mark rutte giuseppe conte

RECOVERY DON'T - LA GERMANIA GETTA LA SPUGNA, I FRUGALI CHIEDONO PIÙ CONDIZIONI PER EROGARE I FONDI. L'ITALIA RESTA ISOLATA E SI VA VERSO UN ALTRO RINVIO DEL VIA LIBERA AL RECOVERY FUND - GUALTIERI VUOLE ELIMINARE DAL REGOLAMENTO QUALSIASI RIFERIMENTO AGLI AGGIUSTAMENTI DI BILANCIO E ALLE PROCEDURE PER SQUILIBRI MACROECONOMICI. PER GLI OLANDESI E GLI AUSTRIACI NON SE NE PARLA

 

Marco Bresolin per “la Stampa

 

Si fa presto a dire Recovery Fund. Un po' più complicato è tradurre l' accordo politico raggiunto a luglio dai 27 leader nei relativi testi giuridici, passaggio indispensabile per poi consentire alla Commissione di emettere obbligazioni e trasferire le risorse alle capitali.

CONTE E RUTTE

In questi giorni stanno riemergendo le vecchie tensioni e i soliti disaccordi. E così ieri l' ambasciatore tedesco presso l' Ue ha avvertito che un ritardo sarà «molto probabilmente inevitabile». Per questo l' Italia lavora alle contromosse con un' offensiva che punta a snellire l' iter burocratico del "Next Generation EU". Con la nota di aggiornamento al Def da approvare e la legge di Bilancio da scrivere, Roma non può permettersi uno slittamento dei pagamenti.

 

Lasciata alle spalle la pausa estiva, è ricominciata la battaglia tra i governi sul dossier che a luglio aveva visto i leader Ue impegnati in cinque giornate consecutive di negoziati. Tra i protagonisti del contenzioso ci sono certamente Polonia e Ungheria, che respingono le condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto. Ma nelle ultime ore si registrano grandi «movimenti sospetti» dei Frugali (Paesi Bassi e Finlandia in primis), partiti di nuovo all' attacco per sabotare il maxi-piano da 750 miliardi con un obiettivo chiaro: giocare al rinvio.

 

Per il governo italiano, in questo partita il tempo è veramente denaro. E così è iniziato un pressing diplomatico a Bruxelles per cercare di rendere più veloce l' esborso dei fondi. Il terreno di gioco è il regolamento che definisce il processo di governance del "Next Generation Eu", con Roma che vuole snellire la procedura prevista per il monitoraggio delle spese (necessaria per approvare il pagamento delle rate). Ma il tentativo si è subito scontrato, guarda caso, con le resistenze dei Frugali. Una soluzione definitiva su questo punto ancora non c' è e spetterà ai ministri delle Finanze sbrogliare la matassa durante la riunione dell' Ecofin prevista per martedì 6 ottobre.

rutte merkel ursula conte by osho

 

L' intesa di luglio aveva stabilito che ogni piano nazionale dovrà essere approvato dalla Commissione (entro otto settimane) e dal Consiglio (entro quattro settimane).

Ma non solo: il testo del Recovery prevede anche ulteriori valutazioni per autorizzare tutti i successivi pagamenti.

 

Il via libera spetta alla Commissione che «deve chiedere il parere del comitato economico-finanziario (formato dai governi, ndr)». Su questo punto è in corso un tira e molla tra l' Italia (sostenuta dagli altri Paesi del Sud) e l' Olanda. I mediterranei, per accelerare i tempi, vogliono che la valutazione della Commissione e quella del comitato economico-finanziario procedano in contemporanea. E che quella di quest' ultimo sia "non vincolante". L' Aja si oppone e preme per una valutazione consequenziale: prima si esprime la Commissione, ma poi i governi devono dare l' ok.

 

SEBASTIAN KURZ CON LA MASCHERINA

Al tavolo con i colleghi europei, Roberto Gualtieri troverà anche un' altra grana. L' Italia vuole eliminare dal regolamento della "Recovery and Resilience Facility" qualsiasi riferimento alle raccomandazioni relative agli aggiustamenti di bilancio e alle procedure per squilibri macroeconomici.

 

Per gli olandesi e gli austriaci non se ne parla: il riferimento ai conti in ordine deve esserci, sostengono, a maggior ragione ora che il Patto di Stabilità e crescita è sospeso.

Ieri la presidenza tedesca ha incassato il mandato negoziale per portare al tavolo con il Parlamento europeo la sua proposta di compromesso sullo Stato di diritto. Berlino ha ottenuto la maggioranza qualificata, ma ben nove Paesi si sono schierati contro: Ungheria e Polonia da un lato, Austria, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, Belgio e Lussemburgo dall' altro, con motivazioni opposte.

RUTTE KURZ MERKEL

 

I negoziati con l' Europarlamento (che chiede anche di incrementare le risorse del bilancio) non saranno affatto semplici, ma fonti diplomatiche spiegano che il vero problema è interno al Consiglio. Perché è vero che per il mandato negoziale bastava la maggioranza qualificata, ma poi tutti i Paesi dovranno essere d' accordo per far partire il lungo iter delle ratifiche nazionali. Ne basta uno per bloccare tutto.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…