mattarella draghi

ROMANZO QUIRINALE – LA SALITA DI MARIO DRAGHI AL COLLE PER DIVENTARE CAPO DELLO STATO È SEMPRE MENO PROBABILE - SUPER-MARIO IN TEORIA SAREBBE L'UNICO IN POTENZA AD AVERE I NUMERI, MA NON SI È MAI VISTO UN PARLAMENTO DISPOSTO A VOTARE UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CHE COME PRIMO ATTO INDICE LE ELEZIONI - A CHI GLIEL'HA CHIESTO OGGI IN CONFERENZA STAMPA, HA RISPOSTO: "TROVO IMPROPRIO, PER ESSERE GENTILI, CHE SI DISCUTA DEL CAPO DELLO STATO QUANDO È IN CARICA..."

Draghi, improprio parlare di Colle con Mattarella in carica
(ANSA) - ROMA, 20 MAG - "Trovo estremamente improprio, per essere gentili, che si discuta del capo dello stato quando è in carica. L'unico autorizzato a parlare del capo dello Stato è il presidente della Repubblica". Lo dice il premier Mario Draghi, rispondendo ad una domanda, in conferenza stampa. (ANSA).

 

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

mattarella draghi

A un anno dalla conclusione del Settennato, disse: «È il mio ultimo anno di mandato». Ieri ha detto: «Mancano otto mesi e poi riposerò». Mattarella scandisce il countdown come a voler allontanare le voci su un suo possibile reincarico al Colle, mentre da tempo il Quirinale invia i suoi discorsi sottolineati, là dove spiega le ragioni che sconsigliano il rinnovo di un capo dello Stato.

 

La verità, nota ai grandi elettori, è che la massima istituzione della Repubblica non può essere ricandidata, non può essere cioè esposta al gioco tattico delle votazioni: tutt' al più può essere rieletto al primo scrutinio, per unanime volontà delle forze politiche. Fu così per Napolitano, dopo l'odissea dei «centouno franchi tiratori» che impallinarono Marini e Prodi. E sarebbe stato così anche per Ciampi, se l'allora inquilino del Colle non fosse stato irremovibile davanti all'ipotesi che gli venne riservatamente prospettata. La grande corsa sta entrando nel vivo, per quanto ieri il ministro d'Incà abbia detto che «sarebbe giusto iniziare a parlarne a novembre».

 

draghi mattarella renzi partita di poker

In realtà se ne discute già dall'anno scorso, se è vero che Zingaretti - quando era segretario del Pd - aveva istituito al Nazareno l'«Ufficio iscrizioni per la candidatura al Colle». Così l'aveva definito, perché - come confidò in quei giorni - nonostante un governo sull'orlo della crisi e un Paese travolto dalla pandemia, «ho la fila di persone che mi chiedono di parlare solo di Quirinale».

 

Chissà se sta succedendo anche a Letta, che si è ripromesso di affrontare la questione «con disincanto». Certo da allora sono mutati gli equilibri politici, e insieme le probabilità dei candidati di avere delle chance.

 

mario draghi e sergio mattarella all altare della patria

L'elenco dei «quirinabili» del Pd è così lungo da prendere tutto l'alfabeto: dalla A alla W. E mentre nel partito c'è chi tiene in conto le interviste in cui Prodi ripete di non essere candidato, si affibbiano nomignoli ai potenziali presidenti: per esempio, quando ci si riferisce a Gentiloni si parla dell'«oriundo», perché «sta all'estero ma potrebbe tornare in Italia». D'altronde i nomi sono noti, per una volta le carte sono tutte scoperte. Infatti, con l'ironia di chi viene da un'antica scuola, Franceschini e Casini hanno convenuto che «l'importante è partecipare».

 

Entrambi non hanno nulla da nascondere, al punto che l'ex presidente della Camera si diverte quando lo tratteggiano come un gentleman che entra in un casinò, si avvicina al tavolo della roulette con un'unica fiche e la punta sullo zero. È difficile che esca ma se esce... La fiche a Casini gliela sta portando in dote Renzi, che parla con Salvini, che a sua volta parla con il Pd ma non parla con nessuno nella Lega: «Sul Quirinale tratto io».

 

sergio mattarella mario draghi

Giorgetti aveva fatto il nome di Mattarella prima che Draghi sostituisse Conte. Manco fosse un mago. E il suo segretario - incastrato nel governo - come a volersi liberare si dice pronto a votare per il premier «se ritenesse di proporsi». Ora, a parte il fatto che per il Colle non ci si propone ma si viene votati, c'è un nodo da sciogliere: non si è mai visto un Parlamento disposto a votare per un capo dello Stato che al suo primo atto indice le elezioni.

 

Il punto è che Draghi (insieme a Mattarella) è l'unico in potenza ad avere i numeri per il Quirinale, e che nel frattempo Di Maio - come racconta una fonte autorevole - starebbe lavorando per costruire un altro governo. In quello attuale, al contrario di quanto sostiene D'Incà, si fa un gran parlare della presidenza della Repubblica. Fin dalla prima riunione, quando un ministro disse al collega della sedia accanto: «Ecco chi può sostituire Mattarella. No, non lui. Lei».

GIANNI LETTA BERLUSCONI

 

E indicò con lo sguardo la Cartabia. Ma è ancora presto per dettare sentenze. Basti pensare che un mese fa alcuni «quirinabili» si erano ringalluzziti leggendo un calo nei sondaggi per Draghi: dalla scorsa settimana, osservando il rimbalzo nei consensi del premier, l'umore è tornato pessimo. Eppoi le Camere somigliano alla Jugoslavia di Tito, e per la prima volta nella storia non c'è un king maker che possa indirizzare la trattativa. Salvini ha i numeri. Renzi ha una strategia. Il Pd ha troppi candidati. Il Movimento troppe correnti. Forza Italia dice Berlusconi e pensa a Casellati...

 

matteo salvini

Di qui a febbraio comunque tutti i «quirinabili» non smetteranno di crederci. Insieme ai loro fan. Un paio di settimane fa, nel mezzo di una discussione sull'argomento, il grillino Buffagni si lasciò scappare con alcuni deputati un «magari fosse Conte». Lo disse con tale trasporto che non si capì se fosse davvero una speranza o un promoveatur ut amoveatur. Arriverà il momento di decidere ma nel Palazzo già inizia a montare l'ansia, «anche perché - sospira un maggiorente della Lega - se non riuscissimo ad eleggere il capo dello Stato tra la prima e la quarta votazione, rischieremmo di star bloccati per mesi. Con gli italiani fuori dalla Camera pronti coi forconi».

conte di maioMARTA CARTABIA

 

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT