pirellone regione lombardia attilio fontana matteo salvini letizia moratti

L’ARMAGEDDON NELLA LEGA È VICINO: LE REGIONALI IN LOMBARDIA RISCHIANO DI TUMULARE IL CARROCCIO – I BOSSIANI STAREBBERO PER CREARE UN NUOVO GRUPPO AL CONSIGLIO REGIONALE, CHE POTREBBE DIVENTARE UNA LISTA ELETTORALE. PER SOSTENERE FONTANA O LA MORATTI? I RIBELLI ORMAI IN ROTTA CON SALVINI ANDREBBERO SUBITO CON “MESTIZIA”. GLI ALTRI, ANCHE IN CASO DI APPOGGIO A FONTANA, SI CONTERANNO PER IMPANARE E FRIGGERE IL “CAPITONE”. MORALE DELLA FAVA: LA SCISSIONE, O PRIMA O DOPO IL VOTO, È CERTA…

matteo salvini e umberto bossi

1 - LEGA, VOGLIA DI SCISSIONE IN LOMBARDIA RIBELLI CON MORATTI PER INDEBOLIRE SALVINI

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

[…] I segnali di plateale insofferenza della fronda ribelle ci sono stati, e anche pesanti: la sconfitta della maggioranza del (fu) Capitano nei congressi provinciali prima di Bergamo e poi di Brescia, la vittoria per soli 12 voti nella Varese delle origini di un candidato non ostile a Salvini.

 

[…] Come si fa a dare la spallata definitiva al segretario federale, in carica ormai da nove anni? Qui le idee sul da farsi sono diverse.

 

LA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI

Bossi, assieme a Paolo Grimoldi e Angelo Ciocca, intanto sabato scorso ha saggiato la forza militante a sostegno del correntone verde […]. Sul palco della manifestazione di lancio ufficiale del Comitato Nord c'erano diversi consiglieri al Pirellone: Massimiliano Bastoni, Roberto Mura, Andrea Monti, Silvia Scurati, Simona Pedrazzi, per citarne alcuni.

 

Essendo ormai dichiaratamente eretici, verranno mai rimessi nelle liste per le prossime regionali? Da questa domanda passa molto delle prossime mosse.

 

umberto bossi comitato del nord 5

[…] Chi preme per la rottura subito ha già in mente di farlo sostenendo Letizia Moratti. La riflessione è semplice: portando via voti e militanza alla Lega per dislocarli altrove, il risultato del Carroccio sarebbe ancor più deludente del previsto e a quel punto Salvini non potrebbe più fare finta di nulla. Ci rimetterebbe Attilio Fontana, che al Comitato non considerano un nemico. Ma sono gli effetti collaterali di ogni conflitto.

umberto bossi roberto maroni

 

2 - LEGA ARIA DI SCISSIONE

Francesco Moscatelli per “la Stampa”

 

Il Comitato Nord esulta: «Siamo sommersi di telefonate». «Adesso vogliono tutti venire con noi». A quanto pare nella Lega vincono sempre tutti. Anche in un periodo come questo dove i venti di tempesta si fanno sentire.

 

umberto bossi e matteo salvini

Così pure Matteo Salvini, ieri, cantava vittoria e rivendicava il bagno purificatore della democrazia interna: «Mentre altri celebrano i congressi sui giornali, noi li facciamo veri». Fingendo, insomma, che fronde interne e rivalità ormai esibite siano un semplice segno di vitalità del partito e non piuttosto un segnale di crisi. Sabato a Pavia il ruggito di Umberto Bossi contro il partito che «ha perso la sua identità» e domenica lo scontro fra bossiani e salviniani per eleggere i segretari provinciali.

 

attilio fontana matteo salvini mariastella gelmini

L'ultima frattura pare si stia consumando proprio in queste ore e ha a che vedere con le elezioni regionali lombarde di febbraio, il vero «Armageddon» della segreteria Salvini, preludio di una possibile scissione.

 

A Milano, infatti, si vocifera dell'imminente nascita di un nuovo gruppo all'interno del consiglio regionale lombardo, il cui nome potrebbe essere «Comitato Nord-Movimento autonomista lombardo», formato da almeno tre leghisti di provata fede bossiana. Gruppo che, formandosi prima del termine della legislatura, potrebbe evolvere in una lista elettorale senza bisogno di raccogliere le firme.

 

GIANMARCO SENNA MATTEO SALVINI

E qui si arriva al nodo della questione: per sostenere chi? Il governatore uscente e candidato del centrodestra Attilio Fontana o la candidata del Terzo Polo Letizia Moratti? «Chi ha deciso di scommettere tutte le sue carte sulla Moratti lo ha già fatto - ragiona un attento osservatore di ciò che succede fra il Pirellone e Palazzo Lombardia -. L'ex consigliere leghista Gianmarco Senna, ad esempio, un paio di settimane fa è passato con Italia Viva e sarà capolista a Milano del Terzo Polo.

 

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

Quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni è qualcosa di diverso, è il tentativo politico di mettere ulteriormente in difficoltà i salviniani». Il nuovo gruppo, in base a questo ragionamento, si proporrebbe come leale sostenitore del centrodestra, esattamente come il Comitato Nord fin dall'inizio si è dichiarato un progetto interno alla «Lega per Salvini premier», costringendo il segretario a scegliere: o permette la creazione della lista autonomista che correrebbe sotto il nome di Attilio Fontana accanto ai simboli dei partiti di centrodestra e delle altre liste d'area, trasformando di fatto le regionali anche in una conta interna alla galassia leghista (e dando una chance a quei candidati che nelle liste salviniane non troverebbero posto), o blocca l'operazione, spingendo i ribelli verso il centro.

 

matteo salvini umberto bossi

Letizia Moratti, intervistata da La Stampa, ha già detto di essere pronta ad accoglierli «a braccia aperte». Del resto la civica morattiana «Lombardia Migliore» sta già inserendo in ogni listino provinciale almeno un esponente di quel mondo nordista che non ha mai aderito alla «Lega per Salvini premier» e che fa riferimento al mantovano Gianni Fava, ex braccio destro di Bobo Maroni e sfidante di Salvini alla segreteria della Lega Nord nel 2017. I primi nomi sono quelli dell'ex presidente del Consiglio regionale lombardo Davide Boni per Milano, di Christian Borromini (già segretario del Carroccio a Sondrio), di Luca Baj Rossi a Como (affiancato dall'ex sindaco «civico» di Cantù Claudio Bizzozzero, che nel 2012 riuscì a battere il leghista Nicola Molteni) e di Alessio Anghileri per Monza e Brianza.

 

LA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI

I consiglieri regionali della Lega contati fra i bossiani (erano nove quelli presenti sabato al castello di Giovenzano per il ritorno del Senatur) sull'ipotesi del nuovo gruppo per ora si limitano a un rigoroso «no comment». I frontman del Comitato Nord, Paolo Grimoldi e l'eurodeputato Angelo Ciocca, invece, guardano soprattutto alle prossime mosse organizzative.

 

Domenica nella villetta di Gemonio c'è stata una riunione dedicata ad analizzare l'evento del giorno prima. «Bossi ha voluto far passare uno per uno i nomi di tutti gli 800 partecipanti perché lui ha ancora una conoscenza millimetrica del nostro popolo - racconta Ciocca -. A ogni cognome associa padri, figli, territori e consenso elettorale. Era molto soddisfatto e assolutamente determinato perché in poco più di un mese abbiamo raccolto oltre 1200 adesioni».

 

umberto bossi comitato del nord 3

Ma a Gemonio si è parlato anche di un tavolo tecnico dedicato ai temi sanitari, da affidare a due medici, «perché Umberto ci ha chiesto che il Comitato fornisca contenuti sui problemi reali del Paese». Le prime bozze programmatiche di un nuovo partito? Ciò che è certo è che la fune, a furia di tirare, rischia di strapparsi. Uno dei più preoccupati sembra il governatore del Veneto Luca Zaia: «Per me esiste la Lega, punto e basta - ha detto ieri, in trasferta a Milano per partecipare al Forum delle Regioni -. Un giorno hanno chiesto a Carducci di fare un tema su sua madre e Carducci scrisse "mia madre è mia madre punto e basta"». Ma anche Matteo Salvini, al di là delle dichiarazioni ufficiali, sta vivendo giornate complicate. Fra i leghisti gira voce che presto lui e Bossi si vedranno per un faccia a faccia.

MATTEO RENZI LETIZIA MORATTI umberto bossi comitato del nord 2UMBERTO BOSSI IN OSPEDALEmatteo salvini umberto bossi

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…