sergei surovikin vladimir putin attacco kiev

PUTIN E ORA CHE HAI BOMBARDATO, CHE FAI? - LA RUSSIA NON POSSIEDE SCORTE INFINITE DI MISSILI ISKANDER E KALIBR, E UN  BOMBARDAMENTI A TAPPETO (COSTATO A MOSCA CIRCA MEZZO MILIARDO DI DOLLARI) - PER FORTUNA NON PUO' ESSERE RIPETUTO CON FREQUENZA - ZAFESOVA: "LA RUSSIA STA PERDENDO, E ALL'IDEA DI TERRORIZZARE GLI UCRAINI CON LE BOMBE NELLE RETROVIE PER COSTRINGERLI A INVOCARE UNA TREGUA NONOSTANTE I SUCCESSI SUL TERRENO, CREDE ORMAI SOLTANTO PUTIN"

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

l attacco russo a kiev 10 ottobre 2022 3

Vladimir Putin lancia i missili non soltanto sulle città ucraine, ma anche sui suoi stessi falchi: per la prima volta nel mese trascorso dopo la fuga dell'esercito russo da Kharkiv, nei talk show, nelle chat di Telegram e nei corridoi della Duma si torna ad applaudire il comandante supremo.

 

«Sono finalmente soddisfatto al cento per cento dell'operazione militare speciale», scrive ai suoi tre milioni di seguaci Ramzan Kadyrov, il leader ceceno che aveva minacciato nei giorni scorsi di «spiegare alla leadership russa la verità» scavalcando i vertici militari.

l attacco russo a kiev 10 ottobre 2022 4

 

La capa della tv di propaganda RT Margarita Simonyan gongola sulla «nostra piccola risposta», e il suo sottoposto Anton Krasovsky balla con un sorriso di gioia sul suo balcone, vestito con un pigiama dell'esercito russo e un cappellino con la Z simbolo dei sostenitori dell'invasione russa.

l attacco russo a kiev 10 ottobre 2022 1

 

Il ministero della Difesa russo fa rapporto sulla «missione compiuta, con tutti i bersagli colpiti», e stavolta le televisioni russe non nascondono nulla, non fingono di colpire «esclusivamente obiettivi militari» e mostrano trionfanti i bombardamenti, e i civili ucraini colpiti.

 

L'esultanza della parte della nomenclatura e dell'opinione pubblica più assetata di sangue riappacifica il Cremlino con i suoi sostenitori, e incorona subito Sergey Surovikin, «il generale Armageddon» della guerra in Siria, come il nuovo eroe, nel suo esordio nella nuova carica di comandante di tutta la "operazione militare speciale".

l attacco russo a kiev 10 ottobre 2022 2

 

Dopo 48 ore di atterrito silenzio seguite all'attacco al ponte della Crimea, la Russia vuole mostrare di aver riconquistato l'iniziativa, anche se lo spionaggio di Kiev sostiene che in realtà i missili lanciati ieri mattina sono stati puntati già una settimana fa. Cioè proprio quando le fazioni più radicali del Cremlino invocavano un attacco ai "centri decisionali" ucraini, alle infrastrutture energetiche, alle dighe e ai ponti (Kadyrov chiedeva anche di sganciare una piccola bomba atomica).

 

kiev dopo l attacco russo 4

Le centrali e le linee elettriche in realtà erano stati colpiti dai missili russi già dopo la ritirata da Kharkiv, ma un attacco massiccio come quello di ieri segna, secondo molti osservatori, una nuova fase della guerra, della quale la bomba sul ponte della Crimea è solamente il simbolo più visibile. La «paura della sconfitta è tale - scrive la politologa Tatyana Stanovaya - da far apparire perfino Putin come troppo indeciso».

kiev dopo l attacco russo 2

 

Ora, il partito della guerra ha prevalso, e questo «peggiora la situazione, perché non si può più tornare indietro». I falchi incalzano: il web si riempie di russi (e non tutti sono troll) che commentano le foto delle vittime ucraine dei bombardamenti con frasi come «che bella giornata, fatelo più spesso», e si lamentano che non sono stati colpiti gli uffici di Zelensky, mentre il giornalista Aleksandr Kots - uno dei più influenti "corrispondenti di guerra" legati all'esercito - esprime pubblicamente il timore che la pioggia di missili rimanga una rappresaglia isolata, invece di diventare quotidiana.

PUTIN FIRMA I TRATTATI DI ANNESSIONE DEL DONBASS

 

I bombardamenti a tappeto in Siria hanno reso celebre il generale Surovikin, ma le aspettative più feroci dei putiniani come il vicepresidente della Duma Pyotr Tolstoy - che chiede di bombardare fino a «ridurre l'Ucraina al XVIII secolo» - potrebbero rimanere deluse.

 

Innanzitutto, ricorda l'esperto militare russo Yuri Fyodorov, la Russia non possiede scorte infinite di missili Iskander e Kalibr, e bombardamenti come quello di lunedì - costato a Mosca, secondo le stime degli esperti, circa mezzo miliardo di dollari - per fortuna non possono venire ripetuti frequentemente.

vladimir putin

 

L'iniziativa al fronte resta invece in mano agli ucraini, e l'arrivo dei primi neomobilitati russi non sembra poter fermare la controffensiva di Kiev. Il ricorso ai missili per fare terra bruciata aveva spinto già nelle settimane scorse Zelensky a chiedere agli alleati occidentali sistemi di difesa antiaerea, e a novembre dovrebbero arrivare gli Iris tedeschi a difendere la capitale ucraina dai droni.

 

VLADIMIR PUTIN

La Russia sta perdendo, e all'idea di terrorizzare gli ucraini con le bombe nelle retrovie per costringerli a invocare una tregua nonostante i successi sul terreno «crede ormai soltanto Putin», afferma Stanovaya. Eventuali nuove rappresaglie, come quella promessa dal direttore dell'Istituto del Medio Oriente Evgeny Satanovsky, di colpire «i centri decisionali non solo di Kiev, ma anche di Londra e Washington», non farebbero che alzare il livello di scontro e chiudere la prospettiva di qualunque negoziato, nel quale a Mosca si continua a sperare, alla vigilia dell'incontro di Putin con Recep Tayyip Erdogan nel Kazakhstan.

PUTIN ZELENSKYLA VIGNETTA DI VAURO SU ZELENSKY E PUTINEmmanuel Macron con ZelenskyMURALE BACIO PUTIN ZELENSKY volodymyr zelensky

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…