carlo maria martini papa francesco bergoglio

QUANDO C’E’ DI MEZZO IL VATICANO, OGNUNO S’INVENTA I COMPLOTTI CHE PREFERISCE - L’ULTIMA A FARLO E’ LA STORICA JULIA MELONI: NEL SUO LIBRO “LA MAFIA DI SAN GALLO” RACCONTA LE MANOVRE DI UNA PRESUNTA LOBBY “PROGRESSISTA” CHE PILOTÒ L'ELEZIONE DI PAPA FRANCESCO (MA ‘NZE CHIAMA LOBBY: SI CHIAMA POLITICA!) - SAN GALLO È UNA CITTADINA SVIZZERA, DI CUI NEL 1996 ERA VESCOVO MONSIGNOR IVO FÜRER, CHE ERA STATO SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFERENZA DEI VESCOVI EUROPEI - D'ACCORDO CON L’ARCIVESCOVO DI MILANO CARLO MARIA MARTINI, FÜRER DECISE DI INVITARE UN GRUPPO DI PRELATI PER STABILIRE UN'AGENDA DI LAVORO PER LA CHIESA DEL FUTURO…

Roberto De Mattei per “Libero quotidiano”

 

JULIA MELONI - LA MAFIA DI SAN GALLO

Il Sinodo Generale convocato da Papa Francesco per l'autunno del 2023 rischia di essere pesantemente influenzato dal "Cammino Sinodale Tedesco" (Synodale Weg), che suscita la preoccupazione di eminenti prelati come il cardinale Gerhard Müller, secondo cui: «Stanno sognando un'altra chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica...

sua eminenza il cardinale gerhard muller foto di bacco (2)

e vogliono abusare di questo processo, per spostare la Chiesa cattolica, non solo in un'altra direzione, ma verso la (sua) distruzione».

 

Per chi vuole comprendere quale sia questa direzione, è utile la lettura del libro, appena tradotto in Italia, della storica Julia Meloni, dedicato a La Mafia di San Gallo. Un gruppo riformista segreto all'interno della Chiesa, Fede e Cultura, Verona 2022, pp.

178, euro 18).

 

La lettura di questo libro è appassionante come un romanzo, ma tutto vi è documentato secondo un rigoroso metodo storico.

 

CARLO MARIA MARTINI

Questo aspetto merita di essere sottolineato in un momento in cui certe teorie cospirative sono esposte in maniera superficiale e talvolta fantasiosa. Per supplire alla mancanza di prove, queste teorie utilizzano la tecnica di una narrazione, che fa presa sulle emozioni, più che sulla ragione, e conquista chi, con un atto di fede, ha già deciso di credere all'inverosimile.

 

Julia Meloni racconta invece la storia di una cospirazione reale, di cui espone accuratamente il fine, i mezzi, i luoghi, i protagonisti. È la storia della "Mafia di San Gallo", come la definì uno dei suoi principali esponenti, il cardinale belga Godfried Danneels.

 

cardinal walter kasper

San Gallo è una cittadina svizzera, di cui nel 1996 era vescovo mons. Ivo Fürer, che era stato, fino all'anno precedente, segretario generale della Conferenza dei vescovi europei. D'accordo con il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, mons. Fürer decise di invitare un gruppo di prelati, per stabilire un'agenda di lavoro per la Chiesa del futuro. Il gruppo si riunì per dieci anni, tra il 1996 e il 2006. Le personalità chiave, oltre al cardinale Martini, erano Walter Kasper, vescovo di Rottenburg-Stoccarda e Karl Lehmann, vescovo di Magonza, entrambi destinati a ricevere la porpora cardinalizia.

godfried danneels 8

 

Successivamente vennero cooptati altri due futuri cardinali: Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles e Cormac Murphy-O' Connor, arcivescovo di Westminster. Ad essi si aggiunse nel 2003 il cardinale della Curia romana Achille Silvestrini, grazie al quale il gruppo di San Gallo divenne una potente lobby, capace di determinare l'elezione di un Pontefice. Pochi giorni dopo il funerale di Giovanni Paolo II, su invito di Silvestrini, la "mafia di San Gallo" si incontrò a Villa Nazareth, a Roma, per concordare un piano di azione in vista del prossimo conclave.

 

IL PIANO In una fotografia apparsa su The Tablet del 23 luglio 2005, accanto al cardinale Silvestrini, si vedono i cardinali Martini, Danneels, Kasper, Murphy-O' Connor, Lehmann, tutti "membri chiave della Mafia di San Gallo", come scrive Julia Meloni.

CARLO MARIA MARTINI

 

Il piano iniziale prevedeva l'elezione al soglio pontificio del cardinale Martini, ma proprio a partire dal 1996, l'anno della creazione del gruppo, l'arcivescovo di Milano iniziò ad avvertire i primi sintomi del morbo di Parkinson. Nel 2002, il cardinale rese pubblica la notizia passando il testimone al cardinal Silvestrini, che dal gennaio del 2003 fu il regista delle grandi manovre che si tennero in vista dell'elezione del nuovo pontefice.

Il cardinale Murphy-O' Connor era a sua volta legato con il cardinale Jorge Maria Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e lo presentò al gruppo come possibile candidato anti-Ratzinger.

 

papa francesco a l aquila 3

Bergoglio raccolse il consenso della "mafia di San Gallo", ma fu proprio il cardinale Martini a nutrire i maggiori dubbi sulla sua candidatura, anche alla luce delle informazioni che sul vescovo argentino gli giungevano dall'interno della Compagnia di Gesù. Fu forse con sollievo che, quando in conclave del 2005 la sconfitta di Bergoglio apparve certa, il cardinale Martini annunziò al cardinale Ratzinger che gli avrebbe messo a disposizione i propri voti.

 

Il gruppo di San Gallo tenne un'ultima riunione nel 2006, ma Martini e Silvestrini continuarono ad esercitare una forte influenza sul nuovo pontificato. Nel 2012, il cardinal Kasper parlò di un «vento del Sud», che soffiava nella Chiesa e il 17 marzo 2013, pochi giorni dopo la sua elezione, papa Francesco citò, non a caso, Kasper come uno dei suoi autori preferiti, assegnandogli il compito di aprire il Concistoro straordinario sulla Famiglia, nel febbraio 2014.

CARLO MARIA MARTINI E WOJTYLA

 

IL TESTAMENTO

L'essenza di Amoris Laetitia è contenuta nell'"ultimo testamento" di Martini, l'ultima intervista da lui rilasciata, pubblicata subito dopo la sua morte nel 2012. In quel testamento Martini parlava specificamente di portare i sacramenti a divorziati risposati civilmente, prefigurando così la proposta di Kasper nei sinodi sulla famiglia e poi in Amoris Laetitia.

 

PAPA FRANCESCO

Un dettaglio curioso che l'autrice sottolinea è questo: da dove ha tratto il proprio nome Papa Francesco? Secondo la vulgata, il cardinale Hummes, in occasione dell'elezione di Bergoglio, gli avrebbe chiesto di non dimenticare i poveri, spingendolo ad assumere il nome "Francesco". Ma il cardinale Danneels aveva ripetutamente chiesto un "nuovo Francesco" già negli anni '90 e fino a poche settimane prima del conclave del 2013. Quindi non solo l'elezione e il programma, ma anche il nome di Francesco sembra frutto delle manovre della lobby.

 

BERGOGLIO NON PRESIEDE LA MESSA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Jorge Maria Bergoglio ha però deluso i progressisti in misura non minore di quanto abbia irritato i conservatori, e il suo pontificato conosce, dopo nove anni, un inesorabile declino. Tuttavia, se i principali esponenti della "Mafia di San Gallo" sono morti, il suo spirito modernista aleggia sul processo sinodale, mentre nuove manovre sono in corso per il prossimo conclave.

 

"Motus in fine velocior", come dice il vecchio proverbio. Mentre presumibilmente ci avviciniamo alla fine del pontificato di papa Francesco, sembra che gli eventi si stiano accelerando con il documento Traditionis Custodes e il sinodo "alla Martini" sulla sinodalità". Le pagine di Julia Meloni aiutano a capire meglio le oscure dinamiche che agitano oggi la Chiesa.

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”