare su Econlit, il sito dell'Associazione degli economisti americani che aggiorna scrupolosamente i curriculum internazionali di tutti i professori del settore.

Affermano Toninelli, Toniolo e Zamagni che «i criptici verbali» della commissione «non consentono un'adeguata comprensione dei criteri adottati per promuovere o bocciare». Aggiungono però che «contrariamente a una prassi internazionale consolidata» la suddetta commissione «non ha preso in considerazione lavori a più mani». Escludendo in questo modo «dalla valutazione articoli pubblicati sulle migliori riviste internazionali». Come mai?

Gli autori di questo commento puntano il dito sulla «qualità scientifica media della commissione», dove «tre dei commissari hanno meno di 30 citazioni ciascuno: una situazione che del resto li accomuna a molti colleghi». Tre su cinque. E «con una tale maggioranza», concludono, c'era il rischio «che prevalessero criteri valutativi fortemente divergenti dalle raccomandazioni dell'Anvur». Rischio o certezza?

 

 

Stefania Giannini GIANNINI STEFANIA FOTO LAPRESSE harvard MENSA DI HARVARD istituto bruno leonilse LONDON SCHOOL OF ECONOMICS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…