conte zingaretti

QUI VIENE GIU' TUTTO! – NON È TANTO IL NO AL REFERENDUM AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI CHE FAREBBE TREMARE LA POLTRONA DI GIUSEPPI: A INNESCARE LA CRISI POTREBBE ESSERE LA VITTORIA IN TOSCANA DELLA LEGHISTA CECCARDI – SE SI PERDE LA ROCCAFORTE ROSSA “ER SAPONETTA” ZINGARETTI E IL PD NE ESCONO A PEZZI E BONACCINI SCALDA I MOTORI – LA SPERANZA PER IL SEGRETARIO DEM È CHE SCATTI VOTO DISGIUNTO, CON GLI ELETTORI GRILLINI CHE...

Alberto Gentili per "Il Messaggero"

 

Conte Zingaretti

Se la politica seguisse soltanto la logica, il governo di Giuseppe Conte non subirebbe contraccolpi dal voto di domani e lunedì su referendum ed elezioni regionali. Qualunque fossero il risultati. Per due ragioni. La prima: il premier, che si è tenuto ben distante dalla campagna elettorale, è riuscito in luglio a staccare a Bruxelles un assegno da 209 miliardi per la ricostruzione post-pandemia e il rilancio socio-economico dell'Italia.

 

giani ceccardi

E la forza e l'inerzia di questa valanga di fondi è tale, che nessun leader rosso-giallo (e neppure le Cancellerie europee) vorrebbe una crisi che ritarderebbe la redazione dei Recovery plan e passerebbe nelle mani degli euroscettici sovranisti Matteo Salvini e Giorgia Meloni il tesoro europeo.

 

La seconda ragione: nel 2022 si eleggerà il nuovo capo dello Stato e non c'è un solo esponente dem, grillino, renziano o di Leu disposto ad affrontare l'azzardo di elezioni politiche che, probabilmente, consegnerebbero al centrodestra le carte per scegliere il successore di Sergio Mattarella. Eppure la crisi del Conte-bis, anche se decisamente improbabile, non è del tutto da escludere.

 

zingaretti conte

Non tanto nell'ipotesi (al momento fuori dai radar) che vincesse il no nel referendum per il taglio dei parlamentari: per i 5Stelle - che hanno già messo in conto una nuova batosta alle regionali - il colpo sarebbe così devastante che, come dicono al Nazareno, «i grillini si trincererebbero in Parlamento, certi di non tornarci, e si aggrapperebbero con le unghie e con i denti al governo». A innescare la crisi potrebbe essere altro. Potrebbe essere la vittoria in Toscana della leghista Susanna Ceccardi, data testa a testa con il candidato del centrosinistra Eugenio Giani.

eugenio giani nicola zingaretti

 

IL «GRANDE PERICOLO» «E questo perché», come spiega un alto esponente del Pd vicino al leader Nicola Zingaretti, «il segretario ci ha messo la faccia, ha lottato come un leone per provare a stringere l'alleanza con i 5Stelle. E non ha davvero alcuna colpa. Tanto più che Giani è stato scelto da Renzi e Luca Lotti. Ma la Toscana ha il valore simbolico che ebbe l'Emilia Romagna, è una sorta di trincea.

Conte Zingaretti

 

Se perdi la roccaforte rossa, amministrata da 50 anni dalla sinistra, può crollare tutto...». Ecco il punto: il rischio che il Pd esca in macerie, «destabilizzato» dal voto di domani e lunedì. Con l'innesco di una resa dei conti interna, per la verità già avviata. Richieste a raffica di dimissioni. Un congresso da fissare e celebrare. Un aspirante segretario, il governatore emiliano Stefano Bonaccini, già da tempo ai nastri di partenza.

 

bonaccini

«E se questo accade», sospira un ministro di rango del Pd, «una crisi non è da escludere, considerata anche la scelta dei 5Stelle di farci la guerra ovunque, tranne che in Liguria: con un presunto alleato che si fa nemico e ti fa perdere, sarebbe difficile continuare a governare...».

 

Per dirla con Zingaretti: «Non si può stare al governo da avversari». Diverso sarebbe se la Toscana restasse rossa. Se, come spera il segretario dem, scattasse il voto utile, ovvero disgiunto. Con gli elettori grillini che, per non far vincere i candidati della destra, scegliessero Giani in Toscana, Maurizio Mangialardi nelle Marche e Michele Emiliano in Puglia: queste ultime due Regioni (attualmente amministrate dal centrosinistra) sono in bilico al pari della Toscana. Non a caso Zingaretti ha scelto Macerata per chiudere la campagna elettorale e ripetere il suo appello «a fare muro» contro Salvini e Meloni. Se finisse così, il risultato finale sarebbe un 4 a 2.

 

giuseppe conte nicola zingaretti 1

Veneto e Liguria, dove i governatori uscenti Luca Zaia e Giovanni Toti vengono dati saldamente in testa, al centrodestra. Toscana, Marche, Puglia e Campania (Enzo De Luca non sembra avere rivali) al centrosinistra. Che è poi la fotografia della situazione presente. «Ma anche un pareggio, un 3 a 3», dice un altro ministro del Pd, «sarebbe un ottimo risultato. Ed è il più probabile. L'importante è evitare il 5 a 1, con la sola Campania ancora sinistra. In questo caso, altro che rimpasto o tagliando di governo, rischierebbe di venire giù tutto».

eugenio giani bonaccini in palestrabonaccini prima del restylingbonaccini restyling eugenio giani gel mascherina e pallonerenzi bonaccinigiani

Ultimi Dagoreport

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”