bergoglio tagle

"IL PROSSIMO PAPA SARA' IL FILIPPINO TAGLE" - LA PROFEZIA DI ANTONIO SOCCI: “CON BERGOGLIO, CHE HA PRATICAMENTE CONSEGNATO LA CHIESA CINESE AL REGIME DI PECHINO, L'ATTUALE VATICANO È DIVENTATO UNO DEGLI ALLEATI STRATEGICI DI XI JINPING. IL CANDIDATO DI BERGOGLIO PER LA PROPRIA SUCCESSIONE È IL CARDINALE FILIPPINO LUIS ANTONIO TAGLE CHE È IN PARTE CINESE (PER VIA DI MADRE) E CHE, GIÀ DALLE FILIPPINE, ERA IL PONTE TRA VATICANO E PECHINO…”

Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

xi jinping

È partita la corsa per il Quirinale. Per la verità già da tempo erano cominciate le grandi manovre, ma ora tutto è stato portato allo scoperto da Matteo Renzi, a cui si è accodato ieri Eugenio Scalfari col solito sgangherato sermone domenicale. Il Pd è uscito battuto alle elezioni politiche 2018, precipitando al 18 per cento, il minimo storico, ciononostante ritiene che - come per diritto divino - la Presidenza della repubblica spetti ancora e sempre a un suo esponente.

 

donald trump xi jinping

Al partito di Zingaretti non basta occupare già il governo e le tante altre poltrone annesse e connesse. Pur avendo perduto le elezioni vuole anche il Quirinale e per ottenerlo ha fatto di tutto per scongiurare le elezioni anticipate nelle quali gli italiani gli assisterebbero un'altra batosta che lo metterebbe fuori dai giochi.

 

Ma perché è così importante il Quirinale? Secondo il costituzionalista Alessandro Mangia tutto comincia da quando Mani pulite ha spazzato via i partiti storici: «Il problema che abbiamo da quasi trent' anni è quello di una Repubblica parlamentare senza più partiti, costretta a farsi governare da presidenza della Repubblica e magistratura».

bergoglio tagle2

 

IL PARTITO SISTEMA

Questo fa capire perché il Pd vuole a tutti i costi il Quirinale? Può darsi. Certo, il partito di Zingaretti non può contare sul consenso degli italiani, ma cerca di far tesoro di quello degli stranieri. Infatti si pone come il "partito sistema", quello che dà garanzie di affidabile remissività alla Ue e agli altri governi occidentali. Stavolta però il quadro geopolitico è in subbuglio. È dominato dalla guerra commerciale Stati Uniti/Germania e dallo scontro politico ed economico degli Usa con la Cina comunista.

 

zingaretti

L'Unione europea si caratterizza per l'ostilità verso la presidenza Trump e per l'amicizia verso la Cina. Ancora di più l'Italia giallorossa. Ad avere "buoni rapporti" con la Cina non è solo il M5S, come tutti dicono, ma anche (e soprattutto) la sinistra che va da Prodi a D'Alema passando per Gentiloni e Zingaretti (in fondo nel Pd c'è sempre il vecchio Pci). Com' è noto l'influenza del "partito cinese" è molto forte in Europa e specialmente in Italia, dove si giocano delle partite strategiche.

 

Tutto lascia pensare che i candidati del Pd siano graditi alla Cina, ma riusciranno a tenere il piede in due staffe facendosi piacere anche alla Casa Bianca? I pesanti attacchi a Trump da esponenti del Pd e della Sinistra fanno pensare che non riusciranno. Ma ovviamente tutto dipende dalle presidenziali americane di novembre: è chiaro che la Cina tifa per Biden e, se vincerà lui, a Pechino brinderanno.

GENTILONI DOMBROVSKIS

 

Se vincerà Trump vincerà l'Occidente che può riconquistare influenza geopolitica e forza economica, ridimensionando la tirannia comunista. Ma c'è un'altra corsa che si sta preparando ed è quella del futuro conclave. A prescindere dal "quando" già sono iniziate le grandi manovre. Anche qui c'entra il partito cinese. Con Bergoglio, che ha praticamente consegnato la Chiesa cinese al regime di Pechino, l'attuale Vaticano è diventato uno degli alleati strategici di Xi Jinping. Guarda caso, il candidato di Bergoglio per la propria successione è il cardinale filippino Luis Antonio Tagle che è in parte cinese (per via di madre) e che, già dalle Filippine, era il ponte tra Vaticano e Pechino. Ancora di più adesso che Bergoglio lo ha nominato Prefetto del potente dicastero di Propagande fide per occuparsi dell'Asia.

 

bergoglio tagle1

Quel posto è il trampolino di lancio per il Conclave. Tutte le mosse recenti del Vaticano vanno lette in questa chiave. Nei mesi scorsi Bergoglio voleva realizzare finalmente la sua storica visita in Cina, magari cominciando da Wuhan, per sancire solennemente la grande alleanza con la tirannia rossa. Oggi il regime gli farebbe ponti d'oro per rompere l'attuale isolamento internazionale.

 

Ma il Vaticano ha fermato l'operazione. Secondo Repubblica ciò è dovuto alla paura del Covid e al fatto che - in questo clima di tensione per la repressione a Hong Kong - sarebbe un troppo smaccato spot per il regime comunista. La verità è che al Vaticano sono arrivati forti moniti da Washington. Un ulteriore sbilanciamento verso Pechino sarebbe interpretato dalla Casa Bianca come un vero e proprio cambio di campo del Vaticano.

PAPA JORGE BERGOGLIO

 

LO SCHIAFFO A DONALD

A Bergoglio non dispiacerebbe affatto assestare un tale colpo all'odiato Trump. Ma il fatto è che non vuole bruciare Tagle proprio ora che stanno cercando di accreditarlo - dice Repubblica - in «contesti americani anche conservatori».

 

È un'operazione che stanno realizzando nell'eventualità che a novembre vinca Trump. È la stessa strategia che adottarono nel 2013 (con successo) facendo restare Bergoglio fuori dai riflettori e presentandolo come moderato (addirittura come avversario della teologia della liberazione) per farlo digerire e votare dai cardinali moderati (anche americani). Un minuto dopo l'elezione i cardinali capirono che avevano eletto uno fortemente di sinistra che avrebbe terremotato la Chiesa.

antonio socci

 

Tagle sarebbe perfino peggio (se possibile). Ha dalla sua lobby influenti, ma stavolta non sarà facile replicare l'operazione. Il gioco ora è scoperto e chiaro perfino agli ingenui prelati americani. Così la guerra non convenzionale Usa/Cina è cominciata e a Roma si giocano due partite fondamentali. La Cina è all'arrembaggio. Certo, il Covid è stato un incidente che le ha creato problemi, ma, con la compiacenza dei media, sembra che Pechino ne stia uscendo indenne. Infatti per la Sinistra Usa e italiana, per il Vaticano e per la Ue, il Nemico, il Diavolo da combattere, è Trump, non la tirannia comunista cinese.  

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…