RINVIANDO SI MUORE: I POSTICIPI AL PAGAMENTO DELLE TASSE DEL GOVERNO LETTA HANNO CAUSATO UN DANNO AL PAESE DA 9,4 MLD €

Franco Bechis per "Libero"

Mi chiamo Mario Rossi, ho un negozio di abbigliamento. Avrei una casa da ristrutturare. Conviene oggi, perché hanno prorogato gli incentivi fiscali per farlo. Dovrei pure cambiare la cucina, che è a pezzi. Se lo faccio nei prossimi sei mesi mi costa meno, perché posso detrarre gran parte della spesa. Ho però un piccolo problema: non ho soldi. Quando ho pensato di ristrutturare casa un paio di anni fa e che era tempo di cambiare la cucina, li avevo. Poi mi hanno riempito di tasse, portandomeli via in gran parte.

Faccio il commerciante, e gli affari nel negozio sono andati giù a picco. Avevo qualcosina da parte, oggi faccio fatica a pagare vitto, studi, sport, vacanze alla mia famiglia. Ho appena versato per la seconda volta la stangata Imu sui muri del negozio. Pensavo di dovere pagare anche quella sulla prima casa, all'ultimo l'hanno rinviata. Quella somma è lì, da parte. Posso spenderla e ristrutturare casa, comprare la nuova cucina? No, perché nessuno mi ha detto che non la pagherò più.

E se arriva settembre, Enrico Letta non ce l'ha fatta e devo pagare pure l'Imu sulla prima casa? E se poi scatta ad ottobre l'aumento Iva sui prodotti del mio negozio di abbigliamento? La gente risparmierà, e io incasserò ancora meno. Poi arriva novembre, e il governo ha già detto che mi chiederà un anticipo perfino sulle tasse future. Come lo pagherò, visto che gli affari vanno giù a rotta di collo?

Mi dicono pure che da settembre scatterà un aumento sul prezzo dei libri di testo, che Letta ha deciso per coprire proprio gli incentivi sulla ristrutturazione casa e sull'acquisto dei mobili. A dicembre arriverà un'altra stangata, quella della Tares che per ora sono solo riusciti a rinviare un po'. No, qui i soldi non ci sono. Sarà pure conveniente, ma come faccio a ristrutturare casa e sostituire la cucina che ho? Me la tengo scassata.

Dico di più: stasera riunisco mogli e figli e spiego che le cose sono così. Avevo promesso che ad agosto si andava tutti a Rimini due settimane. Mi spiace, non si può. Non sappiamo cosa viene dopo, quest'anno le vacanze ce le organizziamo a Milano.

I Mario Rossi sono un esercito oggi in Italia. Escono da un anno e mezzo duro, disperato: quello di Mario Monti. Pensavano fosse finita. E invece si rendono conto che è quasi peggio: sapevano che era duro, oggi con Enrico Letta non sanno più nulla. Temevano di vedersi precipitare addosso ancora lo stesso acquazzone. Hanno visto arrivare un venticello, che non ha spazzato le nuvole: le ha solo spostate un po' più in là. Acquazzone dopo acquazzone, sono tutte lì nere all'orizzonte. Tutte insieme.

Rischiano di diventare un uragano, ed è peggio di prima. Perché un temporale alla volta lo sai affrontare. La furia della grandine e il vento a 100 km orari, no. Ti fai il segno della croce, prepari il bunker e aspetti, vedendo tutte quelle nuvole nere ammassarsi all'orizzonte. Era difficile ottenerlo, ma in meno due mesi Letta e il suo governo sono riusciti a fare un danno più grosso di quel che c'era prima.

In qualche modo le avversità si attraversano. Davanti all'incertezza non hai difesa possibile: semplicemente non sai. Hanno spostato più in là l'Imu sulla prima casa. E dopo un mese non hai la minima idea se quella prima rata la dovrai pagare o meno a settembre.

L'altro giorno hanno spostato al primo di ottobre anche l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. Ma poi a ottobre scatterà, a meno che il «parlamento» - come ha infelicemente detto il vicepremier Angelino Alfano - trovi le coperture per spostare la stangata sui consumi magari di altri tre mesi.

Così l'aumento Iva scatterebbe il primo gennaio, più o meno in corrispondenza con il pagamento già rinviato della Tares. È la tecnica di governo di Letta: non risolvere alcun problema, e spostarlo semplicemente un po' più in là senza offrire alcuna prospettiva di soluzione.

Nei manuali di economia, nelle Università, nei centri studi si insegna da tempo immemore come questa sia la condizione più negativa in assoluto per la vita economica di un paese come di un nucleo familiare: l'incertezza ha un effetto depressivo assai superiore a quello di una certezza negativa. Due settimane prima che Letta si insediasse a palazzo Chigi il suo predecessore Mario Monti ha corretto nel Def le stime macroeconomiche, aggiungendovi elementi positivi grazie al decreto legge appena fatto sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione con le imprese, e negativi come una caduta del Pil nei primi mesi 2013 assai superiore alle attese.

La previsione per fine anno è diventata quella di una caduta dell'1,3%. Dopo solo due mesi di Letta ieri il centro studi di Confindustria ha corretto quella previsione: a fine anno l'erosione del Pil rispetto al 2012 sarà dell'1,9%. La politica del rinvio e il clima di costante incertezza instaurato negli italiani costano dunque già 0,6 punti di Pil. Significa avere bruciato sull'altare del nulla 9,4 miliardi di euro, che fino a questo momento è il prezzo reale del governo Letta. Non c'è una sola misura di incentivo all'economia e di stimolo alla ripresa scelta dal nuovo esecutivo che abbia effetti sicuri.

Perché un conto è la propaganda, un conto è la realtà. Si potrà anche dire come accaduto due giorni fa che con le misure incentivanti sull'occupazione giovanile ci saranno 200 mila posti di lavoro in più. Questo è scritto nel libro dei sogni. L'economista Tito Boeri ha giustamente riguardato come il pacchetto varato non abbia particolare fantasia: era identico a quello approvato da Giuliano Amato nell'ultimo suo governo, anno 2000. Risultati? Nemmeno un posto di lavoro in più.

Questo è un dato certo. Come certo anche il fattochein Italia nell'ultimo anno si siano persi 700 mila posti di lavoro. Poi ci sono gli incentivi alle ristrutturazioni casa e quelli per i mobili. Funzioneranno? Sulla carta sì. Ma in questa situazione economica è difficile: se non ci sono soldi, se alle porte hai un diluvio di tasse che in parte sei certo di pagare, in parte potresti dovere pagare, non è tempo di fare spese.

La pensa come il Mario Rossi di sopra ad esempio il servizio Bilancio del Senato, che ha contestato i calcoli del governo su eco-ristrutturazioni e sostituzioni di mobili ed elettrodomestici: «l'entità degli effetti indotti attesi», scrive, «è comunque connotata da elementi di notevole incertezza, essendo legata ai comportamenti dei singoli interessati, e nella fase attuale la peculiarità della situazione economica contingente, che potrebbe trattenere i potenziali beneficiari dall'effettuare spese - pur giudicate appetibili e concettualmente convenienti grazie alle agevolazioni - in conseguenza di fattori quali la mancanza di liquidità e l'incertezza riguardo al futuro».

Non ci sono soldi, e l'unico modo per dare certezza agli italiani è metterglieli in tasca. Letta invece propone supersconti a chi ha i portafogli vuoti: a che servono? Di certezze però ne offre: l'aumento Iva dal 4 al 21% sui prodotti allegati ai libri, che farà aumentare il prezzo per il nuovo anno scolastico; l'aumento dell'imposta fissa di bollo per 197,2 milioni di euro l'anno, l'ennesimo aumento dell'accisa sulla benzina, sia pure per poco più di 70 milioni di euro l'anno, la nuova tassa sulle sigarette elettroniche, e soprattutto l'aumento di un punto dell'antici - po Irpef e Ires di novembre, che toglierà altri soldi dalle tasche dei contribuenti italiani e soprattutto dalle casse delle imprese.

 

 

letta alla camera letta enrico letta nuovo premier Enrico Letta Enrico Letta LETTA, ALFANO, SACCOMANNISACCOMANNI IN RITIROIMUTASSA SULLA CASA jpegIMU jpegiva MARIO MONTI LEGGE RESTART ITALIA

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)