matteo salvini luigi di maio

QUA SALTA TUTTO – SALVINI E DI MAIO SI SONO FATTI PRENDERE LA MANO CON LA CAMPAGNA ELETTORALE: LA ROTTURA È A UN PASSO SE PURE IL CAUTO GIORGETTI SI METTE A DIRE “COSÌ È DIFFICILE ANDARE AVANTI” – LUNEDÌ IN TEORIA C’È UN CONSIGLIO DEI MINISTRI, DI MAIO HA DETTO CHE DENTRO NON CI SARANNO NÉ FLAT TAX NÉ AUTONOMIE E SALVINI STA PENSANDO DI DISERTARE – SALTA IL VERTICE DI MAGGIORANZA MENTRE LO SPREAD GALOPPA

Marco Conti per “il Messaggero”

 

tria di maio salvini conte

Si potrebbe dire che finalmente si parla di Europa, ma a giudicare dall' andamento dello spread l' argomento è preso quanto meno contropelo. A dettare l' agenda della campagna elettorale è stato anche ieri Matteo Salvini che a pochi giorni dal raduno euro-sovranista di Milano, promette altro debito e di fregarsene dell' Europa e dei suoi parametri.

 

I LITIGI

A Di Maio non resta che inseguire, dire l' esatto contrario, accusando l' alleato di far scappare gli investitori. Un giochino che ormai va avanti da giorni. E tante più accuse riversano sull' alleato, tanto più complicato risulta a Di Maio e Salvini spiegare ai propri elettori perché l' alleanza debba comunque andare avanti.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

 

Sostenere che tutto cambierà dopo il 26 maggio, come sostiene Di Maio, e come spera senza puntarci tutto, il sottosegretario Giorgetti, rischia infatti di essere sempre meno credibile. Il clima interno alla maggioranza ha ormai toccato temperature che allarmano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e, da qualche giorno, il ministro dell' Economia Giovanni Tria.

matteo salvini giancarlo giorgetti 1

 

L' aumento delle premesse elettorali - ovviamente in deficit - è quotidiano, mentre resta ancora sospeso il consiglio dei ministri di lunedì e non c' è traccia del vertice di maggioranza che il vicepremier grillino ha di fatto chiesto. Il leader della Lega, scottato ancora dalla vicenda-Siri, non sembra avere molta voglia di incontrare l' alleato malgrado il sottosegretario Giorgetti dica a Porta a Porta che «prima di lunedì dovranno vedersi perché c' è il consiglio dei ministri». Salvo poi aggiungere che «se la litigiosità resta così è difficile andare avanti».

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI

L' eventualità di una riunione di maggioranza è appesa ad un filo e potrebbe risultare dovuta solo qualora lo spread dovesse impennarsi ancora ammesso che i due contraenti intendano dare ai mercati un segnale di resipiscenza. E così, per dirla con Matteo Renzi, «mentre i due tardo-adolescenti» litigano, lo spread si impenna e fa drizzare le antenne anche al Quirinale.

 

La sortita di Salvini a Verona sullo sforamento del 3% si aggiunge alle promesse - condivise da Di Maio - di bloccare l' aumento dell' iva senza però indicare dove si intendano prendere le risorse. Oggi il ministro dell' Economia Tria interverrà al forum della Pubblica amministrazione e non è detto che non intervenga per rimettere la linea del governo su binari meno arrembanti.

 

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

Sempre Tria domani parteciperà alla riunione dell' Eurogruppo dove però non si parlerà dell' Italia malgrado il debito pubblico sia già salito lo scorso anno al 132,2% del Pil ed è previsto dalla Commissione al 133,7% nel 2019. L' incomunicabilità tra i due vicepremier è l' aspetto più paradossale di un governo fermo ormai da giorni e composto da due leader che pensano di risolvere al proprio interno la disputa senza tenere in assoluto conto che la maggior parte degli elettori ritiene defunto l' esecutivo.

 

Le agende continuano a divaricarsi mentre la Lega punta ancora sul consiglio dei ministri di lunedì per discutere il testo del decreto sicurezza e le intese sull' autonomia. Ma il primo provvedimento è ancora all' attenzione dell' ufficio legislativo di palazzo Chigi, mentre le intese sull' autonomia delle regioni che hanno fatto richiesta, non sono state ancora discusse dai ministri interessati.

 

matteo salvini giovanni tria 1

L' idea di Conte resta sempre quella di un tavolo di confronto perché la materia è delicata ed è forte il timore di produrre un altro papocchio in stile TitoloV. Ma poichè i due vicepremier si parlano da giorni «solo via twitter», come racconta Giorgetti, toccherà a Conte provare a rimettere i due intorno ad un tavolo prima del voto.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO

LA MEDIAZIONE

La missione non sarà facile perchè Salvini al Consiglio dei ministri ci andrà solo se ci saranno in agenda uno dei temi cari alla Lega. Ma poichè ieri Di Maio ha detto che non ci saranno nè flat tax nè autonomie e che sul decreto sicurezza-bis vuole inserire il tema dei rimpatri, è difficile che Conte possa quantomeno ottenere la presenza di Salvini. Il leader della Lega, ancora irritato per come Conte ha gestito la vicenda Siri, non intende infatti dare all' inquilino di     palazzo Chigi la soddisfazione di veder ribadito il ruolo da mediatore.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…